Ultimo capitolo: NEVE
Essendo arrivato alla fine, prima di lasciarvi alle battute conclusive mi permetto di spendere due righe per i doverosi ringraziamenti :) Se non vi interessano, saltate pure e andate dritti al capitolo che non mi offendo ^_^'
La prima persona a cui va il ringraziamento più grosso è ovviamente nydrali, che mi ha permesso di usare i suoi personaggi di Lilium inter Spina e di poter quindi dare vita a questa storia. Se fossi stato in lei, non so se avrei accettato che uno sconosciuto prendesse una mia storia per scriverne un seguito, magari rovinandomela pure tutta ^_^' Quindi grazie sul serio, anche di tutte le recensioni e degli incoraggiamenti.
Il secondo doveroso ringraziamento va a Monnis, la mia fantastica beta reader, che si è occupata di corregere i miei "scuotere" con la q, le mie forme verbali sbagliate, le mie virgole inesistenti o quelle esistenti ma nei posti sbagliati...insomma, un grazie davvero di cuore, senza il tuo aiuto sarebbe stato veramente un macello ^_^'
Infine, l'ultimo ringraziamento va a tutti coloro che hanno letto la storia e messa nei preferiti, anche se poi non hanno mai commentato ^_^' Credo che compongano uno dei più grandi misteri di EFP e contemporaneamente uno dei crucci più grossi degli autori: leggono e non recensiscono perchè gli ha fatto schifo? perchè li ha lasciati indifferenti? perchè guardando la lunghezza del capitolo hanno pensato "non mi verrà mai la voglia di leggere tutta sta roba" e chiudono subito? In ogni modo grazie anche loro, anche le letture e i "preferiti" servono a dare coraggio all'autore :)
Bene, ora è veramente tutto ^_^' A voi l'ultimo emozionante (?) capitolo, ciao!!!
L'orologio segnava le tre e mezza, questo significava che ormai erano
quasi quattro ore filate che Joey stava guidando senza fermarsi.
Oltretutto fra poco avrebbe dovuto superare il confine con la Florida e
questo era un bel problema. L'identità che stava utilizzando
da quando era in America era perfettamente valida, il problema era
l'auto che stava utilizzando. Aveva provato a rovistare nel cassetto
per vedere se riusciva a trovare il libretto di circolazione, ma aveva
trovato solo una scatola di profilattici e una stecca di sigarette. Di
documenti dell'auto non ce ne era traccia. Oltretutto l'auto non era
neanche sua, quindi gli avrebbero chiesto in aggiunta una procura del
proprietario per poterla utilizzare. In parole povere,
utilizzare quella macchina per passare il confine era impossibile.
Guidò ancora per qualche minuto, poi si fermò al
primo Autogrill che trovò. Dato l'orario il parcheggio era
ovviamente semivuoto, ma questo per i suoi scopi poteva essere solo un
bene. Scese dall'auto e aprì il cofano estraendo l'M4 super
90. Lo girò e iniziò a caricarlo con le cartucce
Buck00 calibro 12, guardandosi attorno per vedere se qualcuno lo stava
osservando. In realtà il parcheggio era quasi totalmente
immerso nell'oscurità, visto che alcuni lampioni non
sembravano funzionare.
Una volta finita la sua operazione chiuse baule e macchina e si
avviò verso i bagni. Dentro non c'era nessuno e questo lo
innervosì; avrebbe dovuto aspettare che qualcuno entrasse e
non poteva sapere quanto ci sarebbe voluto. Kimberlin poteva
già godere di un certo vantaggio, se non fosse riuscito ad
acciuffarlo in tempo prima di vederlo partire chissà quanto
tempo avrebbe impiegato a ritrovarlo. Oltretutto Sergei Gomorov era
stato chiaro: per quella volta avrebbe fatto finta di non averlo visto,
ma non lo avrebbe protetto ancora a lungo. Era assolutamente necessario
farla finita quel giorno stesso, altrimenti sarebbe diventato
impossibile.
Dopo neanche venti minuti di ragionamenti come quelli Joey vide entrare
finalmente una persona. Un uomo sui quarant'anni, con dei grossi baffi
neri e un insolito abbigliamento beige da cowboy, entrò
sbadigliando e si diresse verso un orinatoio a parete. Joey fece finta
di continuare a guardarsi allo specchio sporco e rigato in
più punti fino a quando non sentì l'uomo tirare
l'acqua, quindi impugnò il fucile semiautomatico della
Benelli e si girò puntandoglielo addosso.
- Cristo! - fece l'uomo balzando leggermente indietro.
- Zitto - rispose Joey senza perder tempo, - hai una macchina qua nel
parcheggio? -
- Dove l'hai trovato quello sventra papere, gringo? -
domandò l'uomo più incuriosito che spaventato.
- Sventra papere? - chiese Joey confuso.
- Sì, l'M4 che hai in mano. Come fai ad averne uno? Dal modo
in cui me lo punti addosso non credo che tu l'abbia comprato...hai
ammazzato qualche poliziotto per averlo? -
Joey lo guardò stupito. - Non sono cazzi tuoi. -
- Ehy, gringo!
