Cris 2
Quest'opera è distribuita con Licenza
Creative
Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0
Italia.
E
come promesso, ecco la seconda parte dell'avventura di Diego e
Cristiana. Che cosa sarà successo dopo quel giorno all'ospedale?
Ricordo ai lettori che questo avvenimento è situato al
capitolo 11 e 12 (Vacca's Party I e II) della storia
Io
e te è grammaticalmente scorretto
e
che è possibile capire anche non essendone lettori.
PER
I NON-LETTORI:
Diego
Vallicroce è il classico amante della "botta e via", in
costante conflitto con la compagna di classe, Cristiana Romanin. La
ragazza, preso il suo posto di capoclasse vincendo le elezioni, viene
costretta a passare un periodo di tempo a stretta vicinanza con
Diego, per colpa di quest'ultimo. Difatti, in vena di
scherzi, lui la fa cadere e lei subisce una
frattura al polso. Questo infortunio le impedisce di svolgere alcuni
provini di ballo a cui tiene molto e, specialmente quando al
controllo per la rimozione i medici le prescrivono ancora un mese
d'ingessatura, lei si arrabbia a tal punto con il compagno da
sbandierargli in faccia l'odio che prova per lui. Solo settimane dopo
un lungo silenzio tra i due, proprio Cristiana va in cerca di Diego
ad una festa, con un foglio tra le mani e una novità.
PER
I LETTORI:
abbiamo
lasciato Diego nel salotto di Veronica, dopo una sbronza da Oscar con
tanto di vomitata in pubblico. Dopo che Cristiana entra proprio in
cerca di lui, Marinella li lascia soli. E naturalmente la lettera
contiene una novità.
Buona
lettura!
L'errore di Cristiana
Missing moment di "Io e te è grammaticalmente scorretto"
Ed
è nel momento in cui Marinella lascia la stanza che sento il famoso
gelo di maggio calare sulla mia testa.
Sapete cos'è il gelo di
maggio? È
quella sensazione di freddo che scende sul tuo corpo dopo che tu e la
ragazza a cui hai rovinato la vita vi ritrovate soli in una casa che
non è né tua né sua...in maggio. Questo è il gelo di maggio.
Per
l'appunto, Cristiana, la suddetta ragazza, regge una carta che -oh,
voi non conoscete Cristiana- potrebbe usare in qualsivoglia momento
per tranciarmi la carotide e farmi pagare gli errori finora
commessi.
“Come ti senti?” la domanda apparentemente
interessata da parte sua è solo un modo per introdurre il piano di
vendetta senza destare troppi sospetti.
“Come uno che ha appena
finito le scorte di Martini alla festa di Vacca” rispondo sedendomi
civilmente sul divano e abbandonando la mia posizione da gorilla
pensionato. Tutto per apparire a mio agio con il mio corpo, cosa
impossibile se penso alla prossimità di un colloquio omicida con
Cristiana.
Non so quanto mi ci vorrà a smaltire questa sbronza,
ma spero che l'effetto rimanga almeno durante la parte dello
squartamento.
“Il tuo modo di fare l'anima della festa non
funziona molto, sai?” se è una battuta, Cristiana si è
sbizzarrita con il sadismo. Se è un modo per dirmi che le dispiace
per me, allora il sadismo ce l'ha proprio dentro.
“Già, me ne
sono accorto.” ribatto, seccato.
D'altra
parte si beve per dimenticare, ma la bevuta di stasera è stata
inutile, dato che lei è davanti a me.
“Senti Diego, c'è una
cosa che volevo dirti.” dice, apprensiva, sedendosi sulla
poltroncina di fronte.
La sua mano stringe quasi convulsamente
quel foglio e il suo viso è contratto in un'espressione ansiosa. Ho
l'impressione di aver combinato qualcosa, visto che è una costante
piuttosto presente nella mia vita.
