Le Cronache di Narnia La storia vista dagli occhi di Vera Volume III

di Stella Dark Star
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Capitolo 14
Il profumo della felicità
 
Neanche a dirlo, ci ritrovammo immersi nell’acqua esattamente come al nostro arrivo! Non appena riuscimmo a toccare il fondo, poggiammo i piedi sul pavimento e attendemmo che l’acqua tornasse nel quadro. Non ci meravigliammo nell’accorgerci che i nostri vestiti erano asciutti come se non fosse accaduto niente e nemmeno nel vedere la nave del dipinto scomparire tra le onde del mare.
Quando qualcuno bussò alla porta, Eustace andò ad aprire, però solo di uno spiraglio.
Sentimmo la voce del reverendo: “Sono arrivati i famigliari del signor Pevensie. Possiamo dare inizio alla cerimonia.”
Eustace esultò: “Bene, che bella notizia!”
“E questo è per la signorina Berry, da parte del signor Peter Pevensie.”
Eustace allungò le braccia per afferrare qualcosa: “La ringrazio, reverendo. Tra poco arriviamo.”
Restando girato, chiuse la porta spingendola con la scarpa, poi finalmente si voltò così potemmo ammirare ciò che teneva tra le mani. Un bellissimo bouquet di fiori d’arancio, avvolti nel pizzo  e chiusi da un grande fiocco di tulle i cui lembi ricadevano fino a terra.
Spalancai la bocca per la sorpresa: “Sono bellissimi! Ma come ha fatto a trovarli in questa stagione?”
Eustace camminò verso di me e me lo porse elegantemente. Quando lo avvicinai al viso per odorarne il buon profumo, mi accorsi che tra i fiori c’era un biglietto. Lo presi e lessi: “Per la sposa più bella. Firmato, Peter. Post scriptum per Ed, sono felice per te.”
Edmund arricciò un angolo della bocca: “Che pensiero gentile!”
Eustace gli ricordò: “Dovremmo andare, ora. Forza, è già tardi.”
“Sì, assolutamente.” Poi mi dedicò un sorriso: “Ti aspetto all’altare.”
Assieme a Eustace uscì dalla stanza lasciando me e Lucy da sole. Lucy prese il mio velo dalla sedia in cui era rimasto impigliato e lo sollevò per controllare che non ci fossero strappi: “Nessun danno. Te lo sistemo in un attimo.”
 
Come previsto, feci il giro della chiesa per entrare dalla porta principale, in modo che nessuno sapesse che ero stata con Edmund prima della cerimonia. Notai che in chiesa c’erano più fiori che persone, ma non me ne preoccupai, visto che quel giorno era il mio giorno.
Oltre i volti dei miei parenti e dei miei amici, c’erano anche quelli dei parenti di Edmund, la maggior parte dei quali non avevo mai visto.
Sui primi banchi, si trovavano Eustace con i suoi genitori, poi i genitori di Edmund affiancati da Susan, bellissima in un tailleur blu. Più avanti ancora, nel posto riservato al testimone, c’era Peter che mi guardava con volto sorridente. Era così bello che mi mancò un battito. Mi venne spontaneo ricambiare il suo sorriso sincero, di ammirazione, forse d’incanto, e fare un piccolo cenno col capo in segno di saluto e di ringraziamento per il bouquet. Nel frattempo, Lucy aveva preso posto accanto a Susan.
Spostai lo sguardo sul mio sposo, che mi attendeva raggiante all’altare. I nostri occhi calamitanti luccicavano di gioia.
La cerimonia si svolse nel modo tradizionale, con le letture scelte dal reverendo, ma una piccola novità fu introdotta da Edmund al momento dello scambio delle fedi e delle promesse. Dopo le frasi classiche, posò una mano sul mio ventre e continuò: “E di crescere con te questo bambino che tanto abbiamo desiderato.”
Mentre mi infilava la fede al dito, sentimmo gli invitati mormorare, ma non ce ne curammo. Al mio turno, ripetei la frase detta da lui e il gesto della mano sul mio ventre leggermente arrotondato. Non appena gli infilai la fede, mi prese tra le braccia e mi baciò, senza aspettare il permesso del reverendo. Per fortuna lui chiuse un occhio e ci rise sopra!
Io ed Edmund ci guardammo negli occhi, da marito e moglie, consapevoli della nuova vita che ci attendeva e con la speranza di avere un futuro roseo.




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