Un passo verso la morte.

di Heartspowl
(/viewuser.php?uid=624178)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Avere problemi.
Ma nonostante ciò fare come se tutto andasse comunque bene.
Questa, in due frasi, era la vita di Kohaku, una 18enne inglese di alto casato, magra e snella, dalle dita lunghe ed affusolate, un seno soffice anche se non troppo prosperoso, le gambe lunghe e dritte, gli occhi color dell'ambra e i capelli color sangue.
Passare le mattinate in quell'odiosa chiesa piena di stupidi ed inutili decori sfavillanti, a pregare la grazia di un Dio misericordioso, come se fossero stati compiuti chissà quali gravi peccati..
Ma che gran peccato avrebbe potuto compiere di così grave lei, nel pieno della vita? 
Il donarsi all'uomo amato, sexy quanto un demone in persona, era veramente qualcosa di cui pentirsi?
"Quante stronzate.", la frase di punta di praticamente tutte quelle noiose mattinate.

Kohaku sgusciò fuori dalla stanza a piedi scalzi, nel suo solito completo nero che la madre tanto odiava. Aprii la porta della camera da letto della servitù, e si avvicinò ad una donna.
Questa si chiamava Lydia, ed era una delle tante serve e cameriere della residenza. Sulla 50ina, dai capelli castani dai quali si intravedevano i primi sprazzi di grigio, e gli occhi verdi come l'erba. 
Dormiva tranquilla, nel primo dei tanti letti presenti.
La ragazzina le carezzò delicatamente il volto, trattenendo le lacrime. Ricordò i momenti passati assieme, e quel legame indissolubile che erano riuscite a formare. Quel legame che Kohaku aveva SOLO con Lydia. 
Avrebbe voluto darle un addio migliore.. ma, forse, era meglio così. 
Richiuse la porta, e si avviò verso la stanza del Sig. e Mme. Powell. La spinse leggermente, e restò a fissare i suoi genitori con gli occhi ormai colmi di lacrime.
Richiuse anche quella, silenziosamente.
Guardò fuori dalla finestra e sospirò, fissando le figure sinistre nel cortile che ricambiavano il suo sguardo, e si decise a raggiungerle.
Scese, sempre a piedi nudi, le lunghe scale che portavano alla Hall della villa, strisciando per terra il suo completo da notte, ed uscii. 
Le figure sinistre si rivelarono essere delle donne, piuttosto anziane, probabilmente quel genere di donne che venivano chiamate "Streghe". Ancora più probabilmente, parte di una setta.
La guidarono verso un lungo sentiero sterrato, al di fuori del quartiere, all'interno di un bosco.

Un biglietto fu ritrovato sul grande tavolo del salone della residenza dei Powell: "Necessiterete un altro erede, pensateci su. Non preoccupatevi per me. Vi amo."




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3307419