Prende fiato: “Non so bene
come iniziare, ecco...sono un po' agitata...”
“Se parlare di
fronte a me è un problema, mi posso girare.” propongo, data la sua
ultima passione nel ricordarmi quanto lei mi odi: “Oppure
immaginami in mutande, dicono che funzioni. Sempre che non sia motivo
di maggiore imbarazzo.”
Arrossisce come se mi fossi realmente
denudato e mi guarda come non faceva da tempo: furiosa e oltraggiata.
Sì!
“Vallicroce!” il richiamo della foresta mi trapana le
orecchie e fa addirittura muovere i suoi riccioli.
Non posso fare
a meno di sorridere, ricordando quando questi ruggiti mi perforavano
i timpani una decina di volte al giorno. Ho sempre adorato la
versione incazzata di Cris. Anche se me la immaginavo come
un'amazzone lesbica, ha sempre avuto il potere di risvegliarmi dai
torpori della noia.
“Mi scusi, non era mia intenzione
sconvolgerla così tanto.” me la rido.
Se possibile, diventa
ancora più rossa e si liscia nervosamente il vestito: “Smettila di
ridere, è una cosa importante.”
“Ok, spara.” mi metto
comodo sul divano godendomi il malessere della sbronza e la vista
delle sue gambe accavallate. Mica mi sono convertito al
puritanesimo!
In più non l'avevo proprio mai vista vestita così
e devo dire che è anche meglio di come avevo provato a immaginarla
senza i jeans.
“Ieri mi è arrivata questa.” comincia
sventolando la lettera: “E' direttamente dall'ospedale civile.
Dice...beh...”
“Se vuoi, la leggo io.” mi pare abbastanza
con l'acqua alla gola e io ho fretta di capire perché.
“Ok,
tieni.” me la porge e mi osserva scrutarla come pronta a
scattare.
Sarà l'alcol, sarà il mini-abito fucsia, saranno quei
dannatissimi riccioli, ma questa sera Cristiana è fin troppo
sexy.
Apro il foglio aspettandomi chissà quale dichiarazione di
guerra al nostro pianeta da parte dei marziani, ma in realtà trovo
solo molte file di scarabocchi in penna nera.
“Allora?” mi
chiede lei sporgendosi per guardarmi meglio.
“Mmm, non comprendo
il bimbese.”
“Il che?”
“Vedi, questi mi sembrano i
disegni senza senso di un bambino e in più ricorda che sono sbronzo,
quindi non riesco a codificare messaggi criptati.”
“Mio Dio,
quanto sei imbecille!” si sbatte una mano sulla fronte e mi strappa
il foglio di mano, velenosa. “Questa è la calligrafia di un
medico!”
“Beh, allora non comprendo il medichese!”
Sbuffa
frustrata e trattiene un'imprecazione sicuramente rivolta a me:
“Sopra c'è la comunicazione battuta a computer,
cretino!”
“Davvero? E chi l'avrebbe mai detto!”
Cristiana
si alza, furiosa e sbatte il foglio sul tavolo: “Il mio polso è
sano!” vomita queste parole come se non aspettasse altro.
“Che
vuoi dire?” le chiedo squadrandola attraverso le onde nei miei
occhi.
“Vallicroce, mi dispiace. C'è stato uno scambio quel
giorno in radiologia. Il medico ha osservato le lastre di un'altra
ragazza e di conseguenza il risultato non era il mio.”
“Aspetta,
buona un secondo.” la fermo cercando di seguire il filo: “Mi stai
dicendo che il tuo polso non si è mai rotto?”
“No, ti sto
dicendo che quel giorno, alla visita, hanno controllato un polso
diverso, che era ancora rotto, mentre il mio, beh...” continua a
portarsi i ricci ribelli dietro alle orecchie, tesa come non mai: “Il
mio no. Il mio si era sistemato – voglio dire è
sistemato. Dopodomani rimuoveranno il gesso e in questa lettera si
scusano per l'errore.”
