Una luce abbagliante
le fece chiudere immediatamente gli occhi che, ridotti a due fessure,
cercavano di capire dove si trovasse.
Non ci
riuscì.
Era ferma, immobile;
l'unica cosa che percepiva sulla pelle era un
senso di oppressione, mentre le nari erano impregnate dell'aroma di
terra bagnata.
La stessa terra le
rendevano difficoltosi i movimenti, persino compiere
dei piccoli passi si stava rivelando una grande fatica.
D'un tratto
capì: era in trappola.
Era avvolta da delle
spine, i rovi non le lasciavano alcuna via di
fuga; le laceravano la carne, che si rigenerava all'istante, pronta per
essere nuovamente lesa, infliggendole altro dolore.
Come se non
ne avesse provato già abbastanza.
Come se non
ne provasse tanto ogni giorno.
Come se la
sua sfortuna la perseguitasse anche nei sogni, dove sperava
di essere libera dalla sofferenza.
Come se
dovesse scontare il fio di qualcosa fatto in un'altra vita.
Provava a liberarsi,
divincolandosi, ma i rovi si stringevano ancora di
più attorno a lei.
Non c'era speranza,
non per lei.
Un'ombra nera la
inghiottì, lasciandola annegare nel vuoto.
***
La pace di quella
placida notte stellata alla DEAVA fu interrotta dal
suo grido.
Si svegliò
sobbalzando, portandosi le mani al volto,
disperata.
Lacrime scivolavano
copiose sul suo volto, incontrollate; tremava, la paura
l'aveva irrigidita.
Non era la prima volta
che sognava quell'ombra, ma mai era stato tutto
così... reale, il preludio di un'altro
incubo da vivere appena risvegliata.
Una figura scura, nella coltre del buio, si stava avvicinando a lei.
La mente le diceva di
scappare, il suo istinto invece non le faceva
muovere un muscolo.
Corri, Reika,
corri!
I contorni dell'ombra
divennero nitidi e capì che non era in
pericolo.
«Oh,
senpai... un altro incubo... mi spiace così
tanto...»
Udì
Tsugumi, una voce sempre più vicina, il
calore di un abbraccio che la sciolse.
Non occorreva nessuna
parola, mentre abbozzò un sorriso di
gratitudine, arrossendo.
Vide il sole
albeggiare, mentre lasciava tiepidi riflessi sulla chioma
di Tsugumi, scaldandosi ancora di più, le tenebre che si
diradavano anche dal suo cuore.
Sei un
tesoro, Tsugumi.
Aveva fatto bene a non
fuggire, non questa volta.
Ricambiò la
stretta, sentendo il proprio cuore risuonare con
quello della giovane che la stringeva, come a farle capire che sarebbe
rimasta con lei.
Come se la
sfortuna le avesse donato, a modo suo, qualcuno
su cui
contare, sempre.
[355 parole]
Angolino
autrice.
Non credo di avere molto da dire, ho pensato che Reika potesse essere
tormentata dalla sfortuna anche nei sogni che le danno incubi orribili
e niente, ecco l'input per questa piccola flashfic.
E ovviamente Tsugumi veglia su di lei, facendole sentire la sua
presenza e il suo sentito affetto.
Avevo detto che avrei scritto qualcosa su di loro, ma più in
là, e invece i prompt per la corsa
delle 48 ore hanno deciso diversamente.
Spero possa piacervi e grazie per l'attenzione.
Alla prossima,
Barbara