Cinque
volte in cui Mika disse a
Fedez “I love you”
e
una in cui non lo fece.
1.
“I’m
starving” piagnucolò Mika, a
metà delle audizioni di Bologna. Skin scoppiò
a ridere e gli accarezzò dolcemente i ricci, mentre lui dava
leggeri colpetti
sul tavolo dei giudici. “Faaame”
“Sul
serio, quanti anni hai?” ridacchiò Fedez,
alla sua sinistra. Mika lo guardò malissimo e gli
tirò un calcio sotto al
tavolo, che lo fece piegare dal dolore.
“Faaame!”
ringhiò. “Quando io ho fame, non capisco
niente. Niente!”
“Sei
pazzo!” ribatté Fedez, massaggiandosi la
caviglia. “Ma si dia il caso che io qui abbia mezza barretta
di cioccolata.
Alle nocciole. La tua preferita” mormorò, mentre
sventolava la merendina sotto
gli occhi acquosi dell’altro. “Te la do se dopo
chiedi pausa per fare la pipì.
Se lo faccio ancora mi prendono per incontinente… affare
fatto?”
“Deal”
Mika annuì e afferrò la cioccolata al volo.
“God, I love you”
“Tranquillo,
puoi chiamarmi ancora Federico” gli
fece l’occhiolino. Si beccò un altro calcio sotto
al tavolo.
2.
“Ti
hanno scritto frocio sul poster, come fai a
startene lì seduto a non fare niente, eh?!”
urlò Fedez, nei camerini. Mika
incassò quelle urla e abbassò la testa, con un
sospiro decisamente pesante.
“Scrivere
sui social network un post pieno di
rabbia non aiuterà proprio nessuno. Devo fare capire che
hanno sbagliato e che
sono ignoranti” ripeté Mika per
l’ennesima volta. “E tu non farai proprio
niente, appoggiami solo in questa cosa, okay?”
“Cos-?
No! Hanno rovinato il tuo poster, per il
tuo concerto! Ti hanno scritto una cosa cattiva e io dovrei
semplicemente
twittare un hashtag? Adesso ti porto di peso dai carabinieri, facciamo
una
bella denuncia e un vid- che c’è?
Perché mi stai sorridendo?” borbottò
infastidito.
Mika
si coprì il sorriso con la mano. “Che Guevara
dei poveracci”
“Bel
ringraziamento, stronzo!” gli tirò un pugno
sul braccio, facendolo ridere.
“So
cavarmela, okay? Non è la prima volta che mi
succedono queste cose” gli accarezzò la nuca e
Fede si ritrovò a respirare più
lentamente.
“Lo
so che sai cavartela. Però non mi va che ti
dicano cose cattive. Non ti conoscono, non sanno chi sei. Io
sì e mi arrabbio,
perché sono degli ignoranti, codardi di merda”
ringhiò.
“Oh,
I love you” gli diede un bacio sulla guancia.
“Grazie. Ma twitta solo quello che ti ho detto e facciamo la
foto per il Pride.
Al resto ci penso io”
3.
“Ma
stai piangendo?”
“No”
“Io
credo di sì, invece”
Mika
mise il broncio e si asciugò una lacrima
sulla guancia. Per dispetto, ruotò il busto sulla sedia
girevole e diede
ostinatamente le spalle a Fedez, che rise divertito. Non era colpa sua
se 21
Grammi era davvero bella – Federico non era il tipo che
parlava molto di sé,
quello spiraglio di emotività sulla sua vita e su cosa
pensava… l’aveva scosso.
Era un testo molto profondo e l’aveva fatto ascoltare a lui.
“Tu
sei bravo” biascicò, ma senza voltarsi. Fedez
si guardò intorno e notò che lo studio di
registrazione era vuoto. Tirò lo
schienale della sedia di Mika verso di sé, mentre questi
puntellava i talloni
per non muoversi.
