This will be the end of me
Disclaimer:
Eldrich Palmer, Coco, Ephraim e tutti gli altri personaggi appartengono
a Guillermo del Toro e Chuck Hogan e
a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata
scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine
lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui
descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non
ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia
autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.
"Torn apart by this
affliction, locked up inside myself
this life is
much too young to fade."
- Ashes Remain -
This
won’t will be the end of me
#1
Tutti abbiamo perso qualcosa quella notte.
C'è chi ha perso la libertà, chi la speranza.
Alcuni hanno dimenticato com'era prima,
altri ancora stringono i denti
e si attaccano strenuamente a una vita che non c'è
più.
New York brilla delle mille luci che l'apocalisse ha portato con
sé, fuochi selvaggi e disperati.
Ephraim emerge dal buio, viene schiacciato da un'umanità
malata, ansante.
Perduta.
Edifici crollati, esistenze divelte.
Sguardi vuoti, famiglie distrutte.
Uomini strappati alla loro stessa pelle - dalla loro stessa coscienza.
"Verrei per te. Per
Zack."
Nora è morta per un bambino non suo, per un amore che non le
apparteneva più.
È morta combattendo il tuo stesso passato, regalandoti tutto
ciò che rimaneva di un futuro corrotto, indecifrabile.
Incerto.
Ephraim inspira, espira; non
chiude gli occhi.
Non può. Non vuole.
A se stesso promette che quando il giorno verrà, li
prenderà tutti;
Kelly compresa.
#2
L'umanità fa male.
L'umanità è un fardello troppo grande da portare
soli.
Palmer piange una donna che aveva amato con la stessa ridicola
disperazione dei giovani - assoluta, totale, devozione.
Occhi vitrei, pelle fredda, Coco ha la stessa grazia della
Pietà di Michelangelo - impalpabile, eterna, morta.
"I termini del nostro
accordo non sono cambiati."
L'umanità
brucia.
L'umanità è un fuoco che divora ogni altra cosa,
il colpo di genio e l'atto più stupido racchiusi nella
stessa persona (nella stessa anima)
Eldrich snuda i denti, affonda fino ai gomiti nel costato di Coco.
Ma i miei sì.
Palmer stringe tra le dita l'unico cuore che l'abbia mai accettato per
quello che era: un uomo e
basta.
#3
Il Maestro ha un solo pensiero, un solo ordine.
Controllo.
Il Maestro non accetta fallimenti, non perdona gli errori.
Potere.
Il Maestro esiste da prima,
ci sarà dopo.
Così crede.
Kelly abbraccia suo figlio,
ricorda.
Il Maestro non sa (non può comprendere) che giocare con
l'umanità è come scommettere tutto su di un
tavolo truccato.
#4
La verità è che siamo tutti egoisti.
Non c'è nessun bene comune, nessun ultimo fine; tutti noi
combattiamo solo per i nostri interessi, sfoderando il coraggio dei
perdenti.
Quinlan cammina sul filo di due mondi, conosce entrambi - uomo e
bestia.
A volte è difficile distinguerli; a volte non è
sufficiente indossare la maschera dell'eroe del mostro per esserlo.
Fissa l'orizzonte, accoglie un'alba uguale ad altre mille, eppure
sempre diversa.
"L'Occido Lumen."
Il vento scivola tra le pieghe del suo cappotto, sale e putrefazione.
"Il Maestro verrà a cercare chiunque lo possegga."
Venti lupi affamati alle spalle, umanità corrotte, marce.
"Tu non vuoi che gli Antichi lo distruggano."
Un movimento del capo; una silente ammissione.
"Io posso portarti il Maestro. Posso portarti la tua vendetta."
Quinlan sorride, scopre i denti.
Vendetta è un nome troppo innocente per un sentimento che ha
sanguinato per ben oltre duemila anni.
#5
C'è chi muore, c'è chi vive; alla fine non ha poi
molta importanza.
Tra i campi della Germania ancora ricordi il puzzo della carne
bruciata, le cataste di corpi senza ordine e senza colore.
Sfiori un gancio con la punta delle dita, sorridi.
Ebrei, zingari, disertori, umani, non c'è poi molta
differenza.
Diversa bandiera, stesso scopo.
Supremazia. Vittoria. Omologazione. Controllo.
Hai servito sotto la croce uncinata, lo farai ancora.
Hai servito la tua debolezza, non mancherai anche questa volta.
Hai servito i tuoi meschini sogni, ti ripeterai.
Ma lui ha preferito un altro, uhm?
Servire a volte non è abbastanza; bisogna crederci,
Eichhorst.
Assottigli gli occhi, irrigidisci la schiena.
Questa volta non fallirai; questa volta servire sarà
abbastanza.
Deve esserlo.
Il Maestro ascolta le tue paure e ride.
#6
Hai combattuto una guerra lunga, Setrakian; più lunga della
tua stessa esistenza.
Tra le tue dita l'Occido Lumen giace inerte, freddo - una bara
d'argento e segreti oscuri.
"Funzionerà?" ti chiede Vasiliy, fissando la baia
"Ucciderà il Maestro?"
Scivoli con i polpastrelli ruvidi sulle pagine, percorri simboli e
parole morte.
"Da qualche parte qui dentro c'è l'origine del Maestro e
anche il modo per ucciderlo."
Fet annuisce, ti rivolge un sorriso sghembo.
"Immagino che non sia con un paletto di legno e una collana d'aglio,
uhm?"
Lo ignori, continuando a scorrere le pagine con gli occhi.
L'Occido Lumen si lascia blandire, placido; una bestia che non
comprende il proprio potere.
Da New York si levano grida disperate, suppliche che diventano poi
polvere nel cielo.
La città brucia, l'umanità muore, avvelenata.
Sospiri, riprendendo la tua lettura.
L'Occido Lumen tace, inconsapevole.
#0
Tutti ricompaiono, prima o poi.
Vengono infettati, muoiono, tornano.
Cercano le persone amate, il loro calore, la loro vita, il loro sangue.
Le prosciugano, le trasformano, le rendono uguali a loro.
Condividono questa nuova esistenza, li rendono partecipi.
Il branco si muove all'unisono, una massa biancastra e affamata.
Schiudono petali di carne e denti, bocche umide di saliva e sangue.
Brulicano sotto la crosta viva della pelle, un prurito incessante e
ossessivo.
Un infetto si stacca dal gruppo, annusa l'aria.
Gilda.
Un profumo sottile, come un filo di raso.
L'infetto scatta in avanti, si perde tra le ombre dei vicoli.
L'amore è un'infezione più resistente della morte
stessa.
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