“Zero cosa aspetti a venire a darmi una mano?Non rimanere lì a poltrire!!”
Zero si voltò di scatto. Dietro di lui nessuno, si era
trattato solamente dell’ennesima illusione.
Era rimasto da solo.
Lui e l’ormai vuota Cross Accademy.
Mentre camminava, scrutava indisturbato ogni singolo angolo
di quel posto, perché dietro quegli
alberi, dentro le mura dei
dormitori, dentro la scuola c’era una storia.
Quella
storia che l’aveva visto protagonista.
Quella storia che lo aveva fatto soffrire.
Quella storia che aveva avuto dei risvolti
che superavano i parametri della normalità.
Quella storia che lo aveva fatto innamorare.
Quella storia che non era finita con un “e vissero per sempre felici e contenti”
Ormai il dado era stato tratto, ognuno aveva preso la sua
strada, i vampiri avevano abbandonato l’istituto del preside Cross.
Vampiri…anche Zero era un vampiro.
Il ragazzo dai capelli argentati si portò una mano alla
testa.
Si sentiva incompleto.
Senza di lei era diverso.
Ormai aveva compreso che Yuki
occupava una parte importante nel suo cuore.
Eppure l’aveva lasciata andare, non le aveva detto ciò che
provava veramente.
“Yuki…aspettami…arriverà il giorno in
cui io ti ucciderò”
La sua promessa. La loro promessa.
Perché Yuki era un vampiro. Peggio. Era un vampiro purosangue,
principessa della nobile famiglia dei Kuran, l’amante
di Kuran Kaname.
Ma cos’è che gli faceva più male?
Il fatto che Yuki fosse un vampiro o che fosse la
fidanzata del suo grande rivale Kaname?
Zero non voleva rispondere a quella domanda.
Credeva che fosse inutile e dolorosa.
Perché sapeva che la ragazza che gli aveva rubato il cuore,
aveva ceduto il proprio ad un altro.
Perché si sentiva stupido, dopotutto continuava a sperare
che da un giorno all’altro Cross Yuki avrebbe varcato
nuovamente i cancelli della Cross Accademy.
Patetico.Inutile.Debole.
Continuava a ripetersi.
Lui era un Hunter… un cacciatore di vampiri.
La prossima volta che avrebbe incontrato quella ragazza
sarebbe stato per ucciderla.
Ma sarebbe stato davvero così?
No…
Senza sapere il motivo Zero si era ritrovato davanti a quel
pianerottolo.
In quel pianerottolo senza esitazioni, aveva lasciato che
l’istinto che dormiva in lui si risvegliasse, si era arreso a quell’incessante
voglia di reprimere quella sua natura ormai troppo evidente per
continuare a contenerla.
Quel giorno, per la prima volta aveva affondato i suoi
canini nel collo di qualcuno, il collo di Yuki.
Aveva assaporato ogni singola goccia del suo sangue, era
caldo e dolce.
In quel momento quando il suo volto era ricoperto di sangue,
e la ragazza dai grandi occhi castani barcollava guardandolo spaventata, si era
sentito un verme.
Osservando quel posto, quella sensazione si faceva sentire
ancora più forte , risuonava incessantemente in quelle dannate pareti.
Il ragazzo fece dei passi indietro e si allontanò
velocemente da quel luogo.
Si diresse verso il suo dormitorio,nella
sua stanza dove tante volte si era rinchiuso per arginare quel dolore che lo
lacerava fino alle profondità della sua anima.
Ma anche in quei giorni tristi e cupi,
quando tutto sembrava non avere un senso, lei riusciva a far entrare uno
spiraglio di luce nella sua vita; tutto riacquistava un significato, Zero
poteva tornare a vedere a colori grazie a Yuki.
Gli era sempre stata accanto,si era
sacrificata per lui quando quella voglia di sangue era sempre più insistente.
Forse era in queste situazioni che la loro complicità
cresceva…Lo aveva detto anche lui. Lui riusciva a leggere i pensieri della
ragazza attraverso il suo sangue.
Ma tali pensieri avevano mai
parlato di lui?
E ancora una volta una scossa al cuore…
Può darsi che quello che gli faceva male veramente nel bere
il suo sangue oltre a ferire Yuki fosse
il fatto che quel sangue non gli apparteneva, non era destinato a lui.
E dopo aver bevuto la quantità desiderata, si scansava di
colpo e rimaneva lì immobile a guardare quel piccolo corpo ormai stremato.