Devo dire che sono stordito.
È
davvero possibile che Dio abbia ascoltato le mie preghiere? È
questo il miracolo che ho chiesto e che sta accadendo proprio a
me?
Oh cazzo.
Oh,
cazzo cazzo!
Il
Signore ha interagito aggiustando le ossa di una persona! Credo che
dovrei andare a messa più spesso e magari chiedere di trovare in
garage una Porche con una biondaccia nuda sul cofano. Quanto più
difficile può essere di riaggangiare qualche ossetto rotto?
“Ehi,
di' qualcosa.” mi prega Cristiana, scrutandomi
preoccupata.
“Cazzo?”
Lei sospira senza smettere di
torturare quei benedetti ricci: “So di aver esagerato con te,
Vallicroce. Ti ho detto cose che non pensavo, ero sopraffatta dalla
rabbia.” i suoi occhi si riempiono di lacrime e le sue labbra
iniziano a tremare. È
così vulnerabile, nonostante non lo sembri per niente.
Ha il
volto di una guerriera, gli atteggiamenti da leader e una
determinazione nel rimproverarti che quasi temi più lei che tuo
padre.
Però
adesso, qui, in questa sala elegante in cui rimbomba la musica
ovattata, sembra così indifesa che non riesco a portare rancore nei
suoi confronti.
Mi alzo in piedi per poterla guardare negli occhi:
“Ogni cosa che è uscita dalla tua bocca, quel giorno, aveva un
senso.”
Scuote la testa, sull'orlo del pianto: “Che senso ha
odiarti quando sei stato accanto a me per tutto quel tempo?”
“Beh,
dicono che sia abbastanza insopportabile.”
“Troppo.” sorride
leggermente avvicinandosi a me. “Ma nonostante non ci stessimo per
niente simpatici, hai accettato di aiutarmi e so che l'avresti fatto
anche se non ti ci avessero obbligato.”
“No,
credo di no.”
“Beh, hai ragione. Probabilmente no.”
ritratta. “Però qualcosa ha voluto che accadesse e adesso so che a
dispetto delle tue battutine pervertite e del tuo caratteraccio, mi
avresti protetta da qualsiasi pericolo.”
“Come lo sai, se mi
detesti tanto?” le chiedo scrutando quelle calde chiazze mosse
dalle lacrime del rimorso.
“Io non ti detesto, Vallicroce. Cioè
un po' sì, ma non tantissimo.” ribatte. “Lo so per certo perché
siamo stati costretti a passare del tempo insieme. E in quel tempo mi
sono accorta che non c'è solo il Vallicroce volgare e perverso, ma
anche il Vallicroce protettivo e che fa ridere, quello che si sa
prendere cura degli altri, anche se non lo ammetterebbe mai in
pubblico. Sei uno cretino, è vero. E anche una sottospecie di
ninfomane, ma che tu ci creda o no, in quel maledetto tempo io ho
visto che sei molto di più. Sei Diego.”
La fisso con la bocca
semi-aperta, notando che la mia testa sembra essersi fermata sul suo
viso (e non più in basso) e il mio cuore batte in modo
incontrollato, alimentato dalle parole della ragazza per cui provo -o
almeno credo- un'antipatia secolare.
Perché
d'un tratto il malessere della sbornia si è tramutato in sfarfallio
nello stomaco? Quelle bastarde di farfalle mi stanno facendo sentire
felice, come se avessero dell'eroina nelle ali. Maledetti sentimenti,
maledetto il giorno in cui ho travolto Cristiana per le scale e
maledetto dottore-talpa con una vista del cippo.
Qui il miracolo
mi sta facendo un servizio completo; sta domando quel mio senso di
perversione e contemporaneamente sta facendo emergere quella specie
di Diego-bravo ragazzo di cui parla tanto Cristiana.
Brr,
mi vengono i brividi.
