Dispiaceri e Ripresa - La Chiamata
L'INCONTRO DELLA MIA
VITA
Dispiaceri e Ripresa
- La Chiamata
Mr.
Armstrong Billie Joe,
After a glorious long
way,
it extinguishes the
life of the
as dear and beloved
Mrs Maria Ferrari.
Gives the sad
announcement of it
Mr. Paolino Signoritti
and Mrs. Laura Bianchi
and all of her
darlings friends
of the cafe Colombo.
They invite all to
participate in the funeral ceremony,
that will be held in
Milan,
Friday 6 March at
11.30,
in the street Farini
Carlo,
in the Parish Catholic
Church S. Antonio da Padova;
and the burial in the
Monumental Cemetery
in the Square Cimitero
Monumentale.
We rigorously invite
you to come in Italy,
in how much the last
wishes of her grandmother,
are your presence to
the mass. *
*(Signor Armstrong
Billie Joe, dopo un glorioso lungo cammino, si spegne la vita della
cara e amata signora Maria Ferrari. Ne danno l'annuncio il signor
Paolino Signoritti e la signora Laura Bianchi,e tutti i suoi
cari amici del bar Colombo. Sono invitati tutti a partecipare al
funerale, che si terrà a Milano, venerdì 6 marzo
alle 11.30, in via Carlo Farini, nella chiesa Antonio da Padova; e la
sepoltura al Cimitero Monumentale. La invitiamo rigorosamente a venire
in Italia, in quanto le ultime volontà di sua nonna, sono al
sua presenza alla messa.)
Sguardo trapassante,
espressione distrutta.
I suoi grandi occhi
verde limpido ormai lucidi sono pronti per far sgorgare qualche lacrima
di dolore.
Il ragazzo corvino
tiene tra le mani la dichiarazione di morte di Maria, la madre di suo
padre.
Leggere, dal suo volto
scorgono due lacrime, le quali atterrarono sulle lettere che compongono
il nome della sua parente.
<< ...
Granny... >>
Si ricordava molto
bene le giornate passate insieme a lei.
Da piccolo, gli era
capitato di andarla a trovare in Italia nella piccola cascina in Emilia
Romagna, appartenente alla famiglia della nonna.
Al piccolo Billie, la
nonna piaceva mostrare mungere le mucche, raccogliere le spighe,
mietere il grano, fare la mozzarella e lavorare a maglia.
E lui d'altro canto si
divertiva vederla in azione.
Ormai lui è
adulto.
Trentasette anni
compiuti, tanta voglia di far emozionare ancora la gente con le sue
canzoni e la sua grinta.
Ma in questo momento
il peso degli anni ricade su se stesso.
Non si sente adulto,
si sente bambino.
Un bambino, a cui
manca l'affetto.
E' vero, suo padre
è morto solo quando lui aveva dieci anni, ed era stata la
sua perdita più grave, ma nonostante tutto sotto gli sforzi
della madre, ha cercato anche lui di tirare avanti pur avendo commesso
tanti errori.
E adesso, tutto d'un
tratto, gli compare il telegramma di colei che adorava tanto.
Si lascia andare
completamente.
Siede lentamente sul
divano, e poi si sdraia avvolgendosi con un grosso cuscino.
I suoi occhi colmi di
tristezza si rilassano, cercando di trovare riposo.
Lui, l'uomo simbolo
dei Green Day, ora richiede la calma.
Lentamente, qualche
lacrima sgorga ancora e poi si lascia andare ad ogni pensiero
addormentandosi sul divano.
Eccola.
Lui la vede
chiaramente.
Lì, in
mezzo ad un chiaro spazio temporale, dove la luce è suprema,
distingue chiaramente la sagoma della donna mancata.
Tutto ad un tratto,
ritornando nei suoi più profondi ricordi, si ritrova ad
osservare un ricco paesaggio collinare.
Ed ecco che davanti a
lui c'è se stesso, il piccolo Billie.
Sta scappando come un
forsennato, lontano da un'oca alterata che era intenta a beccarlo.
Ora ricorda
perfettamente.
Quell'oca non lo
poteva sopportare. Lo odiava profondamente per il fatto che era gelosa
di lui, di quando la nonna rivolgeva le attenzioni al bambino, e non
all'animale.
<<
Nonna! >>
Lui scappa, scappa.
