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Mi chiamo Ren Tishobi, ho venticinque anni e provengo dalla provincia di Tokyo.
Sono omosessuale. Il mio più grande desiderio è essere
mangaka, e purtroppo non so disegnare bene, ma so scrivere e raccontare
storie.
Qualche tempo fa ho chiamato una casa editrice di manga yaoi, la Boys
in Love, e in seguito ho mandato le bozze di una storia disegnata da
me, ma mi hanno detto che, anche se la storia era molto interessante,
avrei dovuto trovare un vero mangaka per disegnarla... insomma, un modo
carino per farmi capire che il mio tratto non li convince.
Da allora mi sono messo a cercare senza sosta un buon mangaka, per cui
eccomi qui, dietro la scrivania, a scartare molte aspiranti mangaka. Vi
spiego perché: per me il mangaka di storie yaoi deve essere un
uomo, e per essere ancor più adatto deve essere omosessuale, in
modo da poter descrivere bene i sentimenti delle persone gay, ma
quest’ultima parte non l’ho fatta scrivere
sull’annuncio. Ecco perché si sono presentate molte
ragazze.
“Signor Tishobi.”
La segretaria, nonché mia grande amica, fa la sua apparizione in ufficio.
“Signor Tishobi, scusi, ci sarebbe per lei il signor Jin Misako, lo faccio passare?”
“Certo!”
La segretaria mette la testa di nuovo dentro gridando il nome.
Entra un ragazzo. E io mi blocco fissandolo, perché è
davvero carino: i capelli neri tagliati corti, gli occhi grigi, alto e
apparentemente muscoloso, vestito di nero, con un pullover a collo
alto, jeans neri e come un unico tocco di colore una sciarpa
arcobaleno; in mano porta una cartellina di plastica, ovviamente nera.
Rimane serio mentre viene verso di me.
“Buon pomeriggio signor Tishobi.” mi dice.
“Salve” balbetto. Poi mi riprendo e indico la sedia: “Se si vuole accomodare.”
Lui annuisce e sempre senza sorridere si siede, poggia sulla scrivania
la cartella e mi guarda; io, d’altra parte, ricambio lo sguardo.
“Come mai vuole fare il mangaka?” domando dopo un po’ di tempo.
La sua risposta mi sorprende: “Per soldi.”
Lo guardo.
“Come?” fiato.
“Ha capito bene, signor Tishobi, per soldi. E lei come mai sta qui?” mi domanda.
Anche questa domanda mi lascia sorpreso, poi rispondo:
“Perché mi piace il mio modo di scrivere e poi
perché voglio rimanere impresso alla gente.”
Lui sorride, ed è il primo sorriso che vedo su quel volto serio,
poi risponde: “Allora vogliamo la stessa cosa.”
Non gli chiedo cosa, ma domando: “Posso vedere cosa mi ha portato?”
Lui annuisce e mi porge la cartella nera, io la apro e rimango di stucco.
“Wow sono magnifici!” esclamo guardando i disegni.
Lui non sorride, né fa capire che è felice.
“Allora, ho il lavoro?” domanda.
Io faccio segno di no con la testa per poi affrettarmi a spiegare:
“Devo prima farle una domanda e poi dovrò mostrare le sue
opere alla Boys in Love, la casa editrice.”
Ecco adesso viene il difficile, penso guardando la faccia calma, anzi di pietra di Jin per poi chiedere: “Tu sei omosessuale?”
Jin ghigna, quindi si sporge verso di me, mormorando un sensuale:
“Mi sembra ovvio, altrimenti non sarei qui, no? Anche se lo so
che ci sono tante aspiranti mangaka yaoi donne.” è il suo
commento prima di ritirarsi.
“Ti farò sapere a breve cosa diranno alla Boys in Love.”
Jin fa un sorrisetto.
“Ma se fosse per te, sarei nel tuo gruppo?” ed io mi sento
arrossire, poi annuisco. “Il mio numero sta segnato su un
cartoncino dentro la cartellina. Chiamami solo per cose veramente
importanti.” dice senza cambiare espressione.
Io annuisco. Quindi si prende la cartellina, fa un inchino e se ne va.
Aspetto che la porta sbatta, quindi mi fiondo dalla mia segretaria e
dico: “Merda, quello è l’uomo che fa per me!”
“Ren, sei per caso pazzo?! Mi hai fatto paura!”
“Scusa, ma a qualcuno dovevo pur dirlo.”
Lei mi fa una linguaccia quindi mi scompiglia i capelli, di un morbido castano chiaro.
“E non è tutto, cara: sei invita a cena!” esclamo.
Lei mi guarda sorpresa, quindi sorride con gratitudine.
Continua...
Spero che questo prologo vi abbia incuriosito. Ringrazio la mia beta Mana.
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