UN GIOCO
PERICOLOSO
AUTRICE: Soffio d’Argento
SERIE: Naruto
PARTE: unica.
PAIRING:
sasunaru, of course.
DECLAMERS: i personaggi
non sono miei, ma di Masashi Kishimoto.
NOTE: che sia una yaoi penso
ormai sia ovvio ^^, tuttavia che pensereste se vi dicessi che è una mpreg ^^?
Beh? Non è colpa mia se Kishimoto ha messo nel corpo di Naruto un demone... è
una situazione troppo ghiotta per non approfittarne, no?
NOTE 2: non betata, quindi
perdonate qualche distrazione sfuggita.
NOTE 3: seconda storia su
Naruto.
*** Annuncio a
fine pagina ***
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Si guardò attorno con sguardo
accigliato. No, non era proprio una bella situazione, quel luogo era buio e
angusto ed Eli, per quanto coraggio potesse provare ad infonderle, iniziava ad
aver paura. Lo percepiva dalla manina che stringeva forte la sua. Non riusciva a
vedere dove fosse Fugaku, ma questo non lo impensierì più di tanto. Gli bastava
concentrarsi un po’ per percepirlo. Anche lui iniziava ad avere paura.
Per loro fortuna non c’era di
che preoccuparsi, infatti presto Okaa-san li avrebbe trovati e allora…. Strinse
inconsciamente la mano. Otou-san li avrebbe puniti a dovere.
- Tutto bene niisan? – pigolò la
sorellina.
- Va tutto bene, Elishe. Tutto
ok. –
Non esisteva luogo, sulla faccia
del pianeta, in cui avrebbero potuto nascondersi dalla sempre vigile attenzione
della madre. Per quanto Villa Uchiha fosse grande, per quanto Konoha fosse
immensa, Kaasan sapeva sempre dov’erano e cosa provassero. Tutta “colpa” di
Kyuubi. Alla nascita, infatti, non solo avevano ereditato il famigerato
Sharingan, ma anche una piccola parte del potere di Kyuubi, il che li metteva in
stretta connessione con la madre. Crescendo avevano imparato, lui e Fugaku, a
controllare le loro emozioni, almeno in parte, così da evitare di essere
scoperti ogni volta che combinavano qualche disastro. Ma Eli era troppo piccola
per riuscirvi e quel posto sembrava lo scenario ideale di ogni incubo. Presto li
avrebbero trovati e, a meno che non riuscissero ad uscire da quel posto, qualche
sculacciata non gliel’avrebbe tolta nessuno!
Più semplice a dirlo che a
farlo. Ma come diavolo erano finiti lì?
Flashback
All’interno del territorio di
Konoha esistevano luoghi il cui accesso era vietato a tutti, Hokage e
consiglieri esclusi. Erano luoghi per lo più segreti e sorvegliati da squadre
Anbu. Tuttavia c’era un luogo, che nel corso degli anni si era conquistato
l’appellativo di “spaventoso”, che non era mai controllato, ma che, tuttavia,
nessuno bramava mai di raggiungere. Era una vecchia miniera alla periferia del
paese, lontana dalle case e dai luoghi di gioco dei bambini. Era protetta da
sigilli che, a causa del terremoto del giorno precedente, essendo ormai vecchi,
erano andati distrutti. Nessun adulto se n’era accorto o, più che altro, erano
troppo impegnati a fronteggiare al meglio le difficoltà create dalla catastrofe
naturale per preoccuparsi di una vecchia miniera abbandonata.
Quel pomeriggio i tre Uchiha
si erano incontrati, come ogni giorno, con gli amici del gruppo al parco vicino
casa. Da quando le loro madri li avevano costretti a portarsi dietro le
sorelline, i pomeriggi al parco erano diventati noiosi e così, quello stesso
pomeriggio, Toshio Inuzuka aveva lanciato la sfida: arrivare fino alla vecchia
miniera e entrarvi. Avrebbe mostrato più coraggio, e quindi avrebbe vinto, chi
vi fosse rimasto più a lungo o si fosse spinto più in profondità. Siccome Mika
Nara aveva minacciato di dire tutto alla madre se l’avessero lasciata lì (zia
Temari arrabbiata era davvero temibile), alla fine erano andati lì tutti quanti.
L’unico ad opporsi era stato Tsutomu, il fratello di Mika.
- Non credo che sia una buona
idea. – aveva detto attirandosi subito lo sguardo contrariato di Toshio.
- Cos’è? Hai paura Nara? –
- Mio fratello non ha paura
di niente, capito pulcioso? –
- Lascia stare, Mika – sbuffò
prima di continuare: - Una volta ho sentito i nostri genitori dire che questo è
un luogo pericolosissimo. – fece una pausa e attese che tutti gli occhi fossero
puntati su di lui: - Qui Orochimaru ci faceva gli esperimenti. – terminò usando
volutamente un tono tragico.
Sul gruppetto calò un
silenzio pregno di timore fino a quando Heiji Hyuga disse:
- Ma chi è Orochimaru? –
- Boh! E che vuoi che ne
sappia? – rispose Tsutomu stringendosi nelle spalle.
Superato “l’ostacolo
Orochimaru” tutti i bambini entrarono, non prima, però, che Fugaku facesse le
ultime raccomandazioni alla sorellina.
- Eli non ti preoccupare, qui
ci siamo io e Mina-kun. Non ti spaventare, capito? Se ti spaventi Kaasam lo
sente e ci mette in castigo per almeno un mese! –
- Fugaku ha ragione! Non c’è
nulla di cui aver paura. Entriamo e usciamo. –
La sorellina annuì poco
convinta. Strinse forte la mano di Minato e seguì i fratelli.
