Un segreto da mantenere e svelare
Il
mio collo viene stretto con una tale forza che la mia faccia diventa
paonazza e non riesce a passare neppure un filo d'aria.
Perché Billy mi sta facendo questo? Lo guardo, con i miei
occhi sgranati fissi sul suo viso contorto in una brutta smorfia, e non
posso fare a meno di notare che le sue iridi, invece di essere del
color nocciola a cui mi sono abituata, sono diventate di un nero pece
così scuro che è impossibile distinguerle dalla
pupilla.
Non
so cosa fare, non respiro più e sento che tra poco le mie
forze mi abbandoneranno; ma, forse per l'adrenalina che sta scorrendo
nelle mie vene, mi ricordo che attaccato al mio dito c'è il
cavo della macchina che serve a misurare il battito cardiaco e a
monitorarmi. Con un enorme sforzo dettato da forza d'animo e puro
istinto di sopravvivenza, riesco a toglierlo: adesso non mi resta che aspettare,
penso.
Proprio
mentre la vista mi si annebbia e sono sul punto di gettare la spugna,
fanno la loro entrata alcuni dottori accompagnati da altre infermiere.
I medici s'affrettano ad allontanare Billy da me e, prima che svenga,
ho appena il tempo di scorgere il colore dei suoi occhi tornare
normale; nel frattempo le infermiere si affacendano intorno a me per
ristabilirmi e, dopo un tempo lunghissimo, mi fanno addormentare.
Apro
gli occhi ed è buio. Vicino alla mia barella c'è
Billy, anche lui steso su di un'altra e sta dormendo: cosa gli
è successo? Perché ha tentato di strangolarmi?
C'entra con quello che si sono detti lui e Giusy, qualunque cosa sia?
Mentre
sto riflettendo, mi giungono alle orecchie delle voci al di fuori
dell'infermeria: "È tutta colpa mia." Riesco a identificare
la persona come Giusy. "No, ma che dici? Come fa ad essere colpa tua?"
La risposta giunge in un'altra voce familiare, quella di Kety.
"Ragazze, sentitemi bene... quello che è successo va
mantenuto tra noi, è confidenziale; ve l'ho già
raccontato prima: tutto ciò è riservato. Mi
sorprende che il vostro amico lo abbia scoperto. Ad ogni modo, ora che
ci penso, nella stanza di Infy abbiamo trovato i libri sulla storia di
questo pianeta, dove sono adesso?" Questo è il professor
Andrew! Ma che cosa sta succedendo? È Kety a rispondere:
"Sono nella mia stanza. Non penso che perfino quei libri parlino di...
di quello... cioè-" Qualunque cosa stia per dire, viene
interrotta prontamente dal nostro docente. "Non m'interessa, li voglio
sulla mia scrivania dopo cena. E ora andate o rischiate di non
mangiare." Nonostante ciò, non sento nessuno muoversi e,
ancora una volta, Kety interviene: "Non posso mentire ad una mia amica,
signore, la prego!" La voce del professor Andrew giunge perentoria e
inflessibile. "Non voglio sentire lamentele: è per la sua
sicurezza. Ora andate!" Per un attimo cala il silenzio e sembra che
nessuno sappia cosa aggiungere per dissipiarlo, finché Giusy
non intercede, la voce gentile, ma ferma: "Non ti preoccupare, Kety...
presto la verità verrà alla luce." E con questa
nota la discussione giunge al termine e i loro passi si fanno via via
sempre più fievoli, fin quando non ritorna la quiete; un
silenzio inquietante, perché io non so cosa stia succedendo,
menchemeno il motivo per il quale tutti vogliono mantenermi all'oscuro.
Sono
determinata a scoprire cosa mi stiano nascondendo e se quei libri
lo possono anche solo accennare, devo impedire che li
prendano: ma come faccio? Se mi alzo la stessa macchina che mi ha
salvato la vita li avviserà che o sono morta o me lo sono di
nuovo tolta, che di fatto è quello che voglio fare. Devo
sbrigarmi e riuscire a tornare qui prima che Kety e Giusy possano
finire la cena, così inizio a scervellarmi su come fare per
andarmene da qui.
