Eat, Sleep, Rave, Repeat di OperaIncompiuta (/viewuser.php?uid=522865)
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Eat, Sleep, Rave, Repeat
Eat,
Sleep, Rave, Repeat
Nico si scrocchiò il collo. Erano in coda da più
di
un'ora ma finalmente poteva vedere il traguardo, ovvero il
banco
per le iscrizioni.
Doveva ammetterlo: all'inizio era scettico, però
alla fine Jason l'aveva convinto a partecipare. Così Piper,
la
ragazza del biondo, li aveva gentilmente accompagnati alla vecchia
fabbrica abbandonata per partecipare al concorso di ballo,
sponsorizzato da una casa discografica, per girare il video del remix di Calvin Harris di "Eat, Sleep, Rave, Repeat".
Il fatto era che non si trattava del solito concorso di ballo: in
questo particolare evento, non vinceva chi ballava meglio ma chi durava
per più ore consecutive. Le sole pause permesse: quelle per
andare in bagno. Il premio in palio: 5000$ in contanti all'ultimo
superstite.
E proprio il premio era stato l'argomento che alla fine aveva convinto
Nico. Era un giovane universitario, in fondo, e viveva in un
appartamento in affitto con Jason: chi mai avrebbe rinunciato ad avere
soldi facili?
Arrivati finalmente al banco, il biondo iscrisse tutti e due alla
competizione, poi assieme si diressero verso i due addetti alla
consegna
delle pettorine, in modo da avere un numero identificativo. Il
primo addetto disponibile fece cenno a Jason di avvicinarsi,
così Nico dovette aspettare che si liberasse il secondo. Per
passare il tempo, osservò il ragazzo che lo avrebbe
"numerato": era un biondino magro e abbronzato, alto poco
più di
lui, con le guance lentigginose, un sorriso smagliante e due occhi
azzurro cielo. Non male, pensò. Indossava dei jeans e la
maglia nera con la
scritta dell'evento, più un giubbotto arancione fluo con le
strisce catarifrangenti.
Il ragazzo gli fece cenno e Nico si avvicinò.
«Ciao, mi chiamo Will. Per favore, alza le braccia
così ti
infilo la pettorina. Oggi sarai il numero 313» Nico fece come
gli
era stato detto e osservò il biondo legargli la pettorina
sopra
la maglietta col teschio sanguinante. Si era vestito comodo e leggero
per precauzione, con la sua maglietta preferita, i jeans grigi bucati e
delle vecchie DC nere. Voleva che niente intralciasse la sua vittoria.
«Sei molto magro. Sei sicuro di riuscire a
reggere?» Nico
inarcò un sopracciglio.
«Non mi pare siano affari tuoi» Inaspettatamente,
il biondo alzò lo sguardo e gli sorrise.
«Invece mi sa di sì, Ragazzo col teschio. Si da il
caso
che io sia qui come paramedico, anche se ora mi hanno incastrato a
distribuire pettorine. Se tu avessi un collasso in mezzo alla pista,
per me sarebbe un bel problema!» Nico sbuffò e si
voltò per andarsene.
«Bene, allora farò in modo di non arrecarti
disturbo» e si allontanò senza voltarsi. Poco dopo
venne
affiancato da Jason.
«Ehi, che ti ha detto quel biondino?» Nico
liquidò
il discorso con la mano, avviandosi verso l'ingresso della fabbrica.
Ora vedrai, signor
Paramedico, quanto è forte Nico di Angelo!
*
Nico quasi non ci credeva: alla fine, non era stato abbastanza
forte!
Lentamente venne accompagnato da un assistente a bordo pista, dove si
appoggiò alla parete e strisciò lungo il muro fino
ad
accasciarsi a terra. Dopo otto ore di ballo ininterrotto, aveva alla
fine ceduto quando erano rimasti a malapena in una decina. Era
incavolato con se stesso, avrebbe preso a testate il muro se solo ne
avesse avuta la forza!
Mise la testa tra le ginocchia e chiuse gli
occhi per combattere le vertigini.
Forse, dopotutto, avrebbe dovuto mangiare qualcosina di più
a
cena, oltre alla sua solita insalata. Ora la testa gli girava come una
trottola ed era sicuro che, se avesse provato ad alzarsi, sarebbe
caduto come un sacco di patate.
«Ehi, tutto bene?» Una mano calda si
posò sulla
sua spalla. A fatica alzò la testa per dire al nuovo venuto
che
No, non stava bene e che, sempre se ci teneva alla mano, avrebbe fatto
meglio a non toccarlo perché Nico odiava essere toccato.
Invece,
si ritrovò imbambolato a fissare due occhi azzurro cielo.
«Ti ho chiesto se stai bene» ripetè
più lentamente il ragazzo che, otto ore prima, gli aveva
dato la pettorina.
«S-sì, sto bene» balbettò
Nico, improvvisamente a disagio.
Di tutti i paramedici presenti sul posto, a lui era dovuto capitare
proprio quello che aveva insinuato non ce l'avrebbe fatta? Il destino
si divertiva proprio tanto a prenderlo per i fondelli!
«Hai un aspetto orribile, hai mangiato qualcosa di
recente?» Nico dissentì con la testa.
