Era una calda giornata a Phoenix, e come sempre nella città più piovosa degli
Stati Uniti d'America, Forks, il tempo non era proprio paragonabile, nell'aria
si notava una nebbia fitta e si capiva che da lì a poco avrebbe piovuto.
La protagonista, Isabella Swan ma da tutti chiamata Bella, che abitava a
Phoenix con la madre, aveva deciso di trasferirsi proprio a Forks, dove viveva
il padre Charlie; ma questa volta non era solo una visita estiva, sarebbe
restata in quella piccola cittadina per molto tempo.
Era stata lei a decidere, per poter lasciar costruire una nuova vita alla
madre e al suo compagno Phil. Aveva lasciato Phoenix e il suo sole, il viaggio
in aereo non fu molto lungo anche perché lei era molto impegnata ad ascoltare la
sua musica preferita con il suo nuovo ipod, un regalo della mamma e di Phil per
la partenza.
Guardavo fuori dal finestrino e mi chiedevo se mi sarei adattata al nuovo
clima, alla nuova vita. Ero tanto immersa nei miei pensieri e nella mia musica
da non sentire la hostess che mi si era avvicinata.
- Desidera qualche cosa, signorina ? -
Una leggera mano mi toccò la spalla, e una voce raggiunse il mio cervello,
per ricollegarmi con il mondo che mi circondava. Mi accorsi della hostess e
compresi che la voce era la sua e che mi ero persa nei miei pensieri.
- Scusi, non l'avevo sentita - e mi rispose: - Non si preoccupi. Desidera
qualcosa ? Ha una faccia così stanca, dovrebbe mangiare, se no non avrebbe la
forza nemmeno di scendere dall'aereo. Prenda questo croissant. -
La ringraziai e mangiai la brioche che mi era stata offerta. Non credevo ci
fosse qualcuno ad aspettarmi all'aeroporto, perché avevo detto a Charlie che me
la sarei cavata da sola, avrei preso un taxi per raggiungere Forks. Sapevo che
sarebbe dispiaciuto a Charlie, perché voleva svolgere al meglio il ruolo di
padre, ma non volevo attirare tutta l'attenzione con l'auto della polizia
dell'ispettore capo Swan. A Forks nulla passava inosservato, tutti sapevano già
del mio arrivo, questo perché Forks è un piccolo agglomerato ma a me non piaceva
l'idea di avere gli tutti occhi puntati addosso. Una voce ci informò che a breve
saremmo atterrati, incominciai a togliermi le cuffiette dell'ipod; in pochi
minuti mi trovavo ad aspettare i miei bagagli. Dopo un'attesa di circa dieci
minuti notai le mie due valigie, le presi e per poco non inciampai, come sempre.
Uscita fuori respirai un'aria diversa, notai subito un ragazzo giovane con la
pelle olivastra, alto e capelli lunghi. Non lo conoscevo, ma c'era qualcosa in
lui che mi aveva colpita, aveva un'aria familiare; poi capì perché ne ero
rimasta ipnotizzata, aveva un cartello con su scritto " BELLA SWAN - FORKS" .
Non poteva essere una coincidenza, era qui per me. Mi veniva incontro, iniziai a
tremare, avrei voluto scappare ma ero anche curiosa di sapere cosa volesse da
me. Tutta la città sapeva del mio arrivo, ma chi mai sarebbe venuto a prendermi
all'aeroporto? Ormai era a pochi metri di me, e si presentò:
- Ciao, tu devi essere Bella, vero? - Forse si era accorto che lo stavo
fissando e che ero spaventata ma allo stesso tempo incuriosita. Quindi risposi
esitante, come se non ricordassi chi fossi. - Si, sono io. Ma tu chi sei? Non ti
conosco. - Il bel ragazzo mi rispose: - Dovresti sapere chi sono. Mi chiamo
Jacob Black. -
- No, non mi ricordo di te. Ma aspetta, sei mica il figlio di Billy Black? -
- Brava Bella, sapevo ti saresti ricordata. - Beh, di sicuro era più sicuro
di me. - Certo, ogni estate venivo da papà, e venivamo a pescare a La Push, la
riserva indiana sulla costa, io restavo a giocare con le tue sorelle. Ecco
perché non mi ricordavo di te, eri troppo piccolo. -
Adesso che sapevo chi fosse il ragazzo che mi era venuto a prendere, mi
domandavo perché l'avesse fatto. Di sicuro era stata un'idea di Charlie, voleva
che tutto andasse per il meglio e questo includeva anche nuove amicizie. Beh, è
una cosa positiva visto che mi piaceva. Però volevo saperne di più.