Era solo per curiosità, sei liberissimo di non dirmelo! -
rispose sorridendo, e Joey potè notare tutti i suoi
sgradevolissimi denti gialli. Quell'uomo doveva fumare una
quantità industriale di sigarette per essersi ridotto la
bocca a quel modo.
- Allora, cosa posso fare per te? - e chiedendolo si portò
una mano alla tasca.
- Fermo! - gli urlò Joey, ma l'uomo estrasse solamente un
pacchetto di chewing gum.
- Calmati amico! Sto solo prendendomi una cicca, anzi, ne vuoi una? -
gli domandò allungandogli il pacchetto.
Joey lo guardò meglio: sotto l'abbondante giubbotto
indossava una poco originale camicia a quadri bianchi e rossi, anche se
ormai i colori sembravano sbiaditi dai troppi lavaggi, e alla vita
portava un vecchio cinturone privo però del suo normale
abitante.
Abbassò leggermente il fucile.
- No, niente cicche. Come ti chiami? -
- Bill Carson! E tu gringo,
ce l'hai un nome? O se me lo dici poi mi devi sparare con quel coso? -
- Il mio nome è: ce l'hai una macchina parcheggiata
là fuori? - chiese Joey fissandolo negli occhi.
- Beh non è proprio una macchina, comunque sì,
è parcheggiata qua dietro. Perchè lo vuoi sapere?
- chiese mettendosi in bocca un chewing gum.
- Perchè tu ora mi ci fai salire sopra e insieme
oltrepassiamo il confine con la Florida. Dopodichè una volta
che saremo passati mi lascerai giù e potrai andartene dove
ti pare. -
Carson lo guardò per un istante, poi scoppiò in
una sonora risata, talmente forte che Joey temette che avrebbe potuto
attirare l'attenzione di qualcuno.
- Oddio gringo,
mi fai morire! Ma dico, mi hai visto bene? - chiese togliendosi il
cappello da cow boy e indicandosi alcuni capelli grigi. - Non sono mica
un teppistello di quelli che girano oggi in questo fottuto paese, io ho
la tua età cristo! Mi hai appena minacciato con un fucile
che usano quelli dello SWAT, vuoi passare il confine con la mia
macchina perchè probabilmente la tua è rubata e
sicuramente avrai commesso qualcosa di talmente grosso da non poter
aspettare di passare il confine in un altro modo, è ovvio
che appena saremo in Florida mi ammazzerai! -
Se possibile, Joey rimase più stupito di prima. Quell'uomo
si stava dimostrando decisamente sveglio, il che lo rendeva anche in
minima parte pericoloso.
- Puoi decidere di correre il rischio di scoprire se quello che dici
è vero o no, oppure morire qua adesso - rispose Joey,
tornando a puntargli l'M4 addosso. - Scegli tu. -
Carson scoppiò a ridere nuovamente.
- Non ho bisogno di decidere, gringo,
accetto! Andiamo, avrai visto sicuramente il mio Nissan bianco
parcheggiato fuori no? Il monovolume più grosso fra tutti,
ecco quello è mio! - rispose iniziando a fare strada fuori
dal bagno.
Joey lo seguì a qualche passo di distanza, guardandosi
attorno per vedere se qualcuno aveva sentito o notato la loro
conversazione. A quell'ora della notte, però, l'Autogrill
era completamente deserto.
Appena arrivati davanti al Nissan Carson aprì le due ampie
porte sul retro.
- Dammi il fucile, così lo nascondiamo per bene. Capita a
volte che alla frontiera gli sbirri chiedano di voler vedere l'interno
dell'auto, non possiamo certo lasciare che te lo vedano! -
Joey si sentì un po' riluttante a lasciargli il fucile, ma
dovette ammettere che era l'unico modo di passare senza problemi.
- Ok, ma non pensare che io sia meno pericoloso senza il mio Benelli.
Posso ammazzarti anche a mani nude, se serve. -
Carson rise per l'ennesima volta, lasciandosi scappare un - Lo credo, gringo, lo credo!
Hai tutta l'aria di essere una bella carogna, lo sai? -
Nascose il fucile sotto lo spazio dedicato alla ruota di scorta,
manualmente modificato per contenere almeno due armi della stessa
grandezza. Quando lo aprì infatti c'era già al
suo interno un Remington vecchio modello, forse il 700.
- Prego, accomodati! - disse indicandogli la portiera dopo aver fatto
sparire tutto.
I due entrarono in macchina e uscirono dal parcheggio a grande
velocità.
Una volta in strada, Carson tornò a fare domande.