“Eddai,
Freud. Non ti stavo prendendo in giro, l’anno
scorso ho fatto tutto X-Factor a piangere, mi stavo solo vendicando per
le tue
prese in giro” tirò un altro po’ e si
ritrovò Mika davanti, ancora col
broncio. “Sono
molto onorato che tu ti
sia commosso per la mia canzone” arrossì
leggermente attorno al naso. “Grazie”
“Tu
dubiti sempre della tua bravura. Perché?”
mormorò. “Sei tanto, tanto bravo, Fede. E non
servivo io per fartelo sapere”
gli strizzò una guancia. “Aw, I love you. Il mio
piccolo e insicuro coso
colorato!”
“E
smettila!”
4.
“…
oggi, non ho pensato la stessa cosa”
“What?”
mormorò Mika, sconvolto, osservando il suo
collega che giudicava gli Urban Strangers, sul palco dei Bootcamp. Non
poteva
credere che stesse per buttare fuori i due ragazzi, li adorava! Dopo la
loro
audizione aveva saltellato in giro eccitato, minacciando chiunque se li
fosse
presi in squadra al posto suo.
“Ma
comunque meritate una sedia, propongo lo
switch”
Mika
tirò un sospiro di sollievo, ma non dimenticò
quell’attimo di incertezza di Fedez. Lo seguì
silenzioso durante tutta la pausa,
finché l’altro non lo beccò ad
osservarlo vicino ad un distributore di energy
drinks.
“Mika.
Sei inquietante” ridacchiò. “Cosa
c’è? Vuoi
un croccantino?”
“Tu
cattivo con gli Urban. Li volevi dall’inizio”
alzò le braccia al cielo, confuso.
“Perché hai detto quella cosa, poverini? Non
se lo meritavano. Sei stato uno stronzo di meerda”
incrociò le braccia e lo
guardò male.
“D’accordo,
punto uno” si voltò verso di lui,
infastidito. “Non mi faccio fare la paternale da uno che ha
fatto tutte le
audizioni con la tattica del terrore amorevole” Mika
spalancò la bocca, offeso.
“Punto due…” deglutì.
“Lo so che non se lo meritavano, ma erano calanti e la
performance non ha retto il palco. La cosa mi ha fatto andare fuori di
testa,
perché sono bravi e, Cristo, così
giovani” tirò un colpo al vetro del
distributore. “Devo prepararli, ok? Perché il loro
futuro è nelle mie mani, non
di certo nelle tue!”
Mika
lo osservò in silenzio, impressionato, e lo
lasciò respirare. Federico fece spallucce e tornò
a voltarsi verso il
distributore, finché due braccia non lo strinsero forte
all’altezza dello
stomaco. “Tu sei così dolce, Fede”
“Non
sembra, eh?” biascicò, ricambiando la
stretta.
“Tranquillo,
ti aiuto io, anche se siamo nemici… because
I love you”
5.
Mika
prese un respiro e guardò il panorama: quello
era l’ultimo step prima dei live e lui si trovava in cima al
Monte Bianco per
gli Home Visit. Aveva freddo, sia dentro che fuori. Odiava eliminare i
cantanti, soprattutto se si trattava di ragazzi pieni di voglia fare,
come era
capitato a lui – cosa sarebbe successo se gli avessero
sbattuto una porta in
faccia più volte? Non se lo immaginava. Doveva dire loro di
non mollare e
cercare di essere impassibile, come un vero giudice.
Gettò
lo sguardo accanto a sé, dove Fedez stava
lentamente riprendendo colore dopo il terribile giro in elicottero, che
gli
aveva fatto quasi vomitare l’anima.
“You
okay?” rise, accarezzandogli la schiena.
“Splendidamente”
digrignò i denti. “Mentre voi vi
facevate i selfie, io ho visto la morte con gli occhi, ok?
Bastardissimi”
“Quanto
sei tragico” lo abbracciò, strofinandogli
le braccia per trasmettere un po’ di calore. “Sei
vivo, no? Ora puoi venire con
noi in piscina calda”
“Piscina
calda?” saltellò sul posto, felice.
“Perché
nessuno me l’aveva detto?! Ommioddio, andiamoci
subito”
“Finalmente
potrò vedere tutti i tuoi tatuaggi,
mh?”