Passa
un quarto d'ora e finalmente mi arriva un'illuminazione: sia la flebo
che la macchina hanno le ruote, posso alzarmi e portarle con me -
certo, probabilmente rallenteranno i miei movimenti notevolmente, ma
non vedo altro modo. Senza pensarci su un attimo di più mi
alzo - per fortuna sto meglio di ieri - e senza fare rumore trascino
con me la macchina e la flebo. Oltrepassata la porta, mi guardo intorno
per vedere se c'è qualcuno: nessuno in vista, via libera.
Così inizio la corsa contro il tempo, per sapere la
verità.
Riesco
dopo un'altro quarto d'ora a raggiungere la stanza di Kety, dove prendo
i libri per poi correre in direzione della fontana di lucchetti
volteggianti e - non so cosa fare! Devo nasconderli, ma dove? La mia
stanza è lettermalmente saltata in aria e... Aspetta! I
lucchetti hanno una cavità che serve per l'inserizione d'una
chiave ed essendo questi fori grandi, posso provare a nasconderli al
loro interno: nessuno sospetterà che possano essere
lì. Ci provo, ma il terzo lucchetto, quello più
vicino, ha la cavità troppo piccola; tento con il quarto e
riesco a infilarli - fortunatamente è anche profonda,
abbastanza per evitare che i libri si vedano. Dopodiché
penso a come mascherare il fatto che i libri non ci siano
più ed evitare che si facciano domande scomode. Potrei
sostituirli con altri simili, forse dei libri sulla storia di questo
pianeta ma dal punto di vista della scienza... sì, potrebbe
funzionare!
Mentre
inizio a dirigermi verso la biblioteca, il rumore degli studenti che
stanno uscendo dalla mensa attira la mia attenzione: sto finendo il
tempo a mia disposizione, mi devo sbrigare. Corro più veloce
che posso, ma con queste macchine che mi devo trascinare vengo comunque
rallentata. Una volta raggiunta la biblioteca raccolgo in fretta tre
libri di scienze che parlano di Junior Planet e, con un ultimo immane
sforzo, raggiungo la stanza di Kety per posizionarli sul comodino
dov'erano quelli che ho sottratto. Infine ritorno in infermeria; appena
mi corico tiro un sospiro di sollievo. Prima di addormentarmi sento
Billy sussurrare nel sonno: "Aiuto, qualcuno mi aiuti arghhhh..." Un incubo, penso e
poi mi perdo nel mondo dei sogni.
"Non
ti perderò mai di vista, sarai sempre mia, ovunque tu vada o
chiunque tu sarai... ti ritroverò e ti riporterò
indietro nel luogo dove il nostro amore è sbocciato, dove il
tuo cuore ha aperto il lucchetto della mia prigione. Ti
cercherò e finalmente tutto questo avrà una
spiegazione."
Mi
sveglio di colpo, ed è mattina. Questi sogni sono strani,
che cosa voleva dire? Nelle ore successive mi dimettono dall'infermeria
e raggiungo la camera di Kety - dove lei sta ancora dormendo. Proprio
come mi aspettavo, dopo la conversazione che ho origliato, i libri non
ci sono più.
Sveglio
Kety e, dopo un attimo di attonita sorpresa e confunsione alla mia
improvvisa presenza, si riprende: "Finalmente ti hanno dimessa!
Benvenuta nella mia bellissima stanza: il tuo letto è
laggiù, vicino al muro. Be' rimandiamo a dopo il giro
turistico, adesso sbrighiamoci a mangiare colazione, altrimenti faremo
tardi a lezione." Sta evitando l'argomento apposta e mi sembra anche
più distaccata di prima, quando è nella natura di
Kety essere affettuosa. Scoprirò cosa c'è sotto,
solo non so come potrò riuscirci da sola.
Una
volta pronte raggiungiamo la classe dove scorgo il professor Andrew e
Billy, nel giardino botanico di fianco alla nostra aula, parlare. Che
cosa si staranno dicendo? "Infy, sbrigati ad entrare!" Mi urla dietro
Kety. La seguo dentro e all'improvviso percepisco un'atmosfera cupa e
una sensazione strana: mi sento fuori posto, in un mondo pieno di
marionette, controllate da chissà quali mani.
ANGOLO AUTRICE
Salve
è da un po' che non aggiorno, per questo motivo ho deciso di
farla più lunga, ringrazio chi mi recensisce sempre o anche
solo chi da un'occhiata. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e ci
risentiamo al prossimo che non tarderà di molto, ringrazio
anche la mia beta J_Jace che mi ha aiutato molto, un grosso abbraccio,
By
Diarly ^_^
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