Quando finalmente
scorge la donna sotto il piccolo tettuccio della cascina, al riparo dal
sole mentre strizza un panno. Aumenta la velocità e si
fionda da lei.
<<
NONNA! >>
In quel istante, Maria
si gira verso il piccolo e lo prende senza esitare in braccio.
<<
Ancora quell'insulsa oca... >>
Il pennuto si agita,
in cerca di prenderlo, e Billie la osserva ormai senza pericolo
dall'alto. Però l'animale gli fa comunque paura, per questo
il piccolo è in cerca ancora del petto della nonna, scosso.
<< Vai
via, Luisa! >>
La signora Maria agita
un braccio cercando di mandare via l'animale, il quale comprende e si
allontana.
<<
...Non ti preoccupare Billie... Adesso troveremo un sistema, che
è troppo insistente quell'oca! >>
Il bambino non
risponde, ma si limita solo ad osservare la nonna dal basso, e lei gli
rivolge un sorriso.
Adorava la sua nonnina.
Era l'unica che a quel
tempo riuscisse a dargli le dovute attenzioni, quelle che non aveva mai
avuto nella sua prima famiglia, dove veniva maltrattato e calciato in
mezzo alla strada.
Il corto periodo in
Italia, serviva anche ad aiutare economicamente e fisicamente sua
nuora, che con il peso di sei figli da accudire, era stremata.
Billie ricorda.
Ricorda che sapeva
parlare un bel po' di italiano acquisito vivendo in Emilia Romagna, ma
lo scorrere del tempo aveva rimosso i suoi più remoti
ricordi della lingua.
<< ...
Nonna... >>
Sì. Quello
era riuscito a ricordarselo.
Ci teneva
particolarmente a quella persona.
Ma lui lo sa che
comunque ha vissuto una lunga vita, e che inevitabilmente sarebbe
successo, come tutti gli esseri viventi.
E' deciso e
perfettamente consapevole. Si risveglia di nuovo, prende la sua giacca
ed esce di casa, pronto ad avvisare i suoi amici.
Oltre al dolore della
perdita della nonna altri pensieri li offuscano la mente e lo
distraggono dalle sue normali giornate trascorse a casa...
<< The
boing 727 is now departing. We beg the kind passengers to reach the
gate n. 12, as soon as possible...;
El boing 727 es en
salida, rogamos a los gentiles pasajeros de ir al gate n.12 al
más pronto...;
Il Boing 727
è in partenza. Preghiamo i gentili passeggeri di recarsi al
gate n. 12 al più presto...;
Le boing 727 est en
train de departir, les passagers atteindront la porte n°12
vite...;
Der boing 727 landet,
die passagiere sollen das tor erreichen n°12 schnell...;
Boing 727 находится в
отъезде, мы просим любезных пассажиров идти в ворота n.12 к more'
скоро...;
O boing 727
está en partida, nós imploramos os passageiros
amáveis que vão para o portão n.12
rapidamente...;
הבוינג 727 עכשיו יוצא.
אנחנו מבקשים את הנוסעים הטובים לב להגיע לשער N. ,12 בהקדם האפשרי...;
Boing727はもう、着陸しています。
乗客はできるだけ早く、ゲート12に着くものとします。>>
L'uomo dagli occhi
smeraldi risiede su una delle tante poltrone dell'aereo ad ascoltare le
innumerevoli frasi della speaker. Cerca di ricordare quel poco di
italiano che sa, ma non ci riesce. L'unica cosa di cui si è
accorto, è la presenza di una frase in quella lingua tanto
tradizionale fra tutte quelle di servizio per le comunicazioni.
Le sue intenzioni sono
di andare a trovare la tomba della nonna; il giorno seguente dopo aver
risieduto in hotel la notte, sarebbe tornato immediatamente in America.
Ma
non avrebbe mai pensato ad un imprevisto...
Sono passate nove ore
di volo. Quello è un particolare aereo, poichè
non deve fare transazioni in Germania per passare in altre nazioni, ma
raggiunge direttamente l'Italia senza mezze vie.
<< We
inform the kind passengers of the Boing 727, that they have reached
destination. We beg all whether to go down from the airplane, graces
and good day...;
Informamos a los
gentiles pasajeros del Boing 727, que han llegado a destino. Rogamos
todo cuanto a bajar del avión, gracias y bueno
día...;
Informiamo i gentili
passeggeri del Boing 727, che sono giunti a destinazione. Preghiamo
tutti quanti a scendere dall'aereo, grazie e buona giornata...;
Nous informons les
passagers gentils de Boing 727, que ils ont à destination.
