L’Amore… che cosa meravigliosa, vero? Lo so, lo
so… è giusto anche dire: l’Amore che
cosa (forse è meglio dire sentimento) ingiusto. Ma allora
per non fare un torto a nessuno dovrei anche dire Amore crudele, dolce,
che fa soffrire, travolgente… e chissà
cos’altro, perché l’Amore è
qualcosa d’indescrivibile, diverso da persona a persona e
ognuno lo interpreta in modo diverso nella propria vita. E allora,
è possibile trovare una soluzione alla domanda
“Cos’è l’Amore?”. Il
vocabolario prova a darci una risposta (cito testualmente):
“Dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva
fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità, o
soddisfazione sul piano sessuale”. Sinceramente non so che
cazzo di vocabolario ho preso. Innanzitutto non esiste solo
l’Amore fra persone, e poi l’ultima
parte… io quello non lo chiamerei Amore. Ok, lezione
ricevuta: se questo era solo il primo di 8 significati per definire la
parola Amore, allora meglio non affidarsi al vocabolario, non in questo
caso. E allora come rispondere a questa domanda che è la
più frequente tra noi giovani d’oggi e speranze
per il futuro? (Perché credo che la domanda non sia
più “come nascono i bambini?).
Ora, qualcuno potrebbe dire che l’Amore non
esiste… ma questa non è una soluzione,
è una via di fuga. Perché l’Amore
esiste! È come i sogni, o l’aria. Non si vede, ma
c’è. È sempre con noi, fin dalla
mattina quando la mamma ci butta giù dal letto per dirci che
sono le 7.45, la scuola inizia alle 8.00 e ci vogliono 20’
per arrivare e in più ci ricorda che
c’è lo sciopero dei pullman (questa
però è anche sfiga pura). E noi ci facciamo
prendere dal panico, solo che appena tutti i neuroni si connettono e le
sinapsi iniziano a funzionare (lo so, non sono un asso in
scienze)…. Ci accorgiamo che è DOMENICA!
Però resterà sempre la mamma migliore del mondo e
sotto sotto le vogliamo un bene infinito. Diverso da quello che si
prova per gli amici VERI, o diverso da quello che si prova per il
proprio ragazzo. Tutto questo è Amore, anche se si presenta
sotto forme diverse. E chi non ha tutto questo? Chi non ha mai
conosciuto nemmeno una di queste forme d’Amore, date o
ricevute? In questo caso non si deve credere che
l’Amore non esista, perché anche se nascosto,
c’è sempre qualcuno che ci ama, anche se questo
qualcuno dovesse stare lassù. Dopo tutto questo
però la domanda resta: “Cos’è
l’Amore?”. L’Amore è come una
stanza buia: finchè non si TROVA, non si può
accendere l’interruttore della luce e finchè non
lo si PROVA, non si potrà aprire ogni singolo cassetto, in
cui ognuno di noli troverà qualcosa di diverso. Questa non
è una via di fuga. Questa io la considerò la MIA
verità. E se l’Amore fosse qualcosa di
più profondo? Talmenta tanto, da rendere persino difficile
da pronunciare questa parola… io posso solo dire che
personalmente, l’Amore è una semplice quanto
fortissima emozione, ovvero quella di dire e sentirti dire:
“Ti amo”.
Ma per quanto l’Amore sia un campo complicato tra tutti i
sentimenti degli esseri viventi (è allora perché
l’ho scelto?... perché per me è il
più importante), c’è una cosa che non
cambierà mai e varrà sempre e per tutti:
L’Amore è MALEDETTAMENTE BELLO (e anche questo
potrebbe avere vari significati, ma perché non vederla sotto
l’aspetto più semplice?).
Cap 1 - Una Vita Come Le Altre
La professoressa firmò il foglio e lo richiuse come se fosse
ormai un gesto consueto, sospirò, e con tono poco convinto
disse:
-Va bene Annie puoi uscire.. ma è proprio necessario che tu
perda così tante lezioni? Per carità sei una
delle migliori e non so come tu ci riesca col poco tempo che hai per
studiare, ma…-. Questa volta toccò a Annie
respirare profondamente
-Gliel’ho detto prof, è il mio lavoro e poi
l’impegno di oggi è troppo importante! Ci saranno
produttori registi, oltre che attori, attrici cantanti e…-
la prof le fece segno di prepararsi e per congedarla disse:
-Immagino… dopotutto questo è il tuo
mondo…-. la maggior parte dei compagni le lanciò
occhiate maligne, intrise di un sentimento che era andato ben oltre la
semplice invidia. Annie si mise a correre per i corridoi vuoti (nel bel
mezzo della 4 h), era già abbastanza in ritardo.
“Tanto prima o poi la lascerò sto schifo di
scuola!” pensò mentre il suo autista la riportava
a casa, dove la madre già l’aspettava per
l’appuntamento dal parrucchiere. Non aveva motivo di
arrabbiarsi in fondo. La prof che le aveva firmato il diario era la sua
preferita, l’unica che almeno provava a capirla, in tutta la
scuola. Lì tutti la snobbavano solo perché era
qualcuno e i suoi compagni di classe, che si sentivano parte di un
altro mondo rispetto al suo, la lasciavano sola. Se solo avessero
provato a capirla un po’ di più, a conoscerla per
quello che era e non per quello che poteva diventare con un bel vestito
e un po’ di trucco… bè, sicuramente
avrebbero trovato in lei una buona amica, o semplicemente una ragazza
qualunque. Anche se comunque riusciva a capirli, non era facile
approfondire dei rapporti con il lavoro che faceva, ma loro non si
avvicinavano neanche! Le uniche persone che la capivano erano sua madre
(che le era sempre vicina, qualunque cosa facesse), e i suoi amici,
tutta gente del mondo dello spettacolo, ecco perché la
capivano. Proprio per questo si trovava benissimo con loro, avevano
interessi comuni e quelle feste di gala, seppur molto formali, potevano
essere anche divertenti (specialmente se c’erano i suoi
migliori amici… e ci sarebbero stati quella sera),
l’unica cosa che rovinava quelle serate, erano i giornalisti.