“Ti...” mi schiarisco la voce. “Ti
piace quel Diego?”
Credo
che a nessuna ragazza sia mai piaciuto Diego. Forse Vallicroce, Il
Valli, Valli The Master, The Vallinator, The Diegherminator, Il Croce
e, più recentemente, El Vallo. Ma Diego? Diego, no. Mai.
“Sì.
Mi piace.” una risposta secca, uno sbuffo quasi sospiro, poi rotea
gli occhi e mi fissa. “Quanto nella merda sono da uno a dieci?”
Le
sorrido perché è davvero una sfigata ad avere avuto a che fare con
me, ma ancora di più ad essere arrivata a provare qualcosa.
“Molto
nella merda.” le rispondo.
Andando contro me stesso, contro le
leggi della "botta e via", contro il mio stesso stile di
vita, le prendo la mano che non è coperta dal gesso e la stringo con
la mia: “Ma non sei da sola. Anch'io sono nella merda. Siamo nella
merda insieme.”
Come sono romantico, vero?
“Ne
usciremo, se vorrai.” aggiungo.
Le scappa una mezza risata che
mi fa sentire rilassato e in pace con me stesso, regalandomi un
nuovissimo senso di innocenza e un sentimento genuino che non avevo
mai provato prima d'ora.
“No,
non voglio uscirne. Mi piace questo tipo di merda.”
“Bene.”
Volevo
davvero che Cristiana stesse bene, più di ogni altra cosa. Più del
sesso o di una scopata con la mia vicina di casa slovena (piuttosto
brava, comunque, sa il fatto suo, la ragazza) e ora che la vedo
sorridere a un palmo di naso da me, capisco che è perché Cristiana
è diversa da tutte le altre.
È pazza, sclerotica, cattiva, antipatica, esuberante e indelicata.
E io
odio questo di lei, però mi piace da morire.
“Mi vuoi baciare?”
mi chiede sorridendo provocatoria.
“In realtà.” mi schiarisco
la voce. “Puntavo ad altro, sai...”
Mi colpisce con un pugno
per niente affettuoso: “Maiale! Sei un maiale!”
“E tu vuoi
essere la mia porcellina?”
Cristiana mi fissa con la bocca
aperta e una faccia sconvolta, come se avesse appena parlato
all'aria. Scommetto che si sta rimangiando tutte quelle belle parole
su di me.
Le sorrido, divertito: “Scherzavo, Cris.
Scherzavo.”
La avvolgo con le mie braccia e scostandole i ricci
dal viso, la bacio.
È
il gesto più dolce che abbia mai rivolto a una ragazza in tutta la
mia vita. Non sto pensando alla fine del bacio, quando dovrò
cercarmi qualcun'altra, sto solo pensando che vorrei che non finisse
mai.
Restare
qui, tenerla stretta tra le mie braccia, così da sapere sempre dove
andrà e cosa farà. Così da proteggerla e non lasciare che nessun
altro demente come me la faccia soffrire. Mi sento così in brodo di
giuggiole.
Il mio stomaco sta sul serio sfarfallando, tanto che
posso sentire il Martini fare tipo centrifuga nella lavatrice che mi
trovo come intestino.
Incredibile, io, Diego Vallicroce, porco di
professione, sto sentendo le farfalle nello stomaco per una ragazza.
Mi chiedo se il mondo si sia messo a girare in senso orario.
E
cazzo, se
bacia bene! L'irritante ruba-trono Cristiana Romanin bacia come una
dea.
Potrei abituarmici.
Senza separare le nostre labbra, ci
spingiamo a vicenda contro la porta e nel momento in cui ci sbatto
addosso decido che è meglio girare la chiave nella toppa. Non si sa
mai che la donna-silicone, madre di Veronica, avvisti due ragazzi in
un atto poco casto nella sua stessa immacolata casa.