Nous tout le monde de... >>
All'annuncio
informativo, Billie prende le sue valigie, si poggia sulla testa un
cappello per farsi riconoscere il meno possibile dalla gente che
fortunatamente non ha notato niente di particolare, e scende
dall'aereo, proseguendo per la lenta fila di persone fino a terra ferma.
Sbocca fuori all'aria
aperta, di fronte alla luce quasi accecante del sole.
<< I
have arrived. >>
Siamo una classe di
squilibrati, non c'é nient'altro da dire.
Ormai ci conosciamo
tra di noi come le nostre tasche, o per meglio dire ci conosciamo come
sappiamo il nostro nome.
Abbiamo trascorso
interminabili anni di studio assieme, e ormai quelli sono gli ultimi
mesi del nostro percorso assieme.
Io sono una ragazza
della 5 Ber, studente del liceo tecnico Schiaparelli. Il mio indirizzo
era L'E.R.I.C.A., che può essere interpretato per iscritto
come perito aziendale corrispondente lingue estere. Non è da
confondere con il P.A.C.L.E. come suggerivano le iniziali del nome per
esteso. Il mio indirizzo è nuovo e diverso rispetto il
P.A.C.L.E., per motivi che ancora non so.
Che potrei dire?
La cosa più
evidente da sottolineare per il mio sentimento di realizzazione,
è stato raggiungere finalmente il peso forma tanto
desiderato. All'età di quindici anni pesavo 66... ora
finalmente faccio 55 chili per 1 metro e quasi settanta di altezza.
Sono cresciuta ancora un poco in questi cinque anni.
Ho deciso qualche
settimana fa di cambiare il colore naturale dei miei capelli,
portandolo ad un rosso castano, non passionale come si intende
normalmente. Per descriverlo, posso dirvi che è molto simile
quello di Ashlee Simpson da cui ho preso spunto.
Ho una buona media a
scuola: con vari sforzi ho raggiunto finalmente il mio obbiettivo,
ovvero un bel 8 in tutte le materie, tralasciando quelle in cui andavo
meglio.
Non ho mai seguito la
massa di gente, e non lo faccio ancora. Credete che sia una di quelle
sperdute mentalmente di bimbeminkia che circolano oggi?
Ma per
carità.
Odio quella gente,
odio l'house... Ascolto generi come punk, metal, epic metal,
alternative, goth (come interpretazione generale) e adoro la musica
giapponese, sopratutto il j-rock. Adoro i manga, che sono la mia
più sconfinata passione... Adoro disegnare: dopo anni di
cambiamento, sono riuscita a definire finalmente un mio stile: per
descriverlo potrei fare un milk shake di Kishimoto dell'insuperabile
Naruto e Obata del mitico Death Note.
Adoro vestire punk, ma
di norma vesto più sportivo che punk, anche se mi perderei
volentieri nello stile zuccheroso delle gals giapponesi.
Finisco con il dire
venero una persona in particolare...
Ormai per lui
è una passeggiata fare viaggi sugli aerei.
Cominciando da quando
era arrivata l'età dei suoi concerti oltre-oceano molto
ricorrenti, era diventata un'abitudine fissa fare voli.
Sceso dall'aereo, si
avvicina a tutti i passeggeri per raccogliere le valigie riposte
nell'enorme bagagliaio.
Prende uno dei tanti
taxi all'aeroporto, e si fa consigliare dall'autista un quartiere
abbastanza fornito di hotel dove alloggiare temporaneamente, e dove
possibilmente abbiano una buona conoscienza della sua lingua madre.
E il posto
consigliatoli è la conosciutissima Stazione Centrale di
Milano, ove si possono avere tutti i servizi di cui un extra-europeo
come Armstrong ha bisogno.
Si erge a destra, di
fianco l'imponente monumento della Stazione, consolidato tra palazzi
alti ben raggruppati e consumati dal clima e dall'aria inquinata della
città il Mini hotel Aosta, uno dei più celebri
della zona nella categoria dei tre stelle.
