Ying e Yang
Il frutto del caco era stato colto 6 volte, sotto il suo scuro tronco
dove giacevano ambrate le sue foglie morte una liscia lapide in pietra
bianca nella sua nettezza e liscia perfezione, unico ricordo del leader
deceduto 6 anni prima dando alla luce la manifestazione in terra
dell'equilibro ed armonia, il caos e il disequilibrio, due gemelli la
cui esistenza era fonte di gioia immensa...
Mentre il Portatore leader del loro clan si spegneva fievolmente, quasi
timido, i sacerdoti annunciavano il lieto evento il miracolo di cui
erano stati graziati la nascita della divinità: Lo Yin e lo
Yang.
I due gemelli erano nati da un Omega vergine in quanto non aveva ancora
affrontato il Rito ed era recluso in una parte del palazzo in cui solo
le sacerdotesse avevano accesso...
Un giorno l'Omega si destò le lenzuola sporcate dal sangue
che colava dalla sua parte più intima ed inviolata, venne
subito esaminato dai sacerdoti più anziani e fu decretato
che il piccolo leader era stato ingravidato da una divinità
benevola, gli vennero poste domande di ogni sorta il povero piccino
tremando narrò di una presenza che ogni sera lo veniva a
trovare nelle sue stanze da circa un mese, la sera prima la stessa
presenza gli aveva chiesto se voleva donarsi e lui si era concesso a
questo essere fatto di pura luce...
I primi mesi denotarono fin da subito una sentenza di morte per il
piccolo leader, se avesse protratto la gravidanza fino allo scadere del
termine ne sarebbe morto, era comunque condannato in quanto i guaritori
sapevano per certo che soffrisse di un male incurabile. Il poveretto
una volta saputo il suo destino rifiutò di abortire ed
affrontò con gran coraggio quel terribile viaggio che lo
vedeva perdente sin dall'inizio, qualsiasi scelta avesse
preso...
Il giorno del parto lo passò tra atroci tormenti nel letto
22 ore in cui patì dolori indescrivibili solo gli ultimi
minuti i guaritori ne videro il volto rilassato e sereno come se la
pace della morte, vicina, gli avesse giovato e in meglio, gli venne
concesso come ultimo desiderio prima di morire di vedere le due piccole
creature che lo avevano ucciso si trattava di uova, due uova una bianca
con striature argentee più minuta e una di maggiori
dimensioni nera con striature ramate, non si era mai verificato un
parto simile e quindi la natura divina di quei piccoli non
venne più contestata. Il portatore toccò con mano
tremante quei lisci gusci ed insisté nel tenerli a se fino
alla fine,li strinse a sè portandoseli vicino al petto
dovettero strappare le uova dalle sue braccia rigide e gelate in pieno
rigor mortis.
La triste storia dell'Omega morto per dare alla luce i due esseri
divini non venne nemmeno divulgata il giovane leader venne dimenticato
e il suo corpo non fu nemmeno seppellito nella cripta di famiglia ma,
sotto quel albero di cachi nella parte più isolata dei
giardini reali area tanto nascosta e segreta da non essere frequentata
da nessuno a parte un ombra che fuggevole veniva ogni giorno alla
stessa ora passava pochi istanti a rimirare la lapide e poi
così come era venuta svaniva lasciando un dono.
Quel giorno vicino alla lapide si trovava un giglio nato in pochi
istanti la cui corolla splendeva perfino sul manto bianco della neve
puro come lo era un tempo l'anima del piccolo leader.
Leo camminò chino per gli infiniti corridoi del suo nuovo
palazzo un piccolo di sei anni circa ne trascinava impaziente la lunga
veste di seta: " Mamma... andiamo andiamo papà ha detto che
la mia sorpresa mi attende in cortile! Veloce veloce" Leo sorrise e si
lasciò portare dal piccino fino ai giardini interni "
Rallenta mio piccolo Kèoto sei troppo svelto la tua mamma
non riesce a starti appresso" " Va bene tanto siamo arrivati... Ecco
papà! " di fatti ecco arrivare Raphael in sella ad un
superbo destriero palomino " Papà
papà!!" il cucciolo si mise a saltellare qui e lì
come una cavalletta il secondo genitore lo vide e fece impennare il
cavallo proprio di fronte ai componenti della sua famiglia agilmente
balzò a terra, tosto dei servitori accorsero a trattenere il
destriero per le briglie " Ehi pulce come stai oggi?" Raph
posò una mano sul capino del piccolo " Molto molto bene
papà" " Scommetto che vuoi vedere il tuo regalo vero pulce?"