- Allora senza nome, me lo vuoi dire perchè stai cercando di
oltrepassare il confine? Sei inseguito o sei tu che stai inseguendo
qualcuno? -
- La seconda, e quel qualcuno ha già sicuramente passato la
frontiera, mentre io invece sono ancora qui. -
- Uhm...capisco. Posso sapere cos'ha combinato questo qualcuno per
farti incazzare così tanto? -
Joey lo guardò male, ma quando vide Carson distogliere lo
sguardo dalla strada per mostrargli un altro dei suoi sorrisi a denti
gialli, pensò che era meglio rispondergli subito.
- Mi ha costretto a tornare in questo "fottuto paese", come lo hai
chiamato tu prima. -
- Per quale motivo? Per ucciderlo? -
- Esatto. -
Carson rise, e questa volta per poco non finì strozzato con
la cicca. La sputò poco sopra la leva del cambio, sfiorando
di poco la gamba di Joey.
- Cristo santo, sei tornato da chissà dove solo per
ammazzare questo tipo! E vai in giro a farlo con un M4 super 90 carico!
Ma si può sapere chi cazzo sei? - chiese divertito.
Joey scrollò le spalle. - Chi sono io non ha importanza, una
volta che quell'uomo sarà morto sparirò
nuovamente, e tanti saluti a questo bel paese. -
Carson tornò a guardarlo togliendo nuovamente lo sguardo
dalla strada.
- Cazzo! Sai cosa mi ricordi gringo?
Quel film dei fratelli Coen, Non è un paese per vecchi!
Sembri quasi uguale al protagonista interpretato da Javier Bardem! Solo
che tu fortunatamente per te sei un po' meno brutto. -
Joey lo guardò con disgusto. Kimberlin stava per scappargli
per sempre dalle mani e lui era in quella macchina a parlare con quel
pazzo. Per un attimo aveva temuto di incontrare qualcuno che gli
avrebbe piagnucolato a lungo di risparmiarlo, e che avrebbe avuto per
questo un sacco di problemi a passare la frontiera. Ora invece con Bill
Carson sembrava esserci il problema opposto: quell'uomo sembrava essere
fatto della sua stessa pasta e quindi eccitato all'idea di vivere
quell'avventura.
Infatti accese tranquillamente la radio mettendo su una stazione che
mandasse in onda musica country e iniziò a fischiettare.
Joey spostò lo sguardo sui cartelli che indicavano le miglia
che mancavano alla frontiera: ne segnalavano solo due.
***
- Qual'è il motivo che vi spinge a guidare a quest'ora della
notte? - chiese il poliziotto restituendo i due passaporti.
- Abbiamo un appuntamento di lavoro domani mattina presto, se ci
sbrighiamo riusciamo a dormire un numero di ore decente prima di
svegliarci! - rispose Carson mostrando come al solito col suo sorriso
tutti i suoi denti gialli.
Il poliziotto lo guardò per l'ultima volta, poi fece lo
stesso con Joey e alla fine si convinse a farli passare.
Appena allontanati di qualche metro, Joey sospirò
rumorosamente.
Carson fischiettò la canzone alla radio lisciandosi con
l'indice e il pollice un baffo.
- Rilassati gringo,
siamo passati! -
- Smettila di chiamarmi gringo, Bill... -
- E tu allora dimmi come ti chiami! -
- Hawk, James Hawk. -
- Piacere di conoscerti James Hawk! Ora immagino che mi dirai che devo
accelerare a manetta giusto? -
Joey lo guardò. Gli era difficile capire se stesse facendo
sul serio oppure era semplicemente un po' pazzo.
- Io veramente avevo detto che ti saresti dovuto fermare poco dopo aver
passato il confine... -
Carson si voltò a guardarlo, lasciando correre il Nissan
senza occhi sulla strada.
- Se vuoi veramente che ci fermiamo per ridarti il tuo fucile, caro
Jimmy, ho paura che prima di ridarti il tuo dovrei tirare fuori io il
mio. E a quel punto non so come finirebbe... -
Ecco, quella battuta chiariva ogni suo dubbio. Non era pazzo, al
contrario aveva capito tutto.
- Ma tu non avresti motivo di uccidermi, giusto? -
- Neanche tu ne avresti se continuo a guidare fino a Pensacola beach,
giusto? - rispose Bill di rimando.
Joey sbuffò. - Si può sapere perchè mi
vuoi aiutare? -
- Ehy Jimmy, se non ci aiutiamo fra di noi, chi ci aiuta? Anche io
ammazzo la gente, che credi? E non conosco nessun figlio di puttana su
cui poter contare per salvarmi il culo in un eventuale momento di
bisogno, e tu sembri proprio quello giusto. Insomma, io do una mano a
te oggi e tu dai una mano a me domani. Che dici? -
- Dico che non ci sarà un domani Bill, comunque vada. -
- Eh ma cazzo! Come sei pessimista! Non mi dire che una volta ucciso
quel bastardo vorrai tornartene dal paese da cui sei venuto! -
- Per l'esattezza. - rispose Joey freddo.
- Che coglione che sei - si lasciò sfuggire senza troppo
pensarci. - E io che pensavo di aver trovato un vero duro... -
- Quando troverai anche tu una donna come è successo a me,
scoprirai che essere un "vero duro" non ti importerà
più così tanto.