Il frontman non perde
tempo in distrazioni, e punta diretto verso il suo soggiorno notturno,
per abbandonare la sua piccola valigia in stanza;
concedendosi un momento di relax conseguente, facendo un piccolo giro
di Milano ricordandosi quelle ridicole poche volte che era venuto in
compagnia delle sue due parti di se mancanti a fare i mini-concerti
milanesi in puro Green Day-style.
Entrato all'ingresso,
di fronte al banco c'era una bella signora, slanciata ed esile, ma
davvero affascinante. Portava il completo dell'albero con un tocco di
classe.
Billie si avvicina e
chiede informazioni.
<< Hi,
lady. I had book a room to stay there... Can you understand me, right?
>> Parlava in modo alquanto indeciso, tipico di una
persona fuori luogo.
<<
...Yes. I know a lot of english, sir. >>
<<
Sure... So, I'm Armstrong... Ehm... Can I have the keys, please?
>> In base ai gesti, alla pronuncia e alla grammatica
differente, si capiva al volo che proveniva dagli States, e il suo modo
di fare punk lo accentuava ancora di più.
<< Ok,
here it's the key. I guide you Mr. Armstrong to your room. Follow me,
please. >> La donna si volta verso il pannello dove sono
appese centinaia di chiavi, in un movimento fluido dei suoi capelli
trascinati sincronizzamente con il corpo. Prende il mazzo necessario, e
si avvia su per le scale, facendo strada al ragazzo dai capelli
sbarazzini.
<< Here
there's your room... >> La donna apre la serratura con
decisione, spalancando agli occhi del ragazzo il disperdio della stanza
sommariamente lussuosa.
E' piccola, ma non fa
importanza: basta, e avanzava pure per rimanerci pochi giorni e
soprattutto per un tipo dalla vita vissuta difficile come Billie Joe.
Il letto è
sovrano in mezzo a quel poco nitido spazio illuminato fiocamente dalla
luce proveniente dal corridoio, è in stile
pressochè moderno.
Opposto parallelo le
finestre con vista sulla famosa piazza, vi è un modesto
mobile di ebano opaco, composto da quattro larghi cassetti in basso e
tre scaffali rispettivamente uno sopra l'altro completamente vuoti. Di
fianco il letto a due piazze, vi è un piccolo minibar ad
altezza eguale il materasso, collegato alla corrente con un corto
spinotto.
Di fronte il letto
c'é un piccolo mobiletto con appostato uno schermo piatto da
32''.
La donna tira su la
tapparella e apre una finestra sulla parte superiore, e immediatamente
la luce radiosa del sole si posa su ogni cosa. Le multiple tende
semi-trasparenti color rosa pesca cominciano ad alzarsi e riabassarsi
con un movimento respiratorio, scosse dal venticello pre-primaverile.
Il resto della camera
è spoglio, non vi sono particolari mobili, apparte la porta
di ingresso ad un misero bagno elegante, composto da lavandino,
gabinetto, doccia e specchio sopra il lavello.
L'hotel offre un
servizio di mezza pensione, ovvero la colazione al mattino.
<<
That's all. Have a good day. >> La signora sorride
dolcemente, chiude la porta e scende le scale, tornando al suo lavoro.
Billie invece perde
ancora qualche secondo a contemplare quelle quattro mura che
costituivano la sua casa temporanea.
Ora che è
arrivato a Milano, ed ha pure raggiunto il suo appartamento,
può concedersi un giro per quella grigia città.
Prende a constatare
con svogliatezza le chiamate ricevute durante il volo, mentre prosegue
il suo cammino senza meta uscendo dall'hotel.
Non è mai
stata una delle nazioni preferite della band.
Si nota semplicemente
dalla delusione che si legge sui componenti del gruppo alla sola vista
del pubblico italiano così decimato ai loro concerti, o
delle scadenti aree dove tenere il loro spettacolo: assolutamente
ridotto come spazio, sempre poco illuminato nel pericolo di inciampare
e addirittura cadere sulla pista, soprattutto nei riguardi dello stesso
Armstrong che ha bisogno di muoversi, di esprimersi, di animare ogni
qual concerto.
E poi si sa: ormai
molti degli abitanti di Milano sono fissati con la discoteca, e
travolti dalla stupida spinta della moda di città. Cose
totalmente differenti lo stile di vita del Gilman 924.
Corro.
Corro come una matta.
Dio solo sa che cazzo ho in testa
oggi.
Ma una cosa
è certa: sto per perdere l'ennesimo tram all'angolo della
Stazione Centrale. Lo vedo accellerare di fianco a me, non so se ho la
possibilità di raggiungerlo.