«Non nelle ultime otto ore. E a cena ho mangiato solo un
insalata»
«MA SEI SCEMO?» inveì improvvisamente il
biondo. Il
moro lo fissò sorpreso: certo non si aspettava una reazione
del
genere. «Pensavi davvero di riuscire a finire a stomaco
vuoto?!
Hai la minima idea di cosa il tuo corpo ha passato nelle ultime ore?!
È già tanto se non sei svenuto ore fa!»
Detto
ciò, tirò fuori da una tracolla una banana fresca
e un
gatorade all'anice e glieli porse.
«Adesso tu non ti muovi da qui finché non avrai
finito
entrambi! E io ti controllerò come un falco
perché non mi
fido del tuo giudizio, Signor Sono Abbastanza Forte!» Il moro
l'osservò, vagamente
stupito.
Nessuno si era mai permesso di parlare così a Nico di Angelo
(perlomeno, nessuno che poi fosse sopravvissuto per raccontarlo).
Invece, quel biondino l'aveva appena fatto e, chissà
perché, Nico non aveva alcuna voglia di ucciderlo.
Ah... Questo
sì che è strano.
Senza dire una parola, accettò entrambi gli oggetti e
cominciò col smangiucchiare la banana, per poi mandare
giù
un sorso della bevanda: certo, non era proprio un grande abbinamento di
sapori ma già cominciava a sentire i primi effetti positivi.
Il
biondo si acquattò di fronte a lui con un'espressione
preoccupata.
«Dov'è il tuo amico? Non l'ho più visto
in giro» Nico inarcò un sopracciglio.
«Come fai a sapere che sono con un amico?»
«Perché vi ho visti parlare sia prima, dopo che
sei
scappato dal banco delle pettorine, sia dopo, mentre ballavate assieme
in pista. A proposito, hai proprio un bello stile: io, quando
ballo, sembro un epilettico con una scopa nel culo!» Nico
l'osservò stupito poi scoppiò a ridere. Era
proprio
strano, quel paramedico.
Gli tese una mano. «Io sono Nico» Il biondo gliela
strinse.
«Piacere, Will»
«Sì, l'avevi già detto»
«Volevo solo
essere sicuro che lo ricordassi» poi gli fece l'occhiolino.
Nico
ci rimase di sasso: quel biondo stava per caso flirtando?
Si
concentrò sulla sua banana. «Comunque Jason ha
mollato ore
fa. Credo sia venuto a prenderlo la sua ragazza» Allora il
biondo
inclinò la testa.
«Se vuoi, mentre che mangi, posso chiamare qualcuno per farti
venire a prendere»
«Uhm, sì: è una buona idea»
e, senza pensarci
due volte, gli tese il cellulare. «Cerca "Hazel" tra i
contatti:
è mia sorella, verrebbe a prendermi anche in capo al
mondo» e Will cominciò a smanettare sul suo
telefono.
Poi l'apparecchio vibrò tra le sue mani.
«Uhm, il tuo amico Jason ti ha scritto ora che lui e
Piper ti stanno aspettando fuori»
«Ah ok, meglio così: non dovrò
svegliare
Hazel» e tese la mano per farsi ridare il telefono. Il biondo
lo
aiutò ad alzarsi e si assicurò che si tenesse in
piedi.
«Sei sicuro di farcela? Forse è meglio se aspetti
qualche minuto»
«No, va bene. E poi, l'uscita non è
lontana» Il biondo assentì con la testa poi gli
sorrise allegro.
«Beh comunque, se mai ti servisse un consulto medico lampo o
non sapessi
con chi passare il sabato sera, per sicurezza ti ho inserito il mio
numero sul cellulare» Nico strabuzzò gli occhi,
osservandolo
infilarsi la tracolla.
«Spero proprio che lo userai» e, con un ultimo
sorriso, se ne andò senza voltarsi.
Nico lo osservò esterrefatto sparire tra la folla. Poi
prontamente controllò il telefono.
Il numero c'era, non stava
scherzando! E aveva perfino salvato il suo nome con un cuore vicino.
C'era da dire che aveva fegato!
Nico si avviò all'uscita, meditando sull'accaduto. Trovata
la
macchina di Piper, salutò entrambi gli amici e insieme si
avviarono a casa. Mentre osservava la strada passare velocemente dietro
i finestrini, realizzò ciò che era appena
successo. Allora
mise mano al telefono.
"Sabato prossimo ho in programma di andare a pattinare. Ti andrebbe di
venire a farmi da assistente sanitario personale, nel caso dovessi
cadere?"
La risposta arrivò tempestiva.
"Tutto pur di evitare di rovinarti quel bel culetto ;P"
Nell'oscuro abitacolo della macchina, il moro ghignò
compiaciuto.
Forse, dopotutto, quella sera aveva vinto qualcosa anche lui.
*
*
*
*
*
Note
dell'Opera:
...quando le cose escono così, dal nulla, senza un
perché!
Boh, diciamo che è anche un momento in cui le canzoni (e i
relativi video) mi ispirano abbastanza! ^^"
Spero vi sia piaciuta questo piccola One Shot perché io mi
sono divertita un sacco a scriverla! (anche se, così, ho
usato tutta la mia pausa pranzo)
Viva il No Sense!
La vostra
OperaIncompiuta!
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