Ecco che, con terribile, imperdonabile, ritardo, sono finalmente
riuscita a scrivere il sequel di Redemption.
La domanda adesso è: riuscirò mai a terminarlo?
Intanto sedetevi comodi e godetevi il primo capitolo di questo
Crossover con Carmilla.
Per chi non guardasse la webserie, ecco un breve riepilogo per poter
capire la storia senza doversi guardare le puntate.
Spoiler per la seconda stagione di
Carmilla!!
I personaggi:
- Carmilla: vampira multisecolare la cui madre era la rettrice della
Silas University, luogo in cui è ambientata la storia, protagonista
della webserie.
- Laura: studentessa di giornalismo che indaga ogni segreto le si
presenti davanti, intrepida e avventata, attuale (alla fine della
seconda stagione) ex fidanzata di Carmilla.
- Perry: amica di Laura, ragazza tranquilla e scettica riguardo il
soprannaturale, durante la seconda stagione si rivela essere la
temibile reincarnazione della rettrice.
- LaFontaine: amica di infanzia di Perry e dal college di Laura,
fidanzata di JP, esperta di materie scientifiche e di ricerca.
- JP: incarnazione della coscienza di uno scienziato di secoli
precendente all'ambientazione della storia, nel corpo di un vampiro
fratello di Camrilla, ucciso nel finale della prima stagione.
- Danny: ragazza infatuata di Laura che fa parte di una confraternita
dell'università. Uccisa alla fine della seconda stagione e riportata in
vita dalla madre di Carmilla come vampira (almeno credo).
Il background necessario dovrebbe essere contenuto in questa breve
descrizione e nel primo capitolo. Per ogni perplessità vi prego di
avvertirmi in una recensione o in un messaggio privato, proverò ad
aggiungere qui ogni chiarimento in modo da facilitare la lettura.
Grazie per la pazienza e buona lettura!
Dark was the Night
Emma Swan non era una persona
mattutina, per voler usare un eufemismo.
Non le piaceva doversi alzare presto e
di sicuro detestava dover uscire dal letto quando fuori era ancora
buio.
Quando si era alzata aveva lanciato una
veloce occhiata alla sveglia accanto al letto, che segnava le quattro
e quarantasette di mattina.
Si erano vestite in fretta e furia,
precipitandosi dalla persona che le aveva chiamate, a quell'ora della
notte, quasi in preda al panico.
Era divertente come nonostante le cose
assurde che succedevano a Storybrooke ancora i suoi abitanti si
sorprendevano di ogni novità, abilità che Emma aveva perduto già
pochi mesi dopo il suo arrivo in città.
Appena uscì dalla macchina,
richiudendosi alle spalle la portiera, il freddo gelido della notte
la colpì e si strinse più forte addosso il cappotto che stava
indossando, stringendo le dita attorno alla tazza calda di caffè che
stava tenendo tra le mani.
Si guardò attorno velocemente e scorse
delle luci lontane spostarsi tra gli alberi in una piccola radura a
poche decine di metri da dove avevano parcheggiato.
Si chinò, bussando sul finestrino, per
attirare l'attenzione sulla donna seduta dietro il volante.
“Mi avvio, appena finisci di parlare
con Bianca vieni verso di noi.”
Senza aspettare nessun tipo di assenso
si mosse svelta in direzione delle torce che aveva scrutato poco
prima.
La voce di David la scosse molto prima
che riuscisse a distinguere i profili delle persone che la
attendevano. Suonava impaziente e arrabbiato, ma una nota stonata
spinse Emma ad accelerare subito il passo: era spaventato.
“Che sta succedendo?” chiese appena
fu sicura di essere udita.
David si voltò, incontrando il suo
sguardo, per poi tornare a fissare le quattro persone ferme davanti a
loro.
Emma li osservò attentamente.
C'era una ragazza che sembrava nervosa
ed impaziente, bassa e dai capelli biondo cenere, aveva le mani ed i
vestiti sporchi di terra, i palmi sollevati e rivolti nella direzione
di David, come in gesto di arresa, verso la canna della pistola
appena visibile sotto l'abbagliante luce della torcia che lo sceriffo
stringeva in mano.
“Non vogliamo fare del male a
nessuno. Siamo solo di passaggio” mormorò con voce scossa la
giovane ragazza con un accento che fece immediatamente intuire ad
Emma che non provenivano da zone a loro note.
Accanto a lei c'era una ragazza mora,
mingherlina e molto pallida, con la parte inferiore del viso
imbrattata di sangue ed i vestiti sporchi e strappati. Insieme a loro
c'erano una ragazza con i capelli corti e rossi ed un ragazzo moro
che si guardava attorno come se stesse ancora cercando di capire dove
diavolo fossero finiti.
“Sono stata chiamata perché è stato
trovato un ragazzo morto” fece notare Emma, senza distogliere lo
sguardo da quei bizzarri ragazzi.
“Oh, quello sarei io” il ragazzo
dall'aria confusa fece un passo avanti, la sua voce suonava
altolocata ed elegante, come se provenisse da un'altra epoca.
Le sopracciglia di Emma schizzarono
verso l'alto.
“Non sembri morto.”
