Turn up the lights

di ValorosaViperaGentile
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I

In the dark I feel you close to me[1]
 
 
 


 
 
Lei non è come nessuna delle donne da lui amate.

Lei e le sue scarpe basse, le sue gonne al ginocchio, che però diventano cortissime quando esce con le amiche – per farsi guardare le cosce, lo sa perfettamente[2].

È così femmina, come la stessa luna, anche se non apprezza troppo gli uomini, anche se non rade gambe e ascelle.

E gli piace carezzare quella peluria lieve, quasi trasparente – sa che le fa venire i brividi e gli piace, sì, gli piace essere l'unico che può toccarla così.

Lo fa quando sono seduti accanto, a tavola, mentre lei gli parla della sua nuova strana religione[3] ; sul letto, sdraiati sopra le lenzuola che profumano d'alloro[4], nella stanza che ancora dividono; in piedi, vicini, così vicini, quando scorre le dita appena sotto l'orlo della gonna, mentre ballano insieme[5].

Però non la tocca mai dove le altre arrivano, no – è ancora vergine, lei.

La bacia solo, mentre sono illuminati da quella sfera specchiata, che gira e gira sopra di loro.

Sono boschi e monti inesplorati, le sue labbra; è un buco profondo e nerissimo, il dentro della sua bocca che, sirena maligna, lo chiama.

È come perdersi nella notte, con Diana[6].

Ma sogna l'oro sotto gli abiti di sua sorella.

 



Note:

[1] Il titolo di questo capitolo non è altro che una delle strofe della canzone Lights, degli Hurts. Lo stesso vale per il titolo dell'intera raccolta.

[2] Tradizionalmente, Artemide era rappresentata col chitone che arrivava sopra il ginocchio. Ma quell'altezza, rispetto alla moda delle lunghe vesti delle donne greche, può essere paragonata ad una sorta di minigonna dei nostri giorni: ho pensato perciò di optare per un simile compromesso, per questa controparte moderna di Artemide. Le scarpe basse, invece, sono un riferimento ai tipici sandali antichi.

[3] Ho pensato che, qui, Artemide possa essere una wiccan.

[4] L'alloro, pianta sacra ai due fratelli, è anche un ottimo rimedio naturale per allontanare le tarme dagli armadi.

[5] Entrambi, in diversi modi, sono collegati anche alla danza: fanciulli danzano per Apollo durante le Gimnopedìe e le ragazze ballano un po' ovunque per Artemide; Apollo, poi, suona per creare musica adatta alla danza e la sorella balla spesso con le sue compagne
uno dei riti con cui veniva onorata era, per l'appunto, quello della danza, accompagnata dal canto delle sue vergini sacerdotesse. 

[6] Ho scelto il nome romano perché mi pare più moderno, più adatto rispetto alla versione greca.




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