Devo
riprendere fiato, così prendo Cristiana per i fianchi e la dirigo
verso i divani. La zip del suo vestito mi dà fastidio, intralcia la
mia strada per toccare la sua calda schiena, così la abbasso. Lei si
lascia cadere sul divano e ora siamo esattamente l'uno sopra
all'altra. E non abbiamo ancora smesso di baciarci.
Ok! Calma!
Zona pericolo.
Se non si ferma immediatamente, si verrà a creare
una situazione fin troppo piacevole.
Non può farmi impazzire così, la sua mano si è già impossessata
dei miei capelli e ora sta scendendo lungo il collo, incendiandolo.
Nemmeno io riesco a smettere di esplorare sotto il suo vestito. I
vestiti sono fatti per essere tolti. Specialmente in certe
situazioni.
La sua pelle è calda e liscia, creata apposta per
essere sfiorata e farti andare fuori di testa.
Cazzo, ci sta pure
andando pesante con quella lingua, vuole farmi svalvolare!
Sto
baciando Cristiana e il solo fatto mi manda in pappa il cervello,
mettiamoci anche la versione sexy della serata e la contentezza per
essermi tolto un macigno dallo stomaco, qui qualcuno rischia di
lasciarci le penne.
Non
vorrei davvero fare la parte del pervertito con lei, ma sembra che
non mi lasci altra scelta.
“Aspetta!” si stacca dalle mie
labbra ed è come se buttasse una secchiata d'acqua gelida sul fuoco.
Mi fissa ansimante e spettinata, ma nonostante ciò contuinua a
essere dannatamente bella. “Sei ubriaco.”
“Non più.” non
sopporto il vuoto tra le nostre labbra ora che ne ho sperimentato la
vicinanza e ritorno a baciarla.
Non mi sento per niente ubriaco,
ho già espulso tutta quella robaccia e ora sono pronto a essere
riempito di nuovo. Riempito da questa nuova e potente sensazione.
Lei
non mi ferma e riprende a sbottonarmi la camicia, dandomi un
esplicito nulla osta.
Non riesco più a staccarmi dalla sua pelle,
ne esploro ogni caverna e ogni collina, sentendomi un visitatore
desideroso di godersi appieno tutto il panorama.
Ormai lei mi ha
sfilato la camicia, sta tremando, ma non credo sia per il
freddo.
“Aspetta.” quel millimetro cubo di lucidità che mi è
rimasto sta lavorando come un forsennato per allarmarmi di una cosa.
“Il braccio, il gesso.”
“Non più.” risponde lei, il fiato
corto.
“Ok, Cris, sappi che se non mi fermi ora, niente mi
fermerà più dopo.” ormai non resisto più, ma ho smesso di
giocare con lei. Se dovessi farla soffrire di nuovo, questa volta non
me lo perdonerei mai.
“Diego.” il mio nome esce deciso dalle
sue labbra, mentre posa entrambe le mani sulle mie guance. “Taci,
per favore.” scandisce a fondo queste parole e mi sorride; e
io penso che nessuna ragazza, nemmeno la più facile e meravigliosa,
potrebbe farmi sentire le farfalle nello stomaco con un
sorriso.
Secondi, minuti, forse ore.
Ho letteralmente perso
la cognizione del tempo. Do un'occhiata intorno e sono ancora a casa
di Veronica, il sole pallido che accarezza i contorni del
salotto.
Sì, sto sul divano pluri-stimato della mia compagna di
classe, coperto solo da qualche vestito di proprietà ignota, ma non
mi preoccupo. Anzi, mi ritengo un uomo fortunato a non essere stato
cacciato a scarpate nel didietro.
Il tepore di maggio si avvinghia
al mio corpo e sale a riempirmi la mente, inebriandola.
Cos'è il
tepore di maggio? È
quella sensazione magica che si impossessa del tuo corpo dopo
che tu e la ragazza a cui hai rovinato la vita avete fatto l'amore.