Carson si lasciò andare un altro paio di bestemmie e insulti
e in quel momento Joey capì che non c'era modo di farlo
ragionare. Probabilmente se fosse diventato vecchio in quel paese,
anche lui ora si starebbe comportando alla stessa maniera. Decise
quindi semplicemente di lasciarlo parlare, fin tanto che guidava
spedito poteva anche dire o pensare quello che voleva.
Ci volevano quasi altre due ore prima di arrivare a Pensacola beach e
più passava il tempo meno Joey pensava di riuscire a
prendere Kimberlin. Non c'era in strada praticamente nessuna macchina
oltre la loro e le poche incontrate erano tutte utilitarie di poco
valore, sicuramente non una di quelle in cui stava viaggiando Kimberlin.
- Cosa succede se una volta che siamo arrivati fino alla spiaggia non
lo trovi? Ti butti in mare e inizi a nuotare? -
- Qualcosa mi verrà in mente. Tu intanto accelera e non
pensare ad altro. -
E Carson accelerò, le due ore di viaggio passarono veloci e
di Kimberlin non trovarono nessuna traccia.
Raggiunsero la città di Pensacola e dopo un altro quarto
d'ora di strada arrivarono a Pensacola beach.
Proprio mentre Carson stava per dire "Il tuo uomo è andato, gringo"
Joey intravide nell'altra carreggiata della strada una lussuosa Crysler
grigia venire verso di loro nella direzione opposta. Immediatamente si
tirò bene seduto sul sedile e cercò di vederne il
contenuto, ma purtroppo i vetri erano oscurati e capire chi c'era
dentro era impossibile.
- Oh cazzo! E' lì dentro? - chiese Bill piantando una
frenata.
- No non credo, se ne sta andando da Pensacola beach - rispose Joey
ruotando la testa per continuare a seguire la Crysler finchè
poteva.
- E...? - chiese Bill confuso.
- Se se ne sta andando vuol dire che hanno già fatto
scendere Kimberlin! - urlò Joey. - Avanti, accelera
più che puoi fino al molo, muoviti! -
Carson sfoggiò un altro dei suoi gialli sorrisi e rispose
con entusiasmo - Certo, mio capitano! - schiacciando a fondo
l'acceleratore. Quando finalmente arrivarono in prossimità
Joey potè chiaramente vedere in mare un grosso yacht a luci
spente allontanarsi silenziosamente dalla terra ferma.
- Vacca puttana! E lui! - urlò Carson ancora entusiasta.
- Sì e se ne sta anche andando! Cazzo! - urlò
Joey cercando di valutare quanti metri in mare avesse già
percorso quello yacht. La prima idea che gli venne in mente fu quella
di proporre a Carson di fare come nel telefilm di Supercar, ovvero
lanciarsi direttamente con la macchina sulla grossa barca di Kimberlin,
ma loro non erano in un film e la grossa barca distanziava ormai
parecchio dalla riva. La seconda idea era quella di lanciarsi in mare e
nuotare, ma sicuramente lo yacht sarebbe andato più veloce e
l'acqua alle cinque del mattino a Dicembre è decisamente
fredda.
Bisognava pensare a qualcos'altro, non poteva lasciarlo andare proprio
ora che finalmente lo aveva trovato.
- Cosa faccio Jimmy? - chiese Carson fermando la macchina il
più possibile vicino al mare.
Joey sembrò pensarci un altro attimo, poi estrasse il
cellulare dalla tasca e digitò velocemente un numero.
Dopo pochi secondi iniziò a parlare, simulando con tutta la
maestria che possedeva la voce di un uomo spaventato. - Aiuto, aiuto!
E' successo un fatto gravissimo! Dovete assolutamente venire qui dove
attraccano le barche, un uomo su uno yacht ha ucciso una persona e ne
sta per uccidere un'altra! -
Carson al sentire queste parole sogghignò.
- Sì, ma dovete fare presto! Si è già
allontanato dalla riva, dovete fermarlo! -
Bill spense definitivamente l'auto e scese aprendo i due portelloni del
baule.
- Sì, mi chiamo William Munny, vi aspetto qua sul pontile.
Ma fate presto! - poi attaccò, sospirando.
Scese dalla macchina e vide Carson con il suo Benelli in mano.
- Data la tua chiamata deduco che fra poco arriveranno gli sbirri,
giusto? - chiese lanciandogli il fucile.
- Esatto. -
- Bene...quindi è arrivato il momento di salutarsi, sai
com'è...anche io ho qualche problema con la polizia. - disse
sfoggiando per l'ennesima volta tutti i suoi denti gialli in un sorriso.
- Certamente. - Joey gli si avvicinò per porgergli la mano.
- Giuro che se ne esco vivo ti offro una birra da qualche parte. -
- Solo una? E soprattutto: solo una birra? - rispose Carson scoppiando
a ridere. - Vedi di sopravvivere, James Hawk! Che di gente come te non
ce n'è più in giro e quei pochi che sono rimasti
devono cercare di conservarsi bene! -
- Sarà fatto - disse Joey allentando la presa dalla stretta.
