novelle di coltelli da burro e picche

di Irian
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Eh sì, lo so, meriterei un calcio sulle gengive, perché con due long da continuare e un compito di matematica alle porte scrivo questa flashfic.
 
Alla mia persona
 
Avevi uno strano sguardo, quella mattina, a mensa, mentre pranzavamo.
Me lo ricordo come se fosse ieri.
Io ero lì, con quella divisa sgargiante arancione e bianca, con i capelli legati in due codini altissimi, e tu eri lì, seduto accanto a me, tranquillo, a mangiare la tua insalata.
Quando Jack si sedette al tavolo davanti a noi aveva un sorrisetto strano e malizioso dipinto in faccia; si rigirava il suo coltello tra le dita.
“Ti odio” si rivolse a te, e tu fermasti il boccone che ti stavi portando alla bocca per guardarlo trasversalmente
“Spiegami il senso di questa frase in questo momen-“avevo distolto lo sguardo per un minuto, e ora tu eri lì.
Pallido, sanguinante.
Il coltello nell’occhio.
Con estrema calma ti tolsi semplicemente il coltello dalla pupilla e ti bendasti con il tovagliolo.
“Accecarmi con un coltello ti sembra divertente?”
“No, ma questo non è un coltello, è un coltello da burro” rise e si alzò in piedi.
Io ancora tremavo per l’accaduto.
 
Il giorno dopo Jack era morto.
 
La sua testa sanguinante era conficcato su un’asta di metallo lucido, nella sua camera.
Il corpo era sparito, ma la testa era là con gli occhi ancora aperti.
Alla base del bastone (o meglio, della picca) c’era una scritta.
“E’ un coltello da burro”.
 
L’ultima cosa che vidi fu il tuo sorriso sghembo, mentre anche la mia testa penzolava giù.
E’ un coltello da burro.

Angolo dell’autrice che NON FA USO DI COLTELLI DA BURRO
La storia del coltello da burro e della picca è nata da un misto di follia, Trono di Spade e altri libri.
Questo è un regalo di compleanno (in ritardo) per Manuela (a cui è stato regalato un coltello da burro tra l’altro), a cui è appunto dedicata la storia.
E cioè…basta.
Addio.
IRIAN.
p.s. viva le picche!!!

 




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