C r u s h
[La
maturità di una persona non si misura dall'età,
ma dal modo in cui si reagisce svegliandosi
in pieno centro in mutande.
O, in questo caso, con una salopette in Lyra style.]
-
Ehi,
Crys, sai che vestita così sei uno schianto?
- Con me non attacca,
Gold. - farfugliò vagamente imbarazzata la giovane turchina,
non badando troppo all'aspetto ridicolo che aveva in quel momento.
In fondo, una salopette
ed un fin troppo enorme cappello bianco, munito per giunta di fiocco
rosso, non rientravano propriamente nel suo stile.
E pensare che avrebbe
preferito essere affogata dal Feraligatr di Sil - o essere abbrustolita
viva da Typhlosion, o magari inghiottita dal suo stesso Meganium -,
piuttosto che essere vista da Lui conciata così...
- Oh, avanti! Dico sul
serio!- un finto broncio - almeno Crystal sperava fosse finto: se non
fosse stato così l'espressione triste di Gold poteva essere
benissimo confusa con quella di uno Psyduck in piena crisi nevrotica -
si dipinse sul viso innocente, si fa per
dire, del
corvino.
Senza contare che le
risate erano mal celate, dietro quel "broncio".
- E allora, Silver
è SuperMan. - commentò Crystal, guardando di
sottecchi il compagno.
Che, poi,
perché il malcapitato rosso finisse sempre in mezzo alle
loro conversazioni, rimase un mistero.
- Ha un po' l'aspetto
femminile... Ce lo vedo con la calzamaglia, sai? Se fosse una ragazza,
credo che ci avrei già provato da tempo, con lui.
- Sei incorreggibile.
- sospirò la giovane Dexholder. - Anche cinque anni fa,
quando è avvenuta tutta quella faccenda di Masked Man, tu
non facevi altro che corteggiare. E pensare che avevamo solo dieci anni.
- Dovresti
ringraziarmi. Con Blue-san non ci ho provato. - si atteggiò
da superiore il ragazzo dagli occhi dorati, arricciando le labbra in
una smorfia.
- Le hai palpato il
sedere. - replicò seccamente Crystal. Ma era una vena di gelosia, quella nella sua voce?
Frena,
frena, frena! Io gelosa? Di non essere stata palpata?! Ma fammi il
piacere!
-
Bè, però Sil mi ha mollato un ceffone e la
faccenda è finita lì.
- Non posso darti
torto. - ammise la turchina, aggiustandosi con curanza il grande
cappello bianco.
Voltò il
proprio sguardo al ragazzo dagli occhi dorati, scoprendolo a fissarle
la scollatura - forse un po' troppo eccessiva - della maglia rossa.
Divenne paonazza e si
alzò di scatto, coprendosi la parte ancora osservata dal
corvino. Quanto si era dovuta trattenere per non dargli uno schiaffo e
farlo finire all'altro capo del globo!
- Pervertito! -
sbottò, allontanandosi dalla quercia dove i due si erano
riparati dal sole cocente.
Udì le
risate di Gold alle proprie spalle, e, con fare apparentemente
disinvolto, si voltò a guardarlo ridere.
Si era alzato e le
veniva vicino, non smettendo di emmettere quelle risate, alle orecchie
di Crystal, così irritanti quanto dolci.
Dolci?
Il sole mi sta rimbambendo!
- Pensavo... -
iniziò il moro, non smettendo di ridere. -... che non
è Blue-san ad averle enormi... sei tu ad essere piatta! -
biascicò tra le risate.
Se possibile, la
collaboratrice del Prof. Elm arrossì ancor di più.
Tra il suo viso e i
capelli del loro compagno di avventure, ormai, non c'era più
concorrenza.
- I-io... io devo
ancora crescere! - provò a giustificarsi la turchina,
mantenendo il rossore sulle gote generalmente nivee.
- Crys... -
mormorò Gold, interrompendo improvvisamente le risate e
divenendo particolarmente serio, tanto da far amaramente preoccupare
Crystal.
Quando era
così non accadeva mai qualcosa di buono. Almeno, non a lei.
- Hai quindici anni,
ormai...- continuò imperterrito, con quell'aria che che
Crystal definì "sensuale".
Sensuale?
'Mo basta!
-
Rassegnati al fatto che sarai per sempre una tavola da surf! - e le
risate ritornarono prepotenti a riempire l'aria.
Ecco.
Non me ne capita mai una giusta!
- Kya! - il motivo per
cui Crys lanciò un urlo non fu subito chiaro al corvino, lo
capì solo quando si ritrovò il viso contro il
terreno e un piede della suddetta sul proprio fondoschiena.
Portò una
mano al suo povero sedere, scoprendo di essere stato colpito proprio
lì.
- Ahi...-
biascicò, massagiandosi la parte ferita, ostacolato dalla suola della
turchina che lo spingeva verso il terreno.
- Provaci, Gold. Prova
a ripeterlo! - mormorò alterata ella.
- Mpf. Se proprio ci
tieni...- asserì egli, tentando inutilmente di tirarsi a
sedere.
Prese fiato, prima di
riprendere a parlare.
- Sei uno schianto,
vestita così.
E le gote si
imporporarono nuovamente.
- Va' al diavolo, Gold!
E le risate coronarono
quella scena a dir poco ridicola.
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