La
luce della bellezza
Le stelle introno
alla leggiadra luna
celano ancora il volto rilucente,
quand’essa piena più risplende sopra
tutta la terra.
Saffo, fr 34 Voigt.
-Ricordi
quando ci siamo conosciuti?-
-Come
dimenticare. –
-Credevo
fossi pazzo. –
-Si, lo
credevo anch’io. –
-Ehi, io
non sono pazza. –
-Parlavo
di
me. -
Ero stanco.
Stanco, anche troppo. Le riprese mi avevano sfinito. Tutto il giorno a
provare
sempre le stesse scene, sempre le stesse battute. L’unica mia
fortuna fu quella
che non dovevo scalare montagne o fiumi, almeno non per il momento.
Faceva solo
un gran caldo.
Camminavo
oramai da mesi con in mano la mia copia sbrindellata di into the wild nella speranza di
riuscire
ad assorbire tutto il possibile dei viaggi e le fatiche di Christopher
McCandless. Cercare di capire cosa provasse, di capire cosa sentisse,
ogni sua
emozione, ogni sua sensazione e farla mia, mia per quelle riprese.
Frustrato
di passai una mano sul viso, stanco e assonnato. Volevo solo andare a
dormire, nel, relativamente, comodo letto della mia roulotte. Dormire
fino a
che il mio adorato regista me lo avesse permesso. Era presto, in fondo,
tutti
erano fuori, tutti erano a parlare, mangiare, bere divertirsi, ma io
avevo le
palpebre pesanti e faticavo a stare in piedi. Mi alzai dalla sedia su
cui ero
mi ero seduto per leggere, cosa che oramai facevo fin troppo.
-Campione.
– mi voltai riconoscendo quella voce.
-Mostricciattolo.
– la sentì sbuffare mentre si sedeva accanto a me.
-Quando
la smetterai di chiamarmi così?- chiese sbuffando,
scostandosi con una
mano i capelli davanti al viso.
-Probabilmente
mai. Sai… mi diverte molto. – dissi
scompigliandoglieli.
-Oh, non
lo avevo capito. – disse fingendosi sorpresa. Girare con
Kristen era
divertente. Mi piaceva prenderla in giro, farla arrabbiare. Vederla
irritata e
scocciata era il massimo per me. La consideravo un po’
come… una sorella. Anche
perché era quella, lì, che si avvicinava di
più alla mia età.
Si
portò le gambe al petto, abbracciandole con le braccia e
poggiando il mento
sulle ginocchia.
-Sei
noioso. – disse fissandomi.
-Oh,
grazie
mille cara. – ironizzai ridendo.
-Non puoi
girare in giro sempre con quel libro. Cavolo…
perché non leggi un libro… un
libro… su Paris Hilton?- sgranai gli occhi.
-Ma per
favore. – dissi dandogli un buffetto. Rispose con un risolino.
-Era
un’idea principessa. – ribattè.
Il bello
era che con lei non ti annoiavi mai. Era sempre allegra, solare e
gioiosa. Seria, certo, matura per i suoi diciassette anni, ma aveva
un’energia
da fare invidia a chiunque.
-Cosa
c’è?- mi chiese guardando la mia aria assorta.
-Mi
mancherai, mostriciattolo. – sorrise, dolcemente, e i suoi
occhi verdi si
illuminarono.
-Mi ma
mancherai anche tu campione. –
-Kris?-
una
voce argentina fece breccia nella conversazione. Ci voltammo e
ciò che vidi mi
lasciò senza fiato.
-Haylie!-
Kristen scattò in piedi fondandosi su quella ragazza.
-Ti
aspettavo per domani. –
-L’aereo
è
atterrato prima. – la ragazza guardò oltre
Kristen, lanciandomi un’occhiata
incuriosita.
-Tu devi
essere Emile. – disse sorridendo. Annuì
perché le parole sembravano essermi
morte in gola. –Kris mi ha parlato tanto di te. –
aggiunse avvicinandosi a me e
porgendomi una mano. Fissai i suoi occhi chiari come il ghiaccio, i
capelli
neri corvino che in grandi onde morbide gli ricadevano sulla spalle,
incorniciando un viso che avrebbe probabilmente fatto invidia a
chiunque,
angeli e demoni.
Le
strinsi la mano… senza lasciarla, continuando a scuoterla.
Rimase lì a guardarmi
corrugando la fronte e cercando di mantenere ancora un sorriso.
Sentì Kristen
soffocare una risata potandosi una mano davanti le labbra.
-Io sono
Hayle. – disse scandendo le parole. Sciolsi la stretta di
mani e mi
grattai al testa, imbarazzato.
-Non sono
sordo. -
-Già…
sei stupido. – sussurrò Kristen ridacchiando.
-Grazie.
– risposi distogliendo lo sguardo da Haylie.
-Lei
è mia cugina. Hayle. E’ venuta a trovarmi.
– sorridendo come un ebete tornai
a guardare la ragazza dagli occhi color del ghiaccio.
-Piacere
di conoscerti… Emile. – fece un risolino e, per
qualche oscuro motivo,
il mio cuore prese a battere all’impazzata, troppo
velocemente per essere controllato.
Mi
sentivo tanto liceale…
-Il
piacere
è senza dubbio mio. – sussurrai.
-Oh ci
puoi
scommettere amico. –
-Kristen!-
Fece spallucce prima di andare via, lasciando me e Haylie soli.
-Eri
pazzo
di me. –
-Esattamente.
–
-Lo sei
ancora?-
-Ogni
giorno è come fosse il primo. –
-Non
lasciarmi mai. –
-Mai,
Heylie. -
E la
stringo, la stringo a me perché è la cosa
più bella che ho al mondo. Più
bella di qualsiasi plenilunio, della luna che ora erge e risplende sul
mare. Il
vento accarezza i nostri volti, le scompiglia i capelli mentre la
stringo più
forte a me, per non lasciarla mai più.
Tenerla a
me. Difendere con unghie e denti la mia felicità.
Perché
lei è qui, qui per me.
Perché
lei mi ama.
Perché
lei mi ama per ciò che sono… un pazzo.
*
Salve
gente! Non chiedetemi da dove sia uscita questa one perché
davvero non lo so.
Leggendo il frammento
sopra citato dalla grande Saffo ho pensato a questa one,
che spero vi piaccia.
La
dedico a due persone speciale che ci sono sempre e mi sostengono
sempre:
Greta e il mio genio, Dod.
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