E non sono sola.
Dietro di me corre
anch'essa con velocità spropositata la Mia Sakura-chan,
ovvero la mia amica Diane.
Siamo migliori amiche.
Non Best, non Bè, Non Bezzy, ma migliori amiche. La chiamo
appunto Sakura poichè anni addietro abbiamo fatto cosplay
delle due bellezze di Naruto, ovvero Sakura e Ino, e siamo sicuramente
pronte a fare ancora finalmente dopo anni di attesa per problemi vari
il cosplay di Shippuuden.
Le mitiche rilavi
eterne in amore... e che amore, ragazzi.
Consideriamo la grande
passione per mia per Sai, Shikamaru e Sasuke; e quella della rosa
sempre per l'emo rincitrullito.
Riderei con piacere!
Io odio quei moretti.
L'unico che mi va a
genio è il mio compagno di team, il resto lo posso scaricare
comodamente nel cesso.
E che dire per Diane?
Lei porta avanti una coppia forte, come la NARUSAKU! Altro che
NaruHina... quando sappiamo ormai per certo che la rosa ama il biondo e
viceversa.
Io ho sempre
parteggiato per un pairing al di fuori del mondo e dello spazio: GaaIno
è il mio unico shine shine.
Non posso descrivere
con semplici parole tutto quello che li potrebbe avvolgere in una
romantica storia d'amore, lo potete benissimo intendere dalle mie
fanfic di vecchia data.
<<
Muoviti porca puttana! Quello è l'ultimo che passa oggi!
>> Sbraito voltando la testa qual volta dietro di me, in
direzione della mia amica. Tiro fuori il cellulare, quell'odioso N70
dalla tasca del mio giubotto poichè sento trillare
l'aggeggio al suono di Brain Stew: è mia madre che chiama.
Rispondo sbuffamente e nervosamente alla chiamata.
<<
Mà, ti chiamo dopo. Ciao! >> Metto
giù e lo ripongo in tasca alla cavolo.
<<
Cazzo, non ce la faccio più! >> La comprendo,
ma di certo non voglio fare tutto il tragitto fino a Niguarda a piedi.
Fare il giro con la metropolitana sarebbe stato un problema per Diane
che avrebbe dovuto fare un giro lunghissimo, poichè avrebbe
seguito me fino a Niguarda e poi preso il 4 per Zara. Noto con piacere
che il tram si è fermato di fronte la stazione per il
semaforo, e per il notevole groviglio di traffico che caratterizza la
piazza.
<<
Evvai! Così lo raggiungeremo subito! >> Dietro
di me Diane ride un poco.
E
mai porca miseria sarei stata bene come questo giorno.
Ho ancora il capo
volto dietro di me, quando inconsciamente vado a sbattere contro una persona.
Nella mia testa bacata
si formano tanti pensieri di rabbia per l'impossibilità di
raggiungere il mezzo in tempo, che comunque riesco a trattenere.
Il tizio di fronte a
me meno male non si è fatto niente apparentemente, non
valutando la caduta di qualche suo oggetto a cui non ho prestato
attenzione.
Raccatto il tutto con
estrema agilità, mentre Diane corre ancora verso la fermata
successiva. Rallenta e si ferma a circa trenta metri da me.
Non faccio caso ad un
fattore di estrema importanza: al tizio gli è caduto il
cellulare a terra che è giusto dello stesso modello il mio,
quello che tenevo tra le mani.
Uso metterlo in una
calza verde ogni qual volta che lo uso, ma in questo momento la calza
stava nella borsa!
Raccolgo un mazzo di
chiavi ed il telefono del tizio, senza far caso alla uguaglianza con il
mio, pensando giusto che quello di mia appartenza fosse quello cadutomi
vicino.
Gli ridò
tutto nelle sue mani, non degnandolo di un minimo sguardo sibilando
leggermente un piccolo "scusa" e ricomincio a correre.
Intanto vedo il volto
di Diane un pò scosso.
<<
Muoviti, baka! >> La prendo per il braccio e riprendiamo
a correre sfrecciando verso la fermata.
Sul tram non faccio
altro che notare lo sguardo confuso della mia amica.
<< Che
hai? >> Faccio non curante del tono scazzoso che ho.
<< ...
Non l'hai visto in faccia? >>
<< Chi?
