Prompt:
"laser eyes"
A/N: Scritta per il PORN FEST #2 di fanfic_italia
Titolo ed ispirazione da Macrovision dei Depeche Mode...
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Raramente a Dean Winchester era capitato di essere
letteralmente spogliato con lo sguardo.
A parte, beh, certi sogni erotici in cui si ritrovava magicamente privo di
qualsiasi indumento, senza che lei dovesse muovere nemmeno un dito. Lì, gli
occhi dovevano pur essere coinvolti in qualche modo, no? Quindi
poteva contare. Inoltre, indubbiamente, c'erano tutte quelle volte in cui era
sicuro che una donna lo stesse vedendo nudo davanti ai
suoi occhi. Spacchettato impazientemente, per arrivare al dunque.
Magari anche ben oltre. Si capiva dall'espressione vacua e dal tono
post-coitale in cui la suddetta gli parlava una volta uscita dalle sue
fantasie.
Oh, non che per il suo ego fosse un problema avere questo effetto su una
persona. Si fosse estesa a troppe, però, gli avrebbe anche tolto il gusto di
cominciare un gioco in cui da un iniziale fuga di lei ed
un vago interesse – mascherato da menefreghismo – suo, si susseguivano occhiate
che fingevano di voler rimaner clandestine ed una volta che gli sguardi
s'incontravano, languidi, era abbastanza perché gli abiti sembrassero solo un
inutile ostacolo di cui liberarsi il prima possibile.
La questione, però, non stava affatto nel liberarsi
dei vestiti e saltarsi addosso. Quello sarebbe stato un territorio conosciuto
per lui, in cui si sarebbe mosso a suo agio. Sì, la sua scarsa esperienza con
gli uomini avrebbe potuto portarlo ad intaccare
leggermente la sua immacolata reputazione tra le lenzuola, ma lui e
l'imbarazzo? Mai stati grandi amici. Doveva essere per quello che non conosceva
nemmeno il pudore e la vergogna. Brutte compagnie, dopotutto.
Era diverso. Completamente. Prima di tutto nella lentezza. Si prendeva tutto il
tempo che non avevano (perché prima o poi Sam sarebbe
tornato e l'Apocalisse non è che stesse lì ad aspettare i loro comodi,
comunque) per osservarlo con un'intensità tale da non riuscire a staccare gli
occhi dai suoi. Come se stesse studiando ogni minimo centimetro del suo corpo;
compiacendosi di averlo riportato al suo stato originale quando l'ha fatto
uscire da... Be'. Non vuole pensarci ora.
Erano veri e propri, letali, 'laser eyes'.
Armi che lo inducevano ad immaginare che gli si
avvicinasse, scostando appena il colletto della camicia. Che le sue labbra
sfiorassero il lobo dell'orecchio, per poi scendere lungo tutto il collo,
seguendo esattamente lo stesso percorso intrapreso
dallo sguardo. Che ci fossero denti bianchi e perfetti a mordere la sua pelle
tesa, con inaspettata ferocia.
Fa distrattamente passare le dita sulla giugulare, quasi potesse sentirli
davvero. E non si sta sognando che, in effetti, che l'altro segua il suo
movimento piuttosto interessato. Vorrebbe forse prenderlo per il polso, e
levare quella fastidiosa mano di torno per continuare il suo lavoro?
Passare all'incavo, fermarvisi a sentire il battito e poi dedicarsi alle
spalle... Scorrerne rapidamente la linea, senza baciarle, per fargli sentire il
fiato caldo e la ruvida barba incolta a pochi ed
incolmabili millimetri da lui.
Se si fosse trattato di chiunque altro, a quel punto Dean lo avrebbe preso per
la nuca e l'avrebbe coinvolto in un lungo bacio, di quelli che non solo ti
tolgono il fiato ma ti lasciano pure le gambe molli,
facendoti desiderare di trovare la prima superficie disponibile su cui
appoggiarti e continuare senza paura di cadere. Muri, porte, armadi, letti.
Retro della macchina.
Lui, invece, l'avrebbe fatto proseguire senza ricambiare. Se si trattava di un
gioco di forze, di una provocazione non gli avrebbe certo concesso la vittoria
cedendo così facilmente.
Neanche quando le sue mani fossero scese a pizzicargli i capezzoli e neppure
quando avesse usato la propria bocca, o la propria lingua, per alleviare quel
dolore. Tra l'altro, dove aveva imparato cose del genere?
Sì, sarebbe stato una statua di sale. Già.
Che ora si sentisse accaldato come una ragazzina che si ritrova a condividere
pochi metri quadrati di spazio con il ragazzo che le piace, era del tutto
marginale.
Infatti. Dettaglio neppure degno di darci un pensiero.
Quando era necessario, sapeva mantenere il sangue freddo. La sua era una
studiata strategia, cosa credete?
Gli avrebbe fatto credere di averlo nelle sue mani, di essere lui a tirare le
fila e solo allora avrebbe ribaltato la situazione.
Scostandosi avrebbe ricominciato la loro sfida di sguardi e tenendolo occupato
finché non fosse risalito al livello dei suoi occhi, l'avrebbe condotto verso
il letto.
Lo avrebbe fatto sedere sul bordo del letto e per una volta sarebbe stato lui
quello che rimaneva ad osservarlo fino a quando
sarebbe stato capace di sostenerne la vista senza agire, progettando una ad una
le azioni che sarebbero seguite.
Quindi si sarebbe chinato a sciogliergli il nodo di
quella cravatta, concentrandosi poi a sbottonare la camicia. Con una
concentrazione ed una pazienza che non avrebbe
dedicato neanche a piazzare una trappola per Lilith, avrebbe fatto scivolare
via l'indumento e gli avrebbe dimostrato che in questo campo non c'era nessuno
a cui potesse essere secondo.
Senza fretta avrebbe lambito ogni centimetro delle sua
pelle, osservando di soppiatto ogni sua reazione. La sua maschera d'inumano
contegno sarebbe caduta, finalmente, accedendo in lui l'ambizione di spingersi
ben oltre. Di constatare se aveva lo stesso effetto il
tracciare i contorni con la punta delle dita, al di sopra della stoffa,
avvicinandosi fino quasi a stringersi per poi allontanarsi e ritornare sui
fianchi.
Se ciò ancora non fosse bastato, a fargli perdere del tutto la testa, avrebbe preso il loro posto la sua bocca, ormai anch'essa
arrivata a destinazione.
Non era cosa che avesse fatto spesso, ma credeva che non dovesse essere molto
differente da quanto le donne facevano con lui. Doveva solo avere l'accortezza
di tenere coperti i denti, sì. Ricordava ancora con sofferenza l'incontro con
una ragazzina piuttosto inesperta che poi era stato lui a dover rassicurare
benché fosse piuttosto – molto – dolorante.
Ma siccome questa non era la realtà, avrebbe posato le
sue labbra là dove erano febbricitantemente attese – le mani avrebbero saputo
come intrattenere l'ospite e prepararlo al seguente incontro, comunque – e non
ci sarebbero stati denti a sproposito o scomodi riflessi.
L'avrebbe sentito tremare, cercando di spingersi più a fondo ma avrebbe
aspettato le sue suppliche prima di...
“Ehi, offerta di pace, Dean.” Prima di trovare suo fratello sull'uscio del
motel, con in mano un sacchetto di carta,
completamente ignaro di aver interrotto qualcosa.
Castiel, come suo solito, è sparito nel nulla.
Sbuffa, strappando dalle mani di Sam la torta e maledicendo angeli restii a
farsi mettere le mani addosso.
La prossima volta non gli sarebbe andata così di lusso.
Oh no.