“Ma no” le sorrise, con un leggero
inchino della testa come a scusarsi “temo sia stato un semplice
malinteso, ero malamente svenuto quanto questo gentiluomo è venuto
in mio soccorso, ma adesso mi sento molto rinvigorito. Non vogliamo
causare ulteriore confusione, quindi se per voi non è un problema,
potremmo togliere subito il disturbo.”
“Fermo dove sei principino” lo
prese in giro Emma per le sue parole pompose. “Mio padre ha detto
che eri morto.”
“Suo padre?” domandò la ragazza biondina
spostando lo sguardo verso David. “Come può essere suo padre,
avete la stessa età.”
“Non aveva battito, non respirava,
Emma! Ero di pattuglia quando ho sentito una ragazza urlare, sono
corso fin qui e l'ho trovato steso a terra, con la ragazza bionda che
lo scuoteva. L'ho fatta allontanare e ho preso i segni vitali. Ma ti
giuro, potrei scommettere che quel ragazzo era morto stecchito quando
sono arrivato.”
Emma continuò a fissare quello strano
ragazzo che si guardava ancora attorno come spaesato. La profezia che
Henry le aveva fatto dal futuro risuonò chiara nella sua mente.
Ruby e Whale non sono gli unici
mostri della Foresta Incantata.
Ne manca uno alla lista, ma dovrai
arrivarci da sola.
Ricordati solo che nessuno è al
sicuro quando cala la notte.
“Come ti chiami?”
Il ragazzo esitò,
guardando nella direzione della ragazza coi capelli corti, che annuì
quasi impercettibilmente.
“Mi chiamo JP.”
“Ok, JP” Emma
sospirò. “Ascoltami molto attentamente perché sto per farti una
domanda che non ho intenzione di ripetere e che non pensavo avrei mai
fatto a nessuno nella mia intera vita da adulta, ma eccoci qua”
sospirò nuovamente, scuotendo la testa, come se anche lei fosse
incredula davanti alla frase che stava per pronunciare. “Sei un
vampiro?”
“Qualcuno con un
cervello” mormorò piano la mora, a cui la bionda diede
immediatamente una gomitata, come invitandola a tacere.
Lui spostò
nuovamente lo sguardo, lasciandolo vagare per posarsi sugli alberi,
sul terreno, ovunque, prima di tornare finalmente a guardare la donna
che stava ponendo quella bizzarra domanda, come se fosse confuso su
quale fosse la risposta appropriata da darle.
“Tecnicamente
sono la coscienza residua di me stesso salvata in archivi cartacei di
una biblioteca e successivamente in formato digitale, dove sono
riuscito a riacquistare il possesso della mia volontà, mettendomi in
contatto con le fanciulle qui presenti, che in seguito ad
un'inaspettata serie di eventi mi hanno fornito un corpo nuovo in
carne ed ossa in modo da potermi liberare dal vincolo mortale che mi
univa alla biblioteca in cui sono stato rinchiuso per secoli. Ma sì.
Il corpo in cui mi trovo adesso apparteneva ad un vampiro.”
Emma lo fissò
immobile per qualche secondo per capire se stesse scherzando, se
fosse pazzo o se stesse dicendo la verità.
“La tua totale
incapacità di contenere informazioni ci farà ammazzare tutti”
borbottò nuovamente la ragazza dai capelli mori.
Emma si passò una
mano sul viso.
“Ok,
ricapitoliamo quello che è successo. Tu sei un vampiro che è
svenuto in mezzo ad una foresta. Come è accaduto esattamente? Chi ti
ha colpito e dove erano due delle tue amiche quando mio padre vi ha
trovato?”
“Beh, il motivo
per cui siamo qui” rispose la ragazza bionda, parlando molto
velocemente e agitando le mani in modo frenetico “è che stavamo
inseguendo due nostre amiche, che adesso non sono più nostre amiche,
perché una di loro, Perry, è la reincarnazione della terribile
rettrice nonché madre-vampiro di tutti gli esseri sovrannaturali che
regnavano sul nostro campus, mentre l'altra, Danny, è stata
trasformata da lei in un vampiro e adesso se ne vanno in giro
cercando qualche strana fonte di magia per ripristinare il loro
dominio che dura da secoli sulla nostra università e sugli ignari
studenti.”
Emma aggrottò la
fronte.
“Università?
Allora non venite dalla foresta incanta, da dove venite esattamente?”
“Foresta
incantata?” mormorò la ragazza bionda, inclinando la testa di
lato.
La mora invece
sgranò gli occhi, ma dissimulò subito il suo interesse.
“Veniamo da
Styria, Austria. Dalla Silas University per essere precisi” le
rispose il ragazzo di nome JP.
“Ok, un momento.
Quindi, se ho capito bene, state facendo questo per salvare
un'università. Sul serio?” chiese, inarcando un sopracciglio ed
inclinando la testa di lato. “Che adolescenti bizzarri” mormorò.
“Ok, e come mai tu eri svenuto esattamente?”
“Beh, Danny –
la nostra ex amica che adesso è un vampiro – mi ha lanciato contro
quel tronco” indicò un albero alle proprie spalle.
“Già, noi
eravamo rimaste indietro” intervenne la ragazza dai capelli rossi
“perché stavamo tentando di catturare Perry, che sarebbe l'altra
nostra amica, quella che al momento è tipo posseduta.”
Emma iniziò ad
essere confusa.
“Ma poi abbiamo
sentito Laura” indicò la bionda “che urