Capitolo BASE L'amore è per sempre
Capitolo
6
Stand by Me
«Se
vuoi puoi restare.»
Ulrich
rimase sorpreso. Lo stava dicendo per davvero?
Sorrise.
Prima
o poi sarebbe impazzito a causa di quella ragazza.
Nonostante
la gioia aveva ancora un dubbio dentro di sè.
«Ne
sei sicura?» osò domandare.
Non
voleva che Yumi si potesse pentire in futuro della decisione presa, ma
non voleva nemmeno farle cambiare idea.
Voleva
restare, ma allo stesso tempo pensava che era meglio andarsene per
farle avere una vita migliore.
Era
in bilico.
La
mora annuì, seppur ancora insicura.
Ad
Ulrich gli si illuminò il volto.
La
abbracciò e la baciò, e nella mente gli
balenò un pensiero.
Da
quel momento avrebbe smesso di fare cazzate, glielo doveva.
Se l'avesse delusa di nuovo, non
se lo sarebbe mai perdonato.
-Segreteria telefonica di Ulrich
Stern, lasciate un messaggio dopo il bip..-
«Ulrich,
sono Sissi. Volevo dirti che sono fuori, chiamami appena senti il
messaggio. Ah, e se stai andando a casa.. Sai già dove sono
le
chiavi, io sono al centro commerciale.» disse la ragazza per
poi
spegnere il cellulare e sedersi su una panchina, aspettando William.
Si
erano dati
appuntamento in quel luogo sapendo che solitamente gli studenti del
Kadic, a quell'ora, non girovagavano in quel posto.
Dalla
lontananza notò una ragazza che le si avvicinava.
Aveva
i capelli biondi ed era un po' bassa.
Quando
questa era a pochi passi da lei, il suo volto le sembrò
famigliare.
«Ciao
Elizabeth» salutò la ragazza.
Sissi
la guardò stranita.
«Sono
Laura Gauthier, eravamo compagne di classe al primo anno»
sbuffò.
«Ah,
certo.»
«Per
sbaglio prima ti ho sentita mentre parlavi con Ulrich. Ulrich Stern,
vero?» domandò, ma senza lasciarle il tempo di
rispondere
«Immagino che voi state insieme, nonostante l'accademia lo
vieti.. Vi vedete ogni giorno.»
La
mora la guardò sorpresa e infastidita.
Davvero
quella Laura pensava che lei ed Ulrich, per giunta suo fratello,
stessero insieme?
Decise
di continuare il discorso.
«E
con questo a cosa vorresti arrivare?»
«Beh,
vedi, io so anche che Ulrich e William sono migliori amici, quindi tu
obbliga William a stare con me ed io non dirò a nessuno il
vostro piccolo segreto..»
A
quell'affermazione sul volto di Sissi si celò un velo di
fastidio.
Quella
ragazza aveva qualche problema mentale, ne era certa, e poi la sua
richiesta non aveva senso.
Il
fatto che volesse William era la cosa che più la faceva
infuriare.
La
guardò come se fosse un'anima in pena.
«Tu
devi essere pazza, cosa ti fa pensare che io accetti?»
Laura
sorrise maleficamente.
«Ti
do tempo fino alle nove di domani, e se non mi dirai nulla.. Ops, sarai
espulsa» disse con strafottenza «Il tempo
scade..» fece l'occhiolino, e si allontanò.
Sissi
rimase perplessa.
Bella figura di merda che farai,
pensò.
Non
avrebbe fatto proprio nulla.
Di
certo non era stupida, e di buttare William tra le braccia di un'altra
non ne aveva voglia.
Il
fatto che Laura pensasse che c'era qualcosa tra lei ed Ulrich non le
faceva ne caldo ne freddo.
Ma
in tutto
quello c'era davvero qualcosa di negativo: Laura era riuscita ad
origliare mentre lei lasciava un messaggio alla segreteria del
fratello, e questo le faceva capire che avrebbe dovuto stare attenta a
ciò che faceva nei luoghi pubblici.
«Ma
è pazza?» domandò William.
Sissi
sospirò.
Non
capiva perché Laura le aveva detto quelle cose. Lei non le
aveva mai fatto nulla.
«Non
ci voglio più pensare, andiamo?»
domandò al ragazzo.
William
la
prese per mano, ed insieme si diressero fuori da quel centro
commerciale, per evitare che altri allievi dell'accademia li riconoscessero.
Yumi
era preoccupata sin dall'inizio dell'ora di lezione di storia, eppure
non sapeva cos'era a turbarla così tanto.
Sentì
il suono della campanella e si alzò quasi immediatamente,
dirigendosi fuori dalla classe.
Ulrich,
così come gli altri ragazzi della sua classe, doveva
allenarsi
nel campo della scuola per un torneo di calcio che si sarebbe tenuto a
breve.
Arrivò
al campo mentre i ragazzi si allenavano a calcio, compreso Ulrich, e
andò a sedersi sugli spalti.
Oltre
a lei c'erano altre quattro ragazze che osservavano la partita. O
meglio, i giocatori.
«Ma
avete visto Ulrich? Quel ragazzo è maledettamente
bello..» esclamò una ragazza alle sue amiche.
A
Yumi gli si
contorse lo stomaco. Sentire le altre adulare il suo fidanzato le dava
fastidio. Ma non poteva farci nulla. Nell'accademia erano vietate le
relazioni fra studenti, perciò non avrebbe mai dovuto far
capire
che tra lei ed Ulrich c'era qualcosa.
Continuava
a seguire l'andamento della partita.
Ulrich
giocava
bene, doveva ammetterlo. In meno di trenta minuti fece due gol, ed i
suoi compagni non facevano altro che congratularsi con lui.
Pochi
minuti dopo si sentì un fischio che annunciava la fine della
partita.
Tutti
i ragazzi andarono negli spogliatoi, e le ragazze che prima erano sugli
spalti assieme a Yumi gli seguirono.
Ulrich
restò all'interno del campo, e Yumi aspettò che
tutti se ne fossero andati per avvicinarsi ad Ulrich.
«Cosa
ci fai qui?» le domandò sorridendole.
«Volevo
sapere come andava la partita, e poi.. Sono preoccupata per te, non so
per quale motivo.»
«Andrà
tutto bene» disse Ulrich abbracciandola.
«Cosa
sta succedendo qui?»
Ulrich
si
staccò immediatamente, era Jim, il loro insegnante di
educazione
fisica, nonché allenatore della squadra di calcio di cui lui
era
capitano.
«Non
è come sembra.»
«Sei
il
capitano della squadra di calcio, e sai meglio di chiunque altro che
non ci devono essere relazioni tra i ragazzi e le ragazze
dell'istituto. Rischiate l'espulsione, entrambi.»
«Cosa?
Ma.. Lei è la migliore amica di mia sorella, mi spieghi come
posso avere una relazione con lei?» mentì Ulrich.
Jim
li
squadrò «Per questa volta farò come se
non vi
avessi visto, ma se dovesse succedere ancora prenderò
provvedimenti personalmente.»
Yumi
e Ulrich annuirono, fin quando il professore non se ne andò.
La
ragazza aspettò che l'uomo si allontanasse abbastanza da non
vederli, per poi parlare a Ulrich.
«Non
può continuare così, è quasi la
seconda volta che
per poco non ci scoprono, e io non voglio essere espulsa da
un'accademia nella quale mia madre fatica per farmi stare.»
«Stai
tranquilla, Yumi. Non lo scopriranno mai.» disse
rassicurandola.
«Lo
spero.»
«Aspetta,
la seconda volta? Quando è stata la prima?»
«Quando
sei stato ad un passo così dal coma etilico, te lo
ricordi?»
«Ah,
già. "Ulrich! Ulrich, svegliati!"» disse
prendendola in giro.
Yumi
rise «Maddai! Non dirmi che sentivi tutto!»
«Beh,
in un certo senso sì.»
Yumi
lo guardò male.
«Ma
non
succederà più nulla del genere, vero?»
disse Ulrich
accarezzandole una guancia, in cerca di approvazione.
«Se
ci beccano un'altra volta, ci perdiamo l'anno.»
Alcuni
giorni dopo..
Yumi si diresse verso la camera da letto, alla ricerca di qualche abito
da mettere quella sera.
Ulrich
le aveva
detto che l'avrebbe portata in un ristorante fuori città, in
occasione del loro secondo mese da fidanzati.
Ma
oltre questo, era il loro primo vero appuntamento ufficiale.
Sono già passati due
mesi, si disse Yumi sorridendo.
Sì.
Erano passati due mesi, eppure già vivevano insieme.
Condividendo tutto.
La
loro situazione era strana.
Vivevano
insieme da quando erano solo
amici.
Un giorno ti
farò conoscere mia madre, le aveva detto Ulrich
la sera prima, mentre erano sul divano a guardare un film, con Devil
sdraiato sopra di loro.
A differenza di mio padre , lei
è una persona dolcissima, aveva continuato.
Aprì l'armadio e si accorse che non aveva quasi nulla da
mettere.
Non
appena
Harlock, il proprietario del Rainbow Coffee, le avrebbe dato lo
stipendio sarebbe andata a comprarsi qualche maglietta nuova, e magari
anche qualche abito. Se l'era promesso.
Non
poteva di
certo permettersi vestiti costosi, perciò avrebbe optato per
andare da Angelìne, un piccolo negozio situato nel centro di
Sceaux.
Frugando
a fondo nell'armadio trovò un vestito verde scuro a maniche
corte, che le arrivava fin sopra il ginocchio.
Era
semplice, senza nessuna cucitura vistosa.
Questo andrà bene,
si disse. Poi andò a preparare il resto.
«Yumi,
sei pronta?» chiese Ulrich dopo aver aperto la porta di casa.
«Sì,
arrivo» disse uscendo dal bagno.
Il
ragazzo sorrise.
Yumi
era bellissima, ma sopratutto, era la sua ragazza. E non poteva
chiedere di meglio.
«Ti piace?» sussurrò il ragazzo
togliendole la benda da sopra gli occhi.
La
mora rimase senza parole per quasi cinque secondi.
«Oddio
Ulrich, è... È fantastico. Non c'era bisogno che
facevi
tutto questo..» disse Yumi con le lacrime agli occhi.
«Figurati,
per la mia ragazza questo e altro» sorrise il ragazzo
baciandola e asciugandogli le lacrime.
Yumi
ancora non poteva crederci.
Si
trovava a Parigi, la città dell'amore per eccellenza, con il
ragazzo che Amava.
In
meno di un
secondo, Joe e tutti gli avvenimenti erano solo un ricordo del passato.
Era come se in quel momento esistessero solo lei ed Ulrich.
«Ho
giusto prenotato un tavolo con una vista strabiliante, vuoi
venire?» le porse la mano.
Yumi
l'afferrò, per poi seguire il ragazzo.
E
ad ogni passo in avanti le sembrava di sognare.
Si
stavano dirigendo verso la Tour Eiffel, ed una volta arrivati verso
l'ultimo piano uscirono dall'ascensore.
«Ulrich,
è davvero.. Non ho parole per descrivere tutto quello che
fai per me» disse Yumi abbracciandolo.
«Te
l'ho
detto, per te farei tutto.. E questo è solo l'inizio. Ho
prenotato un tavolo al ristorante con vista sulla città*,
vuoi
venire?»
La
ragazza annuì.
Era
già notte fonda quando quando i due ragazzi decisero di
rientrare.
Ulrich
aveva
già programmato di non rientrare a Sceaux la sera stessa,
così lui e Yumi si diressero a pernottare in un hotel.
Nel
frattempo aveva iniziato a piovere.
I
due corsero a perdifiato per arrivare all'auto del ragazzo, ed una
volta dentro si guardarono, scoppiando a ridere.
«Questa
è, di sicuro, la serata più bella della mia
vita»
disse Ulrich sorridendo ed aprendo la porta della camera.
Yumi
sorrise di rimando. Poi la invase un senso di nausea.
Ulrich
vide sbiancare tutto d'un tratto il volto della ragazza.
«Yumi,
tutto bene?» domandò preoccupato.
«Sì,
solo che..» Yumi entrò lentamente nella camera,
ebbe un
giramento di testa «devo vomitare»
Ulrich
la accompagnò velocemente la ragazza nel bagno, tenendole i
capelli mentre la ragazza rimetteva.
«Stai
meglio?»
Yumi
annuì, avvicinandosi al lavandino e sciacquandosi il viso.
«Ho saputo che Ulrich ti ha portata a Parigi,
com'è andata?» le domandò Aelita
sedendosi sul divano.
«Era
tutto fin troppo fantastico, e poi la Tour Eiffel.. Non avrei mai
pensato che Ulrich avesse fatto tutto questo per me.»
«Ma
poi siete tornati qui a Sceaux?»
«No..»
disse Yumi sorridendo.
Aelita
si incuriosì.
«Avete
anche dormito a Parigi?»
La
mora annuì.
«Anche
se dire che abbiamo dormito è sbagliato, ho avuto la nausea
tutta la notte.»
*- Lo ammetto. Non sono mai stata sulla Tour Eiffel, perciò
non
so com'è strutturata. Tutto ciò descritto nel
testo
è frutto della mia fantasia
***
Che dire,
finalmente sono riuscita a continuare la storia!
Mi dispiace di avervi fatto attendere tanto, e mi dispiace ancor di
più per il capitolo corto.
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