- Addio allora! - e rientrando in macchina eseguì una
inversione a "U" in contromano e scomparve dalla strada.
Joey si voltò a guardare lo yacht di Kimberlin che si faceva
sempre più piccolo. Era lui, lo sentiva, ne era certo. Chi
altro viaggiava in barca a quell'ora della notte a Pensacola beach?
Ora il problema era trovare il modo di gestire la polizia, nella
speranza di vederla comparire al più presto.
Non attese a lungo il loro arrivo, ma ogni minuto che passava sembrava
per lui un'ora intera, considerando il fatto che ormai lo yacht di
Kimberlin non si vedeva più.
Quando finalmente arrivò la volante nautica della polizia
Joey iniziò ad agitare le braccia nella loro direzione. I
poliziotti diressero l'imbarcazione verso di lui, accecandolo con i
loro fari.
Una volta che si furono avvicinati al pontile notò che
avevano preso una sorta di imbarcazione da guerra, visto che a prua
montava una spaventosa mitragliatrice Browning M2.
Mentre Joey la fissava cercando di capire il motivo per il quale
avessero scelto una simile imbarcazione, uno dei due
poliziotti usciti all'aperto gli rivolse la parola.
- E' lei William Munny? - urlò cercando di superare il
rumore del motore dell'imbarcazione.
- Sì sono io! Quel pazzo è andato in quella
direzione! - rispose indicando l'ultimo punto del mare in cui aveva
visto scomparire Kimberlin.
- Ci ha parlato di un cadavere, può indicarci dove lo ha
visto? -
- Certamente, fatemi salire e vi ci porto! -
Il poliziotto, al sentire quella richiesta, rimase per un attimo
dubbioso. La volante galleggiava a mezzo metro dal pontile, ma niente
faceva presagire che avessero in mente di fermarsi per prendere a bordo
Joey.
- No signore, non credo sia il caso. Potrebbe essere pericoloso, lei ci
dica dove ha visto il corpo che noi andiamo a controllare. E'
più sicuro per lei che rimanga qui - aggiunse sempre ad alta
voce.
Joey aveva previsto un comportamento del genere. D'altra parte, era
perfettamente naturale.
Passò velocemente lo sguardo dal poliziotto con cui aveva
parlato fino ad ora a quello del collega al suo fianco, e infine al
pilota che si poteva vedere nella cabina di pilotaggio attraverso
l'ampio parabrezza.
- Va bene, avete ragione voi...attenderò qua. -
Il poliziotto gli fece un cenno con la testa, poi si voltò
per indicare al pilota di ripartire.
Quel secondo gli bastò per estrarre il fucile M4 che aveva
nascosto fino a quel momento e sparargli in piena schiena. Poi,
altrettanto velocemente, sparò anche al suo collega al suo
fianco.
Alzò immediatamente gli occhi verso la cabina di pilotaggio
e mirando all'ultimo poliziotto rimasto fece fuoco nella sua direzione.
Dovette sparare ben due volte prima di riuscire a infrangere il
parabrezza, ma fu abbastanza rapido da riuscirci senza farselo scappare.
Saltò sulla prua e ricaricando il fucile corse velocemente
sulla scaletta per raggiungere la sala di comando. Si guardò
attorno durante il tragitto per essere sicuro che a bordo non ci fosse
nessun altro, poi una volta che ne ebbe l'assoluta certezza si
portò davanti alla console di guida. Erano anni che non
guidava più nulla del genere, ma ai suoi tempi gli era
già successo di dover muovere un bestione del genere e gli
bastò una rapida occhiata alla strumentazione per riuscire a
ripartire. Spinse al massimo la leva del controllo motore e
puntò dritto nella direzione in cui aveva visto scomparire
Kimberlin qualche minuto prima. Con i fari del suo yacht spenti e il
sole che ancora non ne voleva sapere di sorgere era
sicuramente dura, per questo decise di accendere le sirene e continuare
a dirigersi a grande velocità nella direzione impostata. Se
Kimberlin avesse sentito le sirene della polizia si sarebbe sicuramente
fermato e confermato la sua posizione, d'altra parte era appena uscito
di prigione e non voleva di certo tornarci per una stupidaggine come il
non essersi fermato a un'ispezione della guardia costiera.
Fortunatamente, i fatti gli diedero ragione, visto che lui stesso non
si accorse di essersi avvicinato allo yacht di Kimberlin fino a quando
i suoi uomini non accesero le luci della loro imbarcazione. Prese
immediatamente la ricetrasmittente collegata all'altoparlante esterno e
ordinò - Spegnete i motori e consegnate patente nautica e
documenti di bordo. -
Spense la ricetrasmittente e si lanciò giù dalle
scalette raggiungendo la M2. Dovette inserire manualmente la prima
cartuccia della scatola nell'arma visto che la
trovò scarica e si chiese ancora una volta perchè
la polizia fosse venuta con un'arma del genere se poi non era neppure
carica.
