pioggia
The truth
is so cold
A
final song, a last request
A
perfect chapter laid to rest
Now
and then I try to find a place in my mind
Where
you can stay
You
can stay awake forever
So
far away- Avenged Sevenfold
No!
Un
urlo potente
esplose nel petto dell'uomo ombra e le tenebre che avvolgevano il corpo
della
ragazza sparirono.
Era
un po' più vicina
a lui, ora.
Poteva
vederla bene,
avvolta dalla brina gelida, i capelli lucenti anche nel buio. Il
ghiaccio tra i
capelli e i vestiti, le conferivano l'aspetto di una regina delle
tenebre. Lei,
che era qualcosa di così puro da emanare luce propria.
Bella,
troppo buona
per appartenere ad un mondo fatto d'oscurità come quello.
E
qui vecchi dalla pelle squamosa, mostri dall'anima nera, che
volevano toccarla, possederla e farla loro per divertirsi in eterno, la
sola idea lo disgustava.
La
sua
unica fotte di luce in un mondo dove c'era solo oscurità.
Per
la
prima volta, quello che stava succedendo era quello che voleva
lui. La sensazione è di controllo estremo e supremo su tutto.
Il
fremito invitante che solo la disubbidienza può dare.
Oh,
ed è tutto così elettrizzante.
Julian
fece esplodere
tutta la sua energia. Poteva quasi vedersi, con i capelli che
scintillavano e
gli occhi fiammeggianti blu intenso.
Non
era più quello di prima, sentiva che l'energia era tale da
rendere il suo corpo
più etereo, come se fosse privo di confini.
Una
massa informe brillante, i
contorni appena accennati.
-Esci
da quella
porta.- Disse stando davanti a Jenny.
Con
le mani tese
dinanzi a lui, tratteneva la forza degli uomini ombra che si stavano
per
scagliare su di loro. Ma lei, quella stupida, bellissima, ragazzina lo
guardava
con occhi languidi, titubante.
-Io
non posso..-
-Esci
da quella
porta!- Urlò con più forza.
Per
quanto fosse
forte, sentiva che stava per cedere. Loro erano più forti,
molto più antichi e
cattivi.
Ma
era troppo tardi.
Lo vide solo per un attimo, l'uomo ombra d'avanti a lui alzò
un coltello verso
la pietra che teneva in mano, ghignando divertito.
Fu
solo un battito di
ciglia, e il suo nome venne cancellato.
Spalancò
gli occhi,
sorpreso. Barcollò e cadde all'indietro, come se le gambe
non lo reggessero
più.
Sentì
una voce
gridare, e fu vagamente consapevole che era la sua.
Il
suo corpo fece un
tonfo sordo contro la pietra dura e fredda. Sussultò quando
sentì due braccia
calde che lo sollevavano per le spalle. Jenny cercava di trascinarlo
lontano da
loro che si muovevano verso di loro.
"Stupida,
scappa ed
esci da quella porta". Non sapeva se lo avesse detto o se lo avesse
solo
pensato.
Altre
braccia lo
afferrarono, sollevandolo, trascinandolo oltre la porta. Qualcuno gli
cadde
addosso, e la voce di uno di quei ragazzini che tanto odiava
sigillò la porta
con un colpo deciso.
Poi
tornò la calma.
Julian
si sentiva
galleggiare, anche se in realtà era steso per terra, con la
testa appoggiata
sulle gambe di Jenny.
Gli
stringeva la
mano, piangendo.
Non
avrebbe mai
creduto che sarebbe potuto succedere qualcosa del genere. Qualcuno che
piangeva
per lui.
Non
era questo che
aveva sempre desiderato? Si era sempre nascosto dietro quella sua malia
come
un'armatura, per celare il suo più grande, inconfessabile
desiderio. Qualcuno
che lo amasse, qualcuno che gli mostrasse un po' di umanità.
Desiderava
il suo
corpo, certo, il suo cuore, ma desiderava soprattutto che quegli occhi,
verdi
come il Nilo sotto il sole, lo guardassero come guardavano Tom.
-Julian,
ti prego…-
Le
sue lacrime lo
colpivano come pioggia acida. Provò il desiderio di
baciarla, di leccarle via
dal viso tutta quella pioggia ma non aveva la forza di muovere un
muscolo.
Singhiozzava, e gli stringeva la mano in modo spasmodico.
-Va
tutto bene-
Sussurrò piano.
Ma
cosa le aveva
fatto quella ragazza?
Quella
piccola umana,
così fragile che un tempo avrebbe potuto spezzarla con un
solo dito.
Ma
se l'avesse
ottenuta, se lei fosse diventata sua, cosa ne avrebbe fatto?
L'avrebbe
posseduta?
La
sola idea di
toccare qualcosa di così puro con le sue mani sporche di
peccati inconfessabili
lo faceva stare male.
Non
avrebbe mai
potuto averla davvero, era qualcosa che semplicemente andava oltre le
leggi
della natura.
Persino
il suo animo
crudele, quella parte che, prima, aveva cercato di giustificare in ogni
modo e
che dopo aveva cercato di tenere a bada, rideva di lui.
Il
suo animo si
placò, capendo che era inutile pensare a cose simili in quel
momento.
Jenny
piangeva per
lui, e questo gli bastava.
-Julian,
non puoi
morire.-
E
pioveva, pioveva,
pioveva sul suo viso.
-Non
morirò.-
sussurrò cercando di avvicinarsi un po' a suo orecchio,
inutilmente. -Entrerò
in un sogno, e se ogni tanto m sognerai potremo vederci.-
La
sua ultima bugia,
lui che per legge non avrebbe potuto farlo.
E
mentre il suo corpo
spariva, mentre la vista si annebbiava, mentre quei due pozzi d'acqua
salmastra
lo abbandonavano, la pioggia cadeva, cadeva.
E
sentì che anche dai
suoi occhi iniziava a cadere qualcosa.
Avrebbe
voluto
piangere, urlare, protestare, supplicare:
Oh,
amami, amami,
amami, amami, amami, amami, amami, amami, amami, amami. Sarò
chiunque vuoi che
io sia.
Dammi
un cuore che
batta per me.
Dammi
pace.
Dammi
ancora un solo
istante.
Ma
la mano di Jenny
svanì, e lui scivolò in un sonno infinito.
Rammaricato,
felice.
Tutto
l'opposto di
tutto.
Come
era sempre
stato.
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