" Sì papà!" " Bene allora guarda alle
mie spalle che cosa vedi?" Kèoto corse dietro al
padre e fissò con sguardo attento dietro le sue spalle ma
non vide nulla " Ma papà non vedo niente" si
lagnò " Oh eppure mi pare che ci sia qualcosa di grosso alle
mie spalle... Bah strano che tu non lo veda..." mormorò il
leader pensieroso " Eppure ti dico che io non vedo niente" il piccolo
vide le mani giunte del padre emise uno strillo gioioso e si
impegnò ad aprirgliele " Dai papà... dammelo e
basta" " Ma io ti dico che nelle mie mani non troverai nulla guarda
meglio alle mie spalle" sbuffò Kèoto ma si
sforzò di guardare " Vedo i due servi con il tuo cavallo per
le briglie" "Sbagliato pulce... Volevi dire i servi che
tengono per le briglie il tuo cavallo Kèoto..."
ridacchiò Raphael quando vide il piccino sgranare gli occhi
di meraviglia e abbracciare di slancio la sue gambe, rischiando pure di
farlo cadere " Okay okay sei felice... ah ah lascia andare il tuo
vecchio ora e va a conoscerlo si chiama Inazuma mi hanno detto che
è il più veloce del mondo" si
inginocchiò Raphael per sussurrarglielo all'orecchio "
Davvero?!" " Davvero" " Che meraviglia grazie papà" " Di
nulla pulce ora va non ti trattengo oltre" "
Sììì" il cucciolo lo lasciò
andare ed allegro si diresse verso il destriero.
Raphael guardò con affetto suo figlio interagire con la
splendida bestia una mano delicata gli si posò sulla spalla
" Ahah mi sembra entusiasta del tuo regalo" " Già in fondo
gli ho donato quanto più desiderava al mondo" Leo rise
sereno Raphael amava la sua risata si girò prendendoli le
mani con le sue baciandogli amorevolmente la fronte ora sempre ornata
da una semplice tiara d'oro " E a me cosa regali?" chiese Leonardo
l'Alpha sorrise " Oh vedrai per te ho un regalo speciale" lo
attirò a se e lo baciò con passione " Ohhh
chissà che mai mi hai preso" " Vedrai tesoro ti
lascerà a bocca aperta" Leo lo abbracciò
stringendosi ancor più al suo amore e stettero lì
in piedi cinti l'uno all'altro osservando la propria creatura felice e
serena ogni cosa pareva scorrere in modo pacifico e piacevole fino a
quando Leonardo si incupì in viso Raphael lo notò
subito e ne volle sapere la ragione...
" Amore... Perché ti sei rattristato di colpo?"
" Penso..." sospiro " Penso agli altri miei piccoli... saranno
così felici dove sono?"
" Leo amore io non so dove siano non so nulla... Posso solo sperare con
te che stiano bene e al sicuro come il nostro piccolo Kèoto"
" E se così non fosse?!" Leo si allontanò
gentilmente da lui le lacrime che già copiose colavano sulle
sue guance " Scusami Raphael io...io desidererei ritirarmi se non ti
spiace..."
Il primo leader sospirò lasciandolo andare ' Come posso
alleviare il tuo tormento amore mio? Come posso aiutarti?! Mi spezza il
cuore vederti in balia di questi sentimenti tanto negativi...'
Scesa la sera e Raphael ebbe finalmente modo di coricarsi
Kèoto si era addormentato tardi forse per via delle forti
emozioni provate in quel singolo giorno fattostà che fece
dannare non poco il genitore che giunto a letto si fece vicino al
coniuge soffiò soffici parole nel suo orecchio provocandogli
un piacevole solletico lungo la colonna vertebrale " Sai ho pensato una
cosa..." " Cosa?" " E se noi due andassimo a riprenderci i tuoi
piccoli? Sai il nostro palzzo è grande e credo che a
Kèoto potrebbe far piacere una sorellina o un fratellino con
cui giocare..." "Raphie...saresti disposto ad accetare cuccioli miei ma
non tuoi? " domandò timoroso Leo cercandone gli occhi nel
buio " Per te amore qualsiasi cosa" ne baciò la fronte " E
poi possiao sempre farne di nostri" propose con malizia l'Alpha "
Nostri dici?" l'Omega stette al gioco " Nostri nostri"
sussurrò Raphael appropriandosi delle labbra del suo amato "
Nostri... Solo nostri" bisbigliò senza fiato per via della
troppa passione che li univa Leo...
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