Fece però in tempo ad ultimare l'operazione che gli uomini
di Kimberlin si fecero aspettare ancora qualche secondo,
dopodichè ne vide un paio uscire dal secondo piano dello
yacht con alcuni fogli in mano.
Joey non aspettò neanche di poterli riconoscere: sicuramente
nessuno dei due era Kimberlin e questo gli bastò per
iniziare a fare fuoco. Il rinculo della Browning lo sorprese: non solo
ogni singolo colpo produceva un rumore assordante simile ai tuoni del
cielo, ma in più vibrava fortemente e Joey dovette
aggrapparsi con forza ad entrambe le maniglie per non essere sbalzato
fuori dalla pedana.
In compenso, l'effetto che fecero i proiettili calibro 50 sui corpi dei
due uomini gli diede una carica incredibile, tanto che smise di fare
fuoco per un attimo e urlò - KIMBERLIN! - talmente forte che
sicuramente lo avrebbe sentito. - NOI DUE ABBIAMO UN CONTO IN
SOSPESO!!! - e si riaggrappò con forza alla M2 ricominciando
a fare fuoco. Non si staccò praticamente più fino
a quando l'intero fascio di munizioni non fu finito, sparando
all'impazzata su qualsiasi centimetro dello yacht, scuotendolo come se
fosse in balia di un mare in tempesta. Distrusse tutto: i due eleganti
tavolini installati al secondo piano per bere qualcosa guardando
l'oceano, la grossa bandiera americana che sventolava al primo piano,
infranse tutti i vetri delle finestre e fece cadere le varie antenne
installate sul tetto.
Il fragore della Browning non finì neppure quando fu sparato
l'ultimo colpo, tanto che si potè sentire ancora il suo
rumore qualche secondo dopo come una specie di eco nell'aria.
Quando anche l'eco finì, gli unici rumori che si sentirono
furono i pezzi di vetro e legno che, non riuscendo più a
rimanere attaccati dov'erano, cadevano per terra o in mare.
Joey ansimò come avesse appena finito di correre, preso da
un'adrenalina che ormai non sentiva più da molti anni.
Saltò giù dalla pedana della M2 e
recuperò il proprio fucile, dopodichè
spostò l'imbarcazione della polizia sufficientemente vicina
allo yacht di Kimberlin e ci salì sopra.
Si sentiva pieno di forze: era tornato a essere l'assassino di una
volta, che sparava, uccideva e distruggeva tutto quello che si metteva
in mezzo fra lui e il suo scopo. Sentiva che niente poteva fermarlo
dall'uccidere Kimberlin.
Distrusse con un calcio quello che rimaneva di una porta-finestra dello
yacht, dopodichè entrò e si ritrovò in
una specie di ripostiglio per le provviste. Superò questa
stanza ed entrò in quella che una volta era la cucina, che
dopo il suo attacco con l'M2 sembrava ci fosse esplosa una mina dentro.
I piatti erano rotti, il cibo rovesciato per terra e il cuoco ferito
gravemente alla pancia era ancora lì sdraiato in un angolo
ad aspettare di morire.
- A...iu...to... - provò a dirgli appena lo vide arrivare.
Joey gli sparò immediatamente.
Proseguì ulteriormente ed arrivò alle porte di
quella che probabilmente era la stanza equivalente a un soggiorno di
una casa, ma si fermò quando sentì due voci
parlare. Una era chiaramente di Kimberlin, l'altra non la conosceva.
- Dobbiamo prepararci a riceverlo! - urlò Kimberlin. - Tu
mettiti lì, sdraiato dietro l'angolo bar, io mi
posiziono qua dietro al divano. Appena entra gli spariamo entrambi e lo
facciamo fuori! -
Joey si avvicinò lentamente e diede un calcio alla porta,
dopodichè si spostò subito di lato per evitare la
scarica di proiettili che arrivò un secondo dopo. Ora poteva
vedere l'angolo bar di cui parlava Kimberlin, al centro della stanza
sulla destra. Questo voleva dire che lui doveva essere dalla parte
opposta, sul lato sinistro.
Provò a sparare una prima volta verso l'uomo di Kimberlin,
per vedere come avrebbe reagito. Spaventato dal vedersi arrivare il
proiettile così vicino, l'uomo arretrò di qualche
passo, colpendo una bottiglia che si trovava per terra, probabilmente
caduta dopo gli spari dell'M2.
Questo fu sufficiente per individuare la sua esatta posizione: Joey
spostò la testa quel tanto che bastava per poterlo mirare e
fece fuoco. L'uomo morì sul colpo.
- Allora Kimberlin, si direbbe che siamo rimasti solo noi due, che
dici? -
- Brutto figlio di puttana! Con cosa cazzo hai sparato per ridurmi lo
yacht così? -
Joey sentì dalla sua voce che era chiaramente spaventato,
questo gli provocò un leggero ghigno.
