Sbagliato
giorno, Fuusuke?
Nagumo
suonò per l'ennesima volta il campanello. Era veramente
adirato,
ora. Che cavolo stava facendo quel demente di un Ghiacciolo per non
aprirgli la porta?!
Aah!
Se entro tre secondi quel deficiente non si fosse deciso ad aprire la
porta avrebbe urlato. Per quale oscuro motivo si era chiuso a chiave
con il catenaccio?! Cos'è, aveva paura dei ladri?! Neanche
abitassero in una brutta zona, per la miseria!
<<
Rincoglionito, vedi di aprire questa dannata porta e smetterla di
fare la prima donna, che nessuno ti vuole derubare qui!
>> e
addio alla calma. Beh, era risaputo: mai stuzzicare il Tulipano che
dorme. Sopratutto se quel Tulipano si era stancato delle paturnie
mentali del coinquilino che non voleva aprigli la porta. Infatti, da
ormai una settimana il Ghiacciolo aveva deciso di odiare ancora di
più il rosso, senza un apparente motivo.
Burn
sentì il catenaccio della porta scattare, e si
affrettò a girare la
chiave nella toppa. Quando l'ebbe ormai aperta quello che vide oltre
la soglia lo spavento molto.
L'albino
era più pallido del solito, con due guance rosse che neanche
i clown
con il trucco avrebbero potuto eguagliare; i suoi occhi anche erano
rossi, solcati da lacrime che scendevo a grandi gocce sulle sue
guance, mentre tutto il corpo era scosso da forti tremiti e
singhiozzi.
<<
Ehi, ma che hai- >> quella 'i' quasi non
riuscì a
pronunciarla, perché l'altro ragazzo gli aveva mollato un
pizzone.
<<
Vaffanculo, sei un stronzo! Un maledettissimo stronzo! Cosa ti
costava almeno leggerla, quella lettera, eh? No, per carità!
Ti
dovessi sentire male a non pensare a te stesso per un attimo! Avresti
almeno potuto chiedermi cos'era! Per me era importante! Ci ho messo
me stesso in quelle parole, e te ne sei fregato! Ti odio
così tanto!
>> okay, il rosso era un attimo disorientato. Il
Ghiacciolo
-che non era poi molto freddo, quella sera- aveva iniziato ad urlare
e insultarlo, il che non era veramente poi così strano, se
non fosse
per il fatto che riusciva a malapena a parlare, complici quei
singhiozzi che tradivano quanto fosse disperato e ferito. Burn
esaminò nella sua mente le parole del ragazzo; lettera...
lettera...
oddio, ma mica parlava della lettera che gli aveva lasciato sul
comodino il... seriamente? Quella che lui aveva creduto essere il
più
bastardo degli scherzi ricevuti quel giorno?
<<
Dio, calmati! La lettera di cui parli è forse quella che-
>>
si, venne interrotto un'altra volta.
Suzuno
sgranò gli occhi, puntandoli in quelli gialli dell'altro.
<<
Qu-quindi l'hai letta? Oddio, l'hai letta! E te ne sei fregato! L'hai
letta e te ne sei fregato come se io non ci avessi messo tutto me
stesso per scrivertela! Ho messo da parte tutto il mio orgoglio e
tu... ma davvero non ti fai neanche un po' schifo? Vattene, non
voglio più vederti! Fatti investire da qualcosa e
crepa!— e qui
iniziò a spingerlo fuori con le braccia pallide ancorate
alla
maglietta dell'altro— anzi, no! Non crepare subito investito,
vai a
fare il barbone e- >>.
Burn
sorrise, per un attimo era davvero felice di non essere lui quello
stupido; oh si, era tremendamente soddisfatto. Aveva smesso di
ascoltare Fuusuke che gli urlava contro quelle cattiverie quando si
era ricordato che il giorno in cui l'albino gli aveva dato quella
lettera era il primo di aprile. Sapete, il primo aprile, quell'oscuro
giorno conosciuto per i più bastardi scherzi che uno possa
fare.
Quando
quel giorno il rosso aveva letto la lettera del Ghiacciolo si era
davvero sentito felicissimo. Stava aspettando che rientrasse dalla
scuola privata e super figa che frequentava per saltargli addosso a
fare quelle cose poco caste che sognava ogni notte, quando si era
improvvisamente bloccato ed aveva ricordato che giorno fosse. Lui si
che si era sentito malissimo ed avrebbe voluto prenderlo a sberle in
faccia, per poi decidere di far finta di nulla e dimenticare la
lettera. La strappò, arrabbiato e ferito, non volendo
davvero
credere che l'albino fosse così bastardo da fare uno scherzo
di così
cattivo gusto, e la buttò nel secchietto che aveva in camera.