“Non
li vedrai proprio tutti. Il costume ne copre
un paio, ma basta chiedere e me lo tiro giù”
scherzò.
“Così
fai scappare via Elio urlando” lo prese in
giro. “E poi, preferisco vedere i tuoi tatuaggi in privato,
voglio studiarli
tutti”
“Perché?”
“Because
I love you. E voglio conoscerti bene”
restarono abbracciati per qualche altro minuto, in silenzio, prima che
un’addetta
della produzione li chiamasse.
“Non
tiri giù il costume, vero?”
“Vedremo”
+1
Teniamoci
in contatto, ok?
Certo.
Vieni a trovarmi!
Sicuro,
ma vieni anche tu!
Frasi
lasciate qua e là, dopo la fine della nona
edizione di X-Factor. Il risultato era stato un Fedez decisamente
depresso:
tutti sapevano che quelle promesse di rivedersi valevano a poco
– anche se Elio
era andato a trovarlo nel suo ufficio e si era offerto di curare un
paio di
sound per i suoi ragazzi della casa discografica. Ovviamente, gli aveva
fatto
piacere, ma non era il giudice che voleva vedere.
Mika
non si faceva sentire da un po’ di giorni, da
quando avevano fatto insieme l’ultima intervista. Era tornato
a Londra ed era
sparito, a parte qualche tweet dove ringraziava i fan di aver fatto
salire
Beautiful Disaster in classifica. J-Ax gli aveva detto che serviva un
video…
trovandosi d’accordo con lui. La canzone era stato un
successo abbastanza inaspettato e voleva profondamente farla
uscire come singolo. “Forse devo prendere un aereo per
Londra” disse allo zio
Ax, una mattina.
Così,
si era ritrovato sul pianerottolo dell’appartamento
di Mika (fortunatamente gli aveva lasciato l’indirizzo prima
di partire) con
una valigia fatta di corsa e le occhiaie. Il cantante gli
aprì subito,
spalancando gli occhi.
“Fede!” si allungò per abbracciarlo, ma
lui si tirò indietro.
“Beautiful
Disaster ha bisogno di un video”
“Ok”
“Devi
tornare in Italia”
“Ok”
“Lo
dobbiamo fare”
“Ok”
“Io
ti amo”
L’aveva
detto di getto, senza pensarci. Mika
sbatté le palpebre, sconvolto.
“What?”
“Ti
amo. Non è che ti voglio bene, ti amo proprio.
Nel senso…” gesticolò a caso.
“Lo sai, no? Ti amo”
“Fede,
ti ho detto che ti amavo per tutto il tempo”
lo accusò, improvvisamente. “Tu non hai mai detto
niente!”
“No,
eri tu che mi dicevi di continuo che mi volevi
bene!”
“Stronzo
di meerda”
lo tirò nel suo appartamento per la manica e ci aggiunse
anche un calcio
leggero allo stinco. “Non volevo dire che ti volevo
bene!”
“Beh,
potevi spiegarti meglio!”
“Scusa
se sono inglese, eh!”
Si
osservarono per qualche secondo, pensierosi.
“Quindi
mi ami anche tu?”
“Of
course, Federico”
“Perché
non ci stiamo ancora baciando?”
“I
really
don’t know”
La
valigia rimase sul pianerottolo per qualche
ora, comunque.
L'angolo
della tizia
Aaaaah
che bello essere tornata con una nuova Midez. I like it. Ovviamente,
come avrete notato, non fa parte della mia "raccolta" ma è
una cosina del tutto slegata alle altre e molto piena di fluff. Spero
apprezzerete lo stesso.
Volevo
avvisarvi che, prima che EFP mi togliesse tutte le storie, mi sono
spostata su Slash
Factor!
Ovviamente ho sempre lo stesso nome e tutte le oneshot le ho unificate
in una storia sola "No
one but him" - questo non vuol dire che smetterò
di pubblicare qui, ma... meglio evitare no? Ahahahhaa
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Tanti arcobaleni a tutte voi
<3
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