Know the blood’s thicker but water is sweet

di ValorosaViperaGentile
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Capitolo II

Il sangue non è acqua
[1]
 
 
 



 
 
«Elias, tu sei un principe. E non puoi essere amico del figlio di una serva.»

È dura, sua madre. Pronuncia parole di pietra.

Ma loro due sono come acqua – l'acqua scava pure le montagne, goccia dopo goccia; l'acqua non può essere divisa a metà.

Elias le risponde che con lui sta bene, che è come un fratello. Che lo vedrà – balbetta un poco, mentre sfida la Regina – tutte le volte che desidera.

«Un fratello?» chiede incredula lei, sdegnata, perché Elias è sangue del suo sangue. L'ha portato nel ventre, anche se per una notte sola, l'ha partorito fra il dolore del corpo e la gioia dell'anima. E nelle vene le scorre la più blu delle discendenze[1], non la lavatura di piatti che riempie una ragazza delle cucine[2].

Nata sopra gli altri, non vede due metà divise: solo un principe ed un servo.

Diversi.

Anche se sono uguali, se non ci sono differenze: nessuno dei due riesce a trovare pezzi discordanti sui loro corpi identici – né dentro. Sono gocce d'acqua, l'una gemella all'altra. In ogni luogo lo sussurra il popolo e pure la corte, quando la regina è abbastanza lontana.

Solo lei è cieca, a Selvaoscura: non vede che hanno entrambi capelli di nuvole e ciglia trasparenti, la pelle di luce, che sono così bianchi, anche se la madre di uno è scura come la terra e l'altra è tutta rossa, bruciata dalla troppa fatica; non vede che hanno gli stessi piccoli occhi – uno marrone e l'altro blu –, identiche facce lunghe, con labbra ben disegnate e nasi grandi.

È come un gioco di specchi, fra Elias e Jonah. Ma sono ben più l'uno il riflesso dell'altro.

«Il solo e unico legame di sangue che hai è con me, tua madre. È a me che tu devi rispetto e obbedienza! Io sono la tua regina, non devi mai dimenticarlo.»

La madre è ferita, ma reagisce la sovrana. Comanda scuse, e le riceve – mani scure posate sul grembo ricoperto di porpora, lo sguardo ferito, la posa nobile. Poi chiama a sé il figlio e gli sorride. Prima rincuorata, ma poi sempre più mesta.

Elias le vuol bene: il sangue è denso, lo sa, però l'acqua è ben più dolce.

«Figlio mio...» sussurra lei e china il busto, per baciargli il palmo. Come fosse una santa reliquia. «Se ti vedo con lui un'altra volta, lo rimpiangerete entrambi.»

Elias guarda gli occhi scuri di sua madre, umide pozze nere.

Poi annuisce appena, lieve.

Giusto quel che serve per confortarla – giusto il tempo di illuderla.

L'acqua è furba.

Se non può affrontarlo, allora aggira l'ostacolo che la intralcia. Trova sempre una nuova via.

L'acqua non può essere divisa a metà, pensa.

 



Note:

[1] Modo di dire, che di norma sta a indicare che i legami di sangue, quindi di famiglia, sono molto più forti degli altri. Ma esiste anche un'altra interpretazione, quella degli autori Albert Jack e R. Richard Pustelniak, ovvero che i sodalizi fatti con un patto di sangue, sono più forti dei legami nati in senso alla famiglia.

[2] Per chi non avesse visto il fim o non ricordasse: la madre biologica di Jonah è una servetta delle cucine reali.





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