Annie aveva un pessimo rapporto con loro, li odiava, le avevano
rovinato la vita… Mark era il suo ragazzo, l’unico
del mondo “normale” che non fosse scappato da lei,
anzi, le era stato sempre molto vicino, e poi lui era
speciale… le aveva dato il primo bacio, sul lungomare, in
vacanza… che momento fantastico…
già… se solo quel bacio non fosse apparso su
tutte le riviste scandalistiche! Il giorno dopo Mark le si
presentò davanti con una copia di un giornale e le disse:
-Io non voglio averci niente a che fare con questa roba!-. E
così era finita. Annie non ci aveva neppure provato a fargli
cambiare idea, tanto sapeva che non sarebbe servito a niente, quella
era la sua vita e non poteva cambiarla e capiva perfettamente la scelta
di Mark. Per fortuna che Annie era una ragazza estroversa, sempre
solare, innamorata della vita e anche se ci mise un po’ a
riprendersi, ora era felicemente fidanzata. Piccolo problema: essendo
il suo ragazzo famoso, avevano deciso di tenere la loro relazione il
più segreta possibile, e anche per questo non erano molte le
occasioni di vedersi. Ma Annie non aveva tempo di pensare alle cose
tristi: quella sera ci sarebbe stato anche lui, e non le importava se
era una serata organizzata da Gucci e ci sarebbero state schiere di
giornalisti, l’unica cosa che voleva, era rivederlo e
rivedere anche i suoi amici. Annie quella sera doveva essere uno
schianto, per questo dopo il parrucchiere, toccò una breve
seduta dall’estetista (qualcosa di molto leggero, Annie era
perfetta già così com’era), e poi la
scelta del vestito, che non poteva altro che essere di Gucci (tra
l’altro era il stilista preferito). Quel vestitino aderente
che metteva in risalto tutte le sue curve, corto fin sopra il
ginocchio, con una scollatura vertiginosa sulla schiena, era veramente
perfetto, curato nei minimi dettagli, i capelli le ricadevano leggeri
sulle spalle, finendo il tutto con un bellissimo paio di orecchini
pendenti, regalo di sua madre, e poi quello splendido ciondolo che non
toglieva mai. Era un regalo del suo ragazzo, un ciondolo a forma di
chiave di violino, e dietro c’era tutta una
storia… in realtà quel ciondolo l’aveva
visto per la prima volta al collo di lui e subito se ne era innamorata
-del ciondolo… e poi di lui…-,
gliel’aveva regalato soltanto al loro primo mese insieme,
dicendo che per lui era importantissimo e aveva fatto giuramento di non
toglierselo mai, ma le disse anche che se sapeva che ce
l’aveva Annie, allora sarebbe stato al sicuro,
perché voleva dire che lo teneva la persona più
importante della sua vita. Annie era stata molto lusingata per quel
regalo meraviglioso, e naturalmente non l’aveva mai
più tolto quel ciondolo.
Emma e il suo autista vennero a prenderla a casa, e insieme andarono
alla festa. In auto…
-Ti sei messa tutta in tiro per lui?- le chiese Emma rivolgendole un
sorriso malizioso
-Certo, e per chi sennò? (risero) Comunque anche tu non sei
niente male!- e si riferiva a quella minigonna di jeans…
Emma si limitò a sorridere. Dunque dunque… chi
è Emma? Semplice! La migliore amica di Annie, faceva la
modella e sapevano tutto l’uno dell’altra, erano
come sorelle, per questo Annie si sentiva libera di parlarle di
qualunque cosa che riguardasse il suo ragazzo. Le legava uno
straordinario rapporto di fiducia, stima e affetto, e poi lei non era
una qualunque, i loro fidanzati stavano nello stesso gruppo, anche se
non era stato quello a farle diventare amiche.
Appena arrivarono furono investite da una cascata di flash, anche se
ormai non davano più fastidio, ci erano abituate. Le ragazze
percorsero il classico tappeto rosso, che le condusse
all’interno del palazzo. E così Annie era pronta
per passare una meravigliosa serata nel bagno del Grenny
Hill, il palazzo dove si sarebbe svolta la festa e l’unico
posto dove poteva starsene in pace con il suo ragazzo. Arrivata dentro
riconobbe alcuni di quelli che avevano fatto parte del cast del
precedente film in cui aveva recitato, così
salutò prima loro, fino a quando Emma non la prese per un
braccio e la portò ai divanetti, dove aveva già
adocchiato i loro ragazzi e amici compresi. Ed è quindi
arrivato il momento di svelare la loro misteriosa identità
(sai che mistero…): signore e signori, ecco a voi i mitici
Blue! (già, ma chi sarà il ragazzo di Annie?)
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