- Con la Browning che c'era sull'imbarcazione della polizia,
ovviamente. Ora che vuoi fare, stronzo? Esci tu e la facciamo
finita oppure vuoi continuare questa assurda rincorsa ancora a lungo? -
- Vaffanculo Dagger!
Non ce la farai a farmi fuori! Ti ammazzo prima io! -
Joey sentì la sua voce spostarsi all'interno della stanza,
sembrava più precisamente allontanarsi. Infatti, appena
finito di pronunciare quelle parole, sentì una porta
chiudersi. Provò a mettere dentro la testa per vedere la
situazione, ma Kimberlin non c'era più.
Si avventurò lentamente in soggiorno per vedere se aveva
lasciato qualche trappola o se qualcuno era rimasto vivo, ma non
trovò nulla. C'erano solo tre cadaveri per terra,
probabilmente colpiti anche loro dai proiettili dell'M2. Uno di loro lo
riconobbe: era Bill Nighy, semi sepolto sotto un altro uomo che
probabilmente gli era caduto addosso nel momento in cui anche lui era
stato raggiunto dal proiettile.
Li lasciò stare ed aprì una delle due porte della
stanza con circospezione, per vedere a cosa conduceva. Una portava a un
bagno, l'altra alle scale per salire al piano superiore. Appena
aprì quella e mise piede sul primo gradino, vide alla fine
della scala Kimberlin che lo osservava ridendo con un lanciagranate in
mano.
- Non vorrai veramente usare quel coso qui dentro, vero? - gli chiese
Joey terrorizzato.
- E qual'è l'alternativa Dagger? Tu che
vieni qua sopra e mi ammazzi? No, vaffanculo Hawk! Se proprio devo
crepare, almeno faremo questa fine entrambi! - e schiacciò
il pulsante di sparo.
Joey si lanciò di lato con quanta più
velocità potè, ma fortunatamente non
sentì l'esplosione che si era immaginato. L'arma di
Kimberlin era stata armata con proiettili fumogeni e nel giro di pochi
secondi tutta la scala venne riempita di fumo bianco.
Kimberlin scoppiò a ridere. - Credevi veramente Dagger che avrei
fatto esplodere il mio yacht per uno stronzo come te? Sei folle! Tu non
vali un cazzo Hawk, non vali neanche la spesa di una granata nuova!
Io... - ma non riuscì a concludere la propria frase che vide
Joey apparire dal fumo, sparandogli immediatamente alla spalla e
facendolo cadere a terra.
- Ma cosa cazzo... - Kimberlin cercò di ignorare il dolore
allungandosi per cercare di riprendere l'arma, ma Joey percorse
velocemente gli ultimi gradini della scala e lo raggiunse al piano
superiore dando un calcio al lanciagranate.
Poi gli puntò il fucile addosso.
- Basta con i razzetti di capodanno Kimberlin, facciamola finita una
volta per tutte. -
- Ma stai zitto, stronzo! - gli urlò Kimberlin, rispondendo
con uno sguardo carico d'odio.
Erano vent'anni che Joey non incrociava più quello sguardo.
- Toglimi solo una curiosità, prima che ti ammazzi. Pensavi
veramente che quel coglione di tuo figlio oppure uno dei suoi uomini
fosse in grado di fermarmi? O peggio ancora che io non avrei reagito
alla morte di Lily? Come potevi anche solo immaginare che tutto questo
non sarebbe finito esattamente come sta finendo ora? -
- Vaffanculo Dagger,
io sono stato in galera ingiustamente! Non avevo organizzato io la
vostra fuga, maledizione! -
Joey si concesse una breve risata. - Di crimini da espiare ne avevi
tanti...sei finito in galera per quello sbagliato, è vero,
ma questo non significa che non ci dovevi finire per altre cose. -
Kimberlin lo fissò con odio.
- Non me la faccio fare la predica da te, stronzo! Tu in passato hai
ucciso donne e bambini, non crederti migliore di me solo
perchè hai deciso di sposarti e sparire in qualche cazzo di
paese europeo! -
Joey non rispose nulla.
- Hai finito? - chiese qualche secondo dopo.
- Fanculo, io non me lo merito...ho scontato in galera tutti gli anni
che dovevo, non me lo merito cazzo! -
- Lo sai anche tu che non c'entrano i meriti in storie come queste... -
gli rispose solennemente Joey.
E Kimberlin perse ogni voglia di continuare quella conversazione.
- Allora ci rivediamo all'inferno, James Hawk? - gli chiese con voce
tremante.
Joey alzò il fucile mirandogli la testa.
- Già... -
E sparò.
Quel colpo fu come un punto alla fine di una lunga frase.
Significava una semplice cosa: era
tutto finito. Kimberlin era morto, così come
suo figlio e i due assassini di sua moglie.
Joey abbassò lentamente il fucile, sentendo le forze sparire
velocemente. Era come se quell'ultimo sparo gli avesse sottratto di
colpo una misteriosa forza che lo aveva sostenuto fino a quel momento.