- Come mai sei venuto a prendermi? -
- Perché ti aspettavi qualcun'altro? - La mia risposta fu negativa.
- In verità è stato Charlie a chiedermelo, ma mi fa piacere essere qui con
te. - Io arrossii ed era ben visibile perché ero mezza albina. - Prima di
portarti a Forks, dobbiamo fare una deviazione a La Push. Billy sarà felice di
vederti. - Jacob, vedendo che ero impaziente di sapere il motivo di quel
cambiamento, continuò dicendo: - Comunque dobbiamo andare a La Push perché lì ti
aspetta il tuo regalo di benvenuto. -
- Un regalo per me? -
- Si, è un regalo di Charlie ed è a casa mia, ti sarà di grande aiuto. -
- Sono molto curiosa. Allora andiamo? -
Mi fece salire sulla sua auto, e ci dirigemmo verso La Push, lì c'era una
bellissima spiaggia, ci sarei potuta tornare un giorno di questi. Mi trovai a
pensare al giorno dopo, il mio primo giorno di scuola a Forks, nella Forks High
School. Mi spaventava l'idea che tutti mi stavano aspettando, sicuramente ero
già al centro dei loro pettegolezzi. Jacob cercò di rompere il ghiaccio che si
era creato a causa dei miei pensieri, sembrava che avesse una dote naturale per
leggermi nel pensiero o forse era solamente nato un feeling speciale tra di noi.
- Domani inizi la scuola, sei pronta, hai paura? - Ed io iniziai ad
aprirmi confidandogli le mie paure.
- Si, un po'. Sai, la scuola conta 357 iscritti più uno, che sono io. Non mi
piace essere al centro dell'attenzione; ma è inevitabile, io sono la ragazza
nuova. Si aspetteranno una ragazza abbronzata, bionda, atletica, la classica
ragazza della Valle del Sole, ovvero l'opposto di me. -
- Non devi agitarti, non ne vale la pena perché da quando varcherai la soglia
della scuola sarai apprezzata da tutti, soprattutto dai ragazzi.- Era molto
carino da parte sua cercare di rassicurarmi.
- Io non sarei così convinta come te, forse perché so come sono goffa. -
Entrammo in La Push, a breve si sarebbe vista la villetta bianca di Jacob,
infatti, eccola davanti a noi. Era un piccolo stabile a due piani e affianco
c'era un garage, tutto intorno vi rea un giardino e sul vialetto un pick-up
Chevy di un rosso scolorito. Mi fece scendere dall'auto e mi accompagnò vicino
al pick-up.
- Ti piace? Questo è il tuo regalo! Così potrai venirmi a trovare quando
vuoi, non sarà un problema andare a scuola. - Ero sbalordita, non mi aspettavo
di ricevere un'auto, dovevo proprio ringraziare Charlie; in questo modo non
avrei dovuto spendere i soldi messi da parte per un'auto. Mi ricordavo che
quello era stato il pick-up di Billy e adesso era mio. Il mio rifugio per quando
sarei uscita da scuola.
- E' un bellissimo regalo, mi piace molto. - Jacob pensò che potesse farmi un
regalo anche lui e mi propose di dipingere insieme la mia auto quando avrei
voluto, n’ero entusiasta.
- Bella, vuoi andare subito a casa o ti piacerebbe fare un giro sulla
spiaggia? Oggi è una bella giornata a La Push. -
- Va bene, andiamo a fare una passeggiata! - Camminammo fino a quando non
iniziò a piovere, avevo passato un bel pomeriggio con lui. Mi raccontò dei suoi
amici e della sua passione per le auto, si stava anche costruendo un'auto ma gli
mancavano ancora dei pezzi. Se avessi avuto bisogno di un meccanico, avrei
saputo dove andare.
- Ti porto a casa ora, è tardi. Charlie avrà già chiamato papà. Sali. -
- Ma non ho salutato ancora Billy. -
- Te lo saluterò io, tuo padre non ti farebbe tornare se non ti riporto a
casa in tempo. -
- Va bene. -
- Io ti seguo dietro con la mia auto, così potrai andare a scuola in macchina
domani. -
Dopo un'ora arrivammo a Forks, davanti casa di Charlie, la mia nuova casa,
salutai Jacob, disfai le valigie e andai a dormire. Il giorno dopo mi sarei
svegliata presto per andare a scuola, ed ero ancora agitata.