Sparo

di Kim WinterNight
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SPARO






Se arrivo alla conclusione giusta, potrei vincere questa battaglia contro me stesso.

Oppure basta soltanto che io mi concentri, che non perda la calma e che prenda la mira nel modo giusto.

Sono fermo, la pistola in mano, un senso di amarezza in bocca.

Sto in silenzio e penso, anche se so che non dovrei pensare. Elaborare con la mente può essere una fregatura, può farti sbagliare, può farti mancare il bersaglio.

Bersaglio che ora si affaccia alla finestra e respira a pieni polmoni la fresca aria primaverile.

Devo agire prima che sia troppo tardi, prima che lei rientri e io debba escogitare un altro modo per colpirla.

Non può vedermi, anche se il sole è alto nel cielo. È quasi mezzogiorno e io comincio ad avere fame, ma non posso rispondere a quest'istinto.

Devo concentrarmi.

Lei inspira, io miro, lei espira, io miro ancora.

Penso che potrei fare qualcosa con lei, prima di ucciderla. È davvero bella, indossa abiti leggeri che lasciano intravedere forme attraenti e interessanti. Sono pur sempre un uomo.

No, non un uomo. Una bestia, una macchina di distruzione su commissione, senza sentimenti, senza pietà.

La pistola in mano, il corpo rilassato, il corpo giovane e formoso di lei.

Mi concentro, non posso fare altro.

Il problema fondamentale di quando la vittima è una donna, sta tutto nella contrapposizione dei sessi, nel desiderio fluido e incontrollato che annienta e scioglie il sangue freddo.

Utilizzo sempre un trucco in questi casi: immaginare che lei sia un lui, che sia un lui feroce e orribile, un lui che non merita di stare al mondo e che – anche se lo meritasse – questo non sarebbe un mio problema.

Adesso vedo un lui di fronte a me, senza capelli, con un completo elegante e un'espressione bovina. Movenze viscide, mani sudate, corpo completamente ricoperto di peli, tranne sulla nuca.

Lo vedo, prendo ancora una volta la mira.

Lui inspira. Miro. Lui espira. Miro ancora.

Sparo.

Il colpo si perde nel silenzio, nessuno può udirlo ma io lo sento vibrare mentre parte con potenza e precisione dalla mia calibro 38.

E lui si affloscia.

In un attimo sbatto le palpebre. Mi ricordo appena di una giovane donna dalle forme sinuose.

Do le spalle alla finestra, do le spalle alla primavera e il desiderio è sparito, dimenticato, come se non fosse mai esistito.

E mi allontano con un fugace ma piacevole ricordo negli occhi.





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