Come una sniffata di cocaina o un bibitone di tranquillanti. Ti fa
vedere tutto come se fosse perfetto, anche se tu sei uno schifo
ambulante, perché accanto a te c'è una persona che ti permette di
non esserlo. Questo è il tepore di maggio.
Guardo Cristiana
dormire sulla mia spalla e mi ritorna alla mente quel giorno
all'ospedale. Il Vallicroce di quel giorno non avrebbe mai detto che
si sarebbe innamorato.
Pensava di essere nella merda, sì, ma
non nella merda in quel senso.
E invece, eccomi qui. A
contemplare l'usurpatrice nella sua tenera espressione felice. Mi sto
rammollendo come una prugna sotto il sole di luglio.
Al ricordo di
questa notte, mi scappa un sospiro sognante, come se fossi io la
ragazza della situazione. Una cosa raccapricciante, se vista
dall'esterno, ma vi assicuro che all'interno non potrei sentirmi
meglio di così.
Cazzo, non si addice a un figo statuario come me.
Va beh.
Con le dita scosto un ricciolo dal viso di Cristiana e le
lascio un lieve bacio sulla fronte.
“Credevo fossi un porco...”
mormora lei schiudendo a fatica le palpebre e girandosi verso di
me.
“Non lo sono?”
Scuote la testa sorridendo.
“Cazzo,
una vita sprecata.”
Ridacchia stiracchiandosi e coprendosi con
la mia camicia. Appoggia il suo viso nell'incavo del mio collo e
comincia a disegnare qualcosa sul mio petto con il dito, provocandomi
un leggero solletico.
“Che schifo.” sussurra a bassa voce,
come se ci fosse altra gente nella stanza e non volesse essere
sentita da nessun'altro. “Ho fatto sesso con Diego Vallicroce.”
“Brutta
ingrata!” esclamo, indignato. “Con tutte le volte che hai
gridato, hai pure il coraggio di dire "che
schifo"?”
“Ho...gridato?” non riesco a vedere, ma sono
sicuro che sia arrossita.
“Naturalmente.” approfitto di questa
sua debolezza per prenderla in giro come sempre. “Tanto che la
terza volta ho dovuto metterti una mano sulla bocca e diminuire la
mia immane potenza o avrebbero pensato a uno stupro.”
Si stacca
immediatamente da me e si mette seduta a fissarmi, rossa e infuriata
come un toro: “Sai rovinare ogni bel momento, Vallicroce,
complimenti.”
Si alza con la grazia di un pachiderma e fa per
andarsene, ma la trattengo per il braccio: “Dove vai?”
Si
libera della mia stretta, arrabbiata: “Via. Forse è stato tutto un
enorme sbaglio.”
Ok, gli amori nascono e muoiono
velocemente, ma cazzo, così velocemente?
“Un che cosa? Cosa
c'è di sbagliato?” anch'io mi metto a sedere, recuperando le mie
cose sparse per il divano.
“Tu.” risponde, liberandosi della
mia camicia e riprendendo in fretta la sua biancheria. “Io.”
“Noi?”
propongo, passandole il reggiseno.
“Sì. Noi.” ripete,
riprendendosi l'indumento come se avessi intenzione di rubarglielo.
Non che sia un idea da scartare.
“Perché voi ragazze fate
sempre questo cazzo di discorso, eh? Io, tu, noi, grande sbaglio, me
ne vado. Cos'abbiamo noi di
sbagliato? Se sono io quello sbagliato, dimmelo subito, prima
che...”
“Prima che?”
“Prima che mi illuda.”
Lei
sembra riflettere per un attimo, infilandosi il vestito fucsia:
“Illuderti perché avresti qualcuno con cui fare sesso quando ti
pare?”