Gli venne da sorridere, al pensiero che era veramente tutto finito.
BANG.
Uno sparo.
Joey sentì quasi prima il suo rumore che non la fitta al
torace. Si portò una mano vicino al cuore e vide che stava
sanguinando.
Si voltò lentamente per guardarsi alle spalle, cercando di
capire chi gli avesse sparato.
Bill Nighy, in piedi sull'ultimo gradino della scala, lo stava
guardando tremando.
Tremava talmente tanto che quando sparò il secondo colpo gli
centrò la gamba, anzichè qualche punto vitale.
Joey accusò il colpo strabuzzando gli occhi.
- Ma che cazzo... -
Nighy, ancora più spaventato al vedere che Joey non cadeva a
terra, sparò un terzo colpo, ma la sua mano tremava talmente
tanto che il proiettile andò a conficcarsi nel muro.
- Da dove cazzo vieni fuori tu? - chiese Joey, sentendo un dolore
lancinante al petto non appena aveva cercato di parlare.
Ma Nighy non rispose e Joey capì che la grossa chiazza di
sangue che aveva sul petto, che era la stessa che gli aveva visto pochi
minuti prima, era evidentemente dell'uomo che gli era caduto addosso. A
guardarlo meglio, Nighy non aveva neanche un graffio.
Raccogliendo tutte le ultime forze che aveva, risollevò l'M4
e gli sparò, centrandolo in pieno e facendolo cadere
pesantemente a terra.
Gli venne da sorridere.
- Bill Nighy...ucciso da un avvocato. - si concesse un altro sorriso
amaro. - Il destino ha proprio uno strano senso dell'umorismo... -
cercò anche di ridere, ma un'altra fitta lancinante lo
raggiunse.
Probabilmente con il primo sparo gli doveva aver forato un polmone,
vista la posizione in cui l'aveva preso.
Si appoggiò al muro delle scale e si avviò
lentamente fuori dallo yacht. Ogni passo gli sembrava più
pesante del precedente, tanto che riuscì a fatica a superare
il soggiorno e la cucina e dopo crollò a terra.
Si portò faticosamente la mano in tasca e ne estrasse il
cellulare. Lo alzò leggermente per vedere se c'era campo e
si accorse che fuori, attraverso le finestre rotte, aveva iniziato a
nevicare.
Gli piaceva la neve, era una delle prime piccole cose a cui aveva
iniziato a fare caso da quando si era sposato con Lily.
"La neve riesce a rendere magica qualsiasi città, non
credi?" gli aveva chiesto lei, in uno dei primi mesi che i due
passavano assieme. Joey a quel tempo non riuscì a
trattenersi da una risata, e le chiese cosa ci trovasse di "magico"
all'interno di piccoli pezzi di ghiaccio che cadono dal cielo. Lily lo
rimproverò di scarsa poeticità e poi gli
indicò un marciapiede sopra il quale la neve aveva
incominciato a depositarsi.
"Lo vedi come si presenta bello e pulito ora che la neve è
caduta? Altrimenti lo vedresti così" aggiunse indicandogli
un pezzo di marciapiede sporco dall'altra parte della strada, che non
era diventato bianco a causa di un grosso balcone al primo piano che
aveva impedito il suo depositarsi.
"La neve cade dappertutto, sui posti sporchi e brutti e su quelli
già belli e li rende tutti bianchi e puliti. Ecco cosa
c'è di magico nelle neve, rende bello anche ciò
che di natura non lo è."
Joey si guardò e pensò che anche lui in quel
momento era decisamente sporco e malmesso, così come quel
marciapiede di cui gli parlava sua moglie.
Il "bip" del cellulare lo fece tornare alla realtà, ma
improvvisamente il chiedere aiuto gli parve inutile. Chi avrebbe potuto
chiamare? La polizia? Certo, loro sarebbero arrivati subito e magari
sarebbero anche riusciti a salvarlo portandolo subito in ospedale, ma
poi? Lo avrebbero riconosciuto e gli avrebbero dato l'ergastolo a vita,
se non addirittura la pena di morte.
Avrebbe potuto chiamare Lucrece, che dopo averlo insultato per l'ora in
cui la stava disturbando sarebbe sicuramente accorsa per salvarlo, ma
ormai lui era a quasi sei ore di macchina da Birmingham e sicuramente
non avrebbe resistito a lungo.
Abbassò la mano e fece cadere il cellulare.
- E' inutile. - sussurrò.
La rassegnazione lo portò a tornare col pensiero alla neve e
a sua moglie. Lui Lily l'aveva sempre vista così come lei
vedeva la neve, candida e in grado di migliorare le cose a cui si
avvicinava.
E lui si era sforzato a lungo, per tutta la vita per cercare di
diventare un po' simile a lei.
Con le ultime forze restategli si trascinò fuori all'aperto,
dove la neve potesse raggiungerlo senza essere fermata da nulla.
La neve, che era in grado di migliorare le cose, sarebbe riuscita a
fare lo stesso con lui?
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