Il
Ghiacciolo dovette averla trovata, in uno dei suoi attacchi di
pulizia nervosa, ed ecco il perché l'aveva aggredito.
Quanto
può essere stupido?, si chiese mentalmente Haruya.
Ritornò
alla realtà, sorridendo al ragazzo che aveva di fronte. Non
gli
permise di sputargli contro altri insulti: lo prese per i polsi e,
avvicinandosi, lo baciò.
Fuusuke
lo spinse via, decisamente incazzato. << Che stai
facendo?!
Levati! >>, ma il rosso fece l'opposto, senza lasciare i
suoi
polsi lo spinse dentro la casa il necessario per chiudere la porta
con il piede.
<<
Suzuno, che giorno era quello in cui mi hai consegnato la lettera?
>>
chiese pazientemente, fissandolo intensamente negli occhi.
<<
Oh Dio! Ma sei impazzito? Lasciami! >> disse invece
iniziando a
scuotere le braccia, cercando di liberarsi dalla presa nettamente
più
forte dell'altro.
Haruya
non smise di guardarlo, e lo spinse contro il muro, bloccandolo.
<<
Sei tu quello impazzito qui! Visto che dici di essere intelligente
perché non provi a ricordare col tuo fantastico cervello che
giorno
era? >>.
Il
Ghiacciolo era veramente furioso, non pensò neanche troppo a
quanto
erano vicini i loro corpi. << Ma come ti permetti?! Provi
anche
a fare il sarcastico? Senti basta, me ne voglio andare da qui. Se non
lo fai tu, lo faccio io. >>
<<
Era il primo Aprile, deficiente! >> glielo
urlò, avvicinando i
loro visi. Davvero, e questo sarebbe intelligente?! Sarei
potuto
entrare anche io a quella scuola, rifletté Nagumo.
Suzuno
per un attimo si pietrificò. << Eh?
>> chiese
stupidamente.
Nagumo
lasciò i suoi polsi, mettendo le mani sul muro all'altezza
del viso
di Suzuno.
<<
Era il primo Aprile, quando mi hai dato la lettera in cui ti
dichiaravi, Fuusuke. >> sorrise, avvicinandosi ancora di
più,
sfiorando il naso dell'altro.
Suzuno
si sentì davvero uno stupido, per la prima volta nella sua
vita
voleva sparire. Arrossì vistosamente, e velocemente
scattò cercando
di scappare.
Oh,
vedo che qualcuno finalmente si è ricordato come esattamente
funziona la sinapsi dei neuroni; il sarcasmo prima o poi
avrebbe
sposato Nagumo.
Il
rosso lo riprese velocemente per i fianchi, sovrastandolo in altezza
e facendo aderire completamente i loro corpi.
<<
Mi piaci anche tu, Fuusuke. Mi piaci quando hai scatti isterici come
questi. Mi piaci quando fai il freddo e poi sei sensibile. E mi piaci
ancora di più quando sbagli, mi ricorda che sei umano anche
tu, come
me. Che forse non sei irraggiungibile come penso a volte. Mi piaci
più di quanto il tuo cuore possa sperare di piacere a
qualcuno. >>
gli sussurrò queste parole all'orecchio, non smettendo di
sorridere
neanche quando il Ghiacciolo abbassò la testa imbarazzato,
spingendolo via.
<<
No-non cercare di abbindolarmi. Sono ancora arrabbiato! Hai strappato
la mia lettera! >> cercò di ricomporsi, con
scarsi risultati.
<<
Arrabbiati di sopra, dopo che ti avrò legato a quel letto.
Dovrai
pregarmi in ginocchio per uscire da quel dannato arredo per la casa!
E ringrazia il cielo che non ti prenda qui e adesso. >>
Piccolo
angolino dell'autrice:
Okay,
non so esattamente che dire di questa... cosa. Stamattina mi sono
svegliata, e quando stavo per mettermi a finire Latino -esatto, la
tristezza proprio.- sentendo la musica mi è venuta un sacco
di
ispirazione. Ho preso il Pc -e fanculo a Latino- e ho scritto come
una macchinetta. Le parole erano praticamente già scritte
prima
ancora di pensarle. Non so quanto esattamente possa essere decente,
ma a me piaceva e ho deciso di pubblicarlo. (Parksu! *applausi*
Aaah, kamsahamnida, kamsahamnida).
Spero
possa piacere anche a voi! Un abbraccio,
~Eiblos.
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