Sbuffo, raggiungendola e alzando la cerniera del vestito
lungo la sua schiena: “Se volessi fare sesso quando mi pare, lo
chiederei a qualsiasi altra ragazza. Con te non è sesso, è un'altra
cosa. Credo che si chiami amore, ma, ehi, non sono io l'esperto in
materia.”
Si gira per guardarmi con quegli occhi castani così
inquisitori che mi sento sotto interrogazione senza aver studiato:
“Davvero, Diego?”
Annuisco senza abbassare lo sguardo: “E
non è solo quello. Voglio il pacchetto completo.”
“Sarebbe a
dire?”
“Litigare con te perché faccio gli strip in classe,
farti arrabbiare con le mie battute, farti ridere quando ci riesco e
baciarti.” mi chino su di lei e faccio incontrare di nuovo le
nostre labbra.
Le stesse farfalle della sera prima si impossessano
del mio stomaco, facendomi sorridere come uno scemo.
“Stai
ridendo mentre mi baci!” esclama staccandosi, incredula.
“Scusa.”
dico, alzando le mani. “Allora ci stai?”
“Cosa?”
“Tu.
Io. Noi.”
Mi guarda per qualche secondo, per poi sorridere e
colpirmi con un pugno sul braccio. “Allora non ti importa solo del
sesso.”
Assumo un'aria filosofica e sospiro come un artista
tormentato: “Ti ho detto che non è sesso, è amore.”
“Tu mi
odiavi, Vallicroce.”
“Tu
mi odiavi, Cris.”
“Beh.” fa lei, abbassando lo sguardo. “Ci
sto.”
“Cosa?”
“Tu, io, noi.”
Sorrido felice per
come gli eventi hanno preso una piega, per come mi guarda Cristiana e
per come mi guarda chiunque stia lassù, che ha ascoltato le mie
preghiere durante il mio breve sebbene intenso momento di vocazione
religiosa.
Chiunque
sia, sicuramente si starà ammazzando dalle risate nel vedere la
versione del ninfomane peccatore alle prese con la sua punizione:
innamorarsi davvero. Inoltre dovrà anche ammazzarsi di lavoro per
espiare tutte le scopate che mi sono fatto prima di accorgermi di
tenere di più a qualcos'altro, ma questo fa parte del suo lavoro:
redimere le persone che si convertono al suo credo (ok, ho fatto
tutti i sacramenti dal battesimo alla cresima, ma mi sento cristiano
solo adesso...ah! Capita? Cristiano!) e assicurarsi che perpetuino le
loro buone intenzioni.
Ma
non ho dubbi riguardo ciò, non commetterò mai più un singolo
errore con Cristiana.
D'altra parte gli errori ti portano sempre a
imparare qualcosa di nuovo e oggi ho imparato che:
a- non si
buttano le compagne di classe giù dalle scale;
b- errare è
umano, ma soprattutto medico;
c- a volte credi di essere nella
merda fino al collo e non ti rendi conto che è la cosa migliore che
ti potesse capitare.
In conclusione posso dire di essermi fatto la
migliore scopata di tutta la mia giovane vita, con una barca di
sentimenti omaggio e una manciata di farfalle incluse.
E poi, beh,
cazzo.
E
molto galantemente Diego diede fine alla one-shot.
Chiedo
perdono per i "cazzo" seminati per la storia.
Comunque spero non vi abbia
deluse. Io stessa non l'avevo immaginata così prima di scriverla,
difatti sono andata un po' oltre.
Allora, a voi l'ardua
sentenza! Che mi dite del noi
che si è venuto a creare?
Vi
raccomando, se non lo fate già, di leggere Io
e te è grammaticalmente scorretto ,
storia da cui è tratto tutto questo e, ovviamente, Io e te è grammaticalmente scorretto 2.
Già, c'è anche un 2 XD
Daffy
P.S: per chiunque volesse passare a
leggere la prima one-shot dedicata alla coppia Diego e Cristiana,
ecco il link: L'errore di Diego
|