Uno dopo l’altro, con
ostentata sicurezza, entrarono tutti.
Si erano appena inoltrati per
un centinaio di metri quando sentirono un rumore, simile ad uno scricchiolio. Si
voltarono e videro l’apertura della miniera crollare su se stessa bloccando
l’unica via di fuga.
Fine flashback
- E ora che si fa? – quasi
sussurrò Toshio.
- Dovresti dircelo tu, no? – lo
riprese Mika: - Hai avuto tu la geniale idea di venire qui! –
- Ma noi lo abbiamo seguito. –
la interruppe Minato: - Heiji tu non vedi nulla con il tuo byakugan? –
Come suggerito il bambino prese
a scandagliare la miniera.
- Il raggio di azione del mio
byakugan non è potente, mi dispiace. Dovrei inoltrarmi ancora di più nella
miniera per avere una visione più nitida. –
- E’ meglio di no. Siamo al buio
e questo è un luogo pericoloso. Se ci spingessimo oltre rischieremmo di
peggiorare la situazione. –
- Minato ha ragione. – disse
Mayumi Lee (Haruno) – Come sempre, naturalmente. – concluse poi con un lungo
sospiro.
- E allora che si fa? – chiese
preoccupata Yume Aburame.
- Allora aspettiamo che mia
madre ci trovi. – concluse, sospirando, Fugaku. Non aggiunse nulla, non serviva.
Tutti, nel paese, conoscevano lo
strano legame che univa la famiglia Uchiha, inspiegabile, forse, spaventoso, per
certi versi, ma sicuramente non anormale, non per dei ninja della foglia. Gli
Inuzuka, per esempio, usavano l’olfatto come segno di riconoscimento e Toshio
sapeva quanto bastasse poco a suo padre per capire dove fosse stato e cosa
avesse fatto. Gli Aburame, invece, si servivano oltremodo degli insetti.
- E allora dite che presto ci
verranno a prendere? – chiese nuovamente Yume.
Fugaku annuì e continuò: - E ci
beccheremo la più grande punizione della nostra vita… –
I bambini sospirarono, poi si
appoggiarono alle pareti della miniera e scivolarono fino a terra. Minato si
sedette su una sporgenza, portandosi dietro la sorellina che si accoccolò sulle
sue gambe.
Come predetto in breve
dall’esterno giunsero le voci concitate dei genitori. Facendo attenzione a non
far crollare il resto della miniera, Naruto e gli altri adulti aprirono un varco
e fecero uscire i bambini.
Contrariamente a quanto si
aspettassero i ragazzini non videro rabbia sul volto dei genitori, bensì
preoccupazione e ansia. Inoltre al posto dei rimproveri ricevettero solo caldi
abbracci che fecero sciogliere in lacrime i bambini.
Il nutrito gruppetto poi tornò a
casa in un silenzio assoluto, rotto solo da qualche singhiozzo qua e là.
La miniera, invece, fu bloccata,
sigillata e posta sotto il controllo di una squadra Anbu.
I bambini, quella sera, si
addormentarono presto, spossati e segnati dall’avventura appena conclusasi. Il
risveglio, però, non fu altrettanto dolce, per nessuno di loro. I genitori,
infatti, riunitisi fra loro avevano deciso l’adeguata punizione: tre intere
settimane di sola casa e accademia; niente giochi, niente tv e a letto presto. A
sorpresa quei 21 giorni si sarebbero rivelati più un inferno per gli adulti che
per i bambini.
- Tu pensi che avranno imparato
la lezione, Sasu? – chiese Naruto alla fine della prima lunga ed estenuante
giornata di punizione.
- Fra 20 giorni se ne saranno
già scordati e ne combineranno delle altre. –
- Sono bambini, in fondo… -
- Già… - continuò Sasuke
versandosi una tazza di tè. – Speriamo solo che questi 20 giorni passino in
fretta! –
Naruto ridacchiò e salì al primo
piano a controllare che le pesti in questione si fossero finalmente
addormentate.
FINE
*** Cercasi beta
riders ***
Sono un’autrice che non dà
problemi, perché scrivo poco e niente (anche se, in questo periodo, sto
sfornando qualche nuova storia). Scrivo ogni genere di ff e, qualora voleste
farvi un’idea di me e del mio mondo, potete leggere sia le ff che ho postato qui
(quasi tutte non betate), su EFP, oppure andare nei miei siti:
http://auroradargento.altervista.org (da visionare preferibilmente con IE)
http://pistis.altervista.org/suppskmk/index.htm
http://soffiodargento.livejournal.com
http://soffiodargento.blog.excite.it
Importante: i commenti
sono graditissimi e molto apprezzati, tuttavia non sono una costrizione. Nessun
è obbligato a commentare le mie storie, perciò evitate recensioni del tipo: “commento
solo per abitudine…” o simili. Non sono critiche costruttive né,
personalmente, ritengo servano a molto, se si esclude l’effetto bomba sulla
sensibilità dello scrittore. Che la mia storia vi piaccia o meno ha importanza,
ma relativa, la cosa più importante è il rispetto di me come persona (che ha
“perso” tempo che poteva dedicare ad altro) che come autrice (che dopo due anni
finalmente è riuscita nuovamente ad esprimere le proprie sensazioni).
Io rispetto tutti, voi, però,
rispettate me.
Le critiche devono essere
COSTRUTTIVE. Nessuno vi obbliga a commentare, ma se vi sentite di farlo,
criticate lo stile, la grammatica, l’analisi, la storia in sé, ma sempre con
educazione e rispetto, per favore.
Spero abbiate compreso. Mi scuso
per il mio sfogo e vi ringrazio in anticipo (_ _).
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