In quei momenti Zero avrebbe voluto tenerla stretta a sé e
rassicurarla… e invece era lei a rassicurarlo.
“Avresti preferito che questo sangue fosse bevuto da Kaname-senpai
che da me non è vero?”
Erano queste le parole che gli bruciavano dentro in quelle infinite volte che si era impossessato del corpo
di Yuki.
Era riuscito a dirglielo, senza scomporsi,senza
accennare una benché minima espressione sul suo volto.
“Lo sentivo sai…mentre bevevo il tuo sangue
riuscivo a leggerei tuoi pensieri”
Per la prima volta Zero aveva ferito profondamente Yuki, l’aveva violata, aveva invaso il suo spazio.
Ma nonostante tutto Yuki
continuava a proteggerlo, quando lui voleva abbandonare tutto e andarsene,
senza perplessità si era precipitata verso Zero avvolgendolo in un abbraccio
che non gli aveva regalato così tanto calore.
C’era riuscita un'altra volta.
“Ti ho detto che non devi
preoccuparti per me”
Continuava a ripetergli.
Perché quella ragazza
continuava a preoccuparsi per lui?
Perché non capiva che se
avesse continuato in questo modo, avrebbe potuto farsi del male?
“Te l’ho detto Zero…non importa
cosa succederà, io voglio proteggerti…IO VOGLIO ESSERE TUA AMICA ZERO”
La risposta era sempre
quella, inconfondibile.
Glielo diceva con quegli
occhi grandi in cui riusciva a specchiarsi.
Quegli occhi che non voleva veder piangere.
Non si sarebbe mai
perdonato se avesse visto quegli occhi sgorganti di lacrime calde e pure,
piuttosto avrebbe preferito uccidersi.
Sì, perché per lei Zero
avrebbe dato la vita..Non le avrebbe mai permesso di
vivere in un mondo così sanguinoso e corrotto.
Eppure quella notte cambiò
tutto.
La settima notte Yuki non era più
una semplice umana: era diventata un vampiro.
Zero odiava i vampiri li riteneva bestie dalla
forma umana assetati di sangue…
Anche lui era così e si detestava perché la sua vita
continuava a dipendere dagli altri…
Ora anche Yuki era una di loro…
Anzi lei lo era sempre stata.
In quel momento il ragazzo dai capelli argentati si sentiva
un perfetto idiota… si sentiva ferito, deluso e
arrabbiato.
Come poteva Yuki essere la
principessa purosangue della famiglia Kuran?
“Tu non sei la Yuki che
conoscevo io”
“Hai ragione Zero…La Yuki che
conoscevi tu non esiste più ormai…Perché vedì il
vampiro che risiedeva in lei ha divorato completamente la sua parte umana”
Non poteva credere alle sue orecchie.
Il suo punto fermo, l’unica ragione che continuava a farlo
andare avanti era svanita nel nulla.
Zero aveva fallito nuovamente, non era riuscito a
proteggerla.
E intanto quella voglia irrefrenabile che lo pervadeva ogni
giorno, in ogni singolo attimo della sua vita si faceva sentire sempre di più.
Ormai era arrivato al limite…era a un passo dal diventare un
Level E
Al pensiero di quelle notti così infinite, un brivido
percorreva lungo la sua schiena.
Grazie a suo fratello Ichiru era
riuscito ad arrestare per l’ennesima volta quella voglia di nutrirsi.
Era sempre
così non riusciva a cavarsela da solo.
Ma per quell’atto doveva scontare
una punizione. La maledizione dei gemelli.
“Zero!”
“Yuki colpiscimi con il tuo Artemis…è l’unico modo!”
“Zero…non posso”
“Ricordati la promessa che avevamo fatto… se fossi arrivato al limite TU mi avresti ucciso…Colpiscimi Yuki…questo
colpo non mi ucciderà”
Così Yuki colpì con più forza che
aveva la spalla del suo amico…Un colpo netto.
Quell’attacco era riuscito a liberare Zero da quei dolori
che avevano oppresso la sua esistenza ormai da 4
lunghissimi anni.
Ancora una volta Yuki lo aveva
salvato.
Alla fine di quell’estenuante battaglia negli occhi di
quella ragazza c’era una luce diversa: sorrideva.
Forse per questo l’aveva lasciata andare.
Con Kaname accanto
lei sorrideva, risplendeva di una luce propria.
Andava bene così, anche se lui era rimasto solo.
Dall’alto la osservava, mentre andava via
continuava a sperare che quello non sarebbe stato un addio, sperava che sarebbe
tornata.
“Yuki…io ti….”