>> Rimango un pò perplessa.
<<
Quell'uomo su cui sei andata a sbattere... >>
<< No...
E chissene! Speriamo non se la sia presa... Comunque sarà una persona che non
reincontrerò mai più, quindi cavolo
frega! >> Abbozzo alla cavolo un sorriso... l'unica cosa
stupida che posso fare.
<<
Bho... Comunque sembrava un pò Billie! >>
<<
COSA?!!! >> Non faccio a meno di urlare per tutta la
lunghezza del mezzo. La gente si volta verso di me, e mi faccio piccola
piccola.
<< Ma si
avrò visto male... Comunque un pò ci
somigliava... >> Continuo incerta.
<<
Cazzo!!! Non riesco mai a notare le persone che assomigliano a Billie!
Ne voglio uno tutto per me!!! >> Non riesco a contenermi.
Lo adoro troppo quel buon uomo.
<< E
allora?... >> Continuo.
<<
...Come procede con l'operazione C.U.L.O.? >> Dico
beffardamente.
<<
Madò!!! Che gnocco!!! Basta, basta!!! >> Ha
cambiato atteggiamento all'improvviso. So quanto le piace il ragazzo
dell'officina vicino casa mia.
Continuiamo a parlare
senza un filo logico fino all'arrivo a casa.
E
il bello stava per arrivare...
Ha fatto una serie di
chiamate che non sono servite a granchè. Infondo non tutti
capiscono gli stranieri.
Scorge per l'ennesima
volta la rubrica ed arriva a visualizzare sullo schermo il nome
"Sakura". Gli sembra bizzarro e preme il pulsante per l'avvio alla
chiamata.
Gli serve veramente
quel telefono. All'interno sono racchiusi tutti i suoi dati, sono come
la sua agenda colma di appuntamenti, riunioni, annotazioni, eccetera.
La tipica suoneria dei
Nokia, l'inconfondibile, quella che tutti conoscono a memoria. Il
telefono di Diane squilla altonante all'interno della tasca del suo
giubotto.
Sulla schermata appare
il nome "Ino".
<<
Fì, fire? >> Fa lei. E' un nostro modo
contorto di parlare, frutto dei nostri personaggi scemi (quella
è la tipica frase di Kabuto che rivolge a Orochimaru).
<<
Ehm... That's not my cell... I change mine with another one... So, Can
you tell me whose is this cell? >> Diane rimane
straniata. Capisce tutto dato che il suo è un perito
aziendale di lingue, ma la prima cosa che le viene in mente
è che sono io a fare la deficiente con una voce cammuffata.
<<
Marica, smettila e parla italiano! >> Dice col sorriso
sulle labbra.
<< ...
Ehm, sorry I'm american! >> 'Sta volta comprende... e
quella voce gli pare famigliare.
<<
American? >> Fa lei confusa e interdetta.
<<
Yes... Do you know whose is this cell? >> Pronuncia la
frase nel modo più comprensibile possibile.
<< It's
my friend'... Who are you? I've heard yet your voice...
>> Se la aspettava quella domanda, a cui non voleva
rispondere. Ma fu costretto.
<< ...
I'm Billie Joe Arm... >> Non fa in tempo a fare
spiegazioni che un urlo dall'altra parte della cornetta schizza dritto
dritto all'orecchio di Armstrong da stordirlo per metà.
<< YOU
ARE BILLIE! WAAA!!! LET'S MEET!!! >> E' ultra eccitata.
Adoriamo troppo Billie, e non vi dico quanto io...
<< Sure,
I must have my cell back. I need a lot it. >>
<< YES,
YES, YES!!! >>
...
Ricevo una telefonata
a casa. Vado svogliatamente a raccattare il telefono da terra dove sta
a caricare e rispondo alla chiamata.
<<
Pronto? >> Ho una espressione contratta.
<<
MARICA, HAI IL TELEFONO DI BILLIE!!! VE LO SIETE SCAMBIATI QUANDO L'HAI
SCONTRATO ALLA STAZIONE!!! WAAA!!! >> Non vi dico niente
della mia espressione da svenimento che ho.
HAPPY B-DAY BILLIE!!!! *3* 37
ANNI!!!
TI AMO TESOROOOOO!!!
OK, A PRESTO!!!
AGGIORNERO' DUE VOLTE AL MESE CIRCA.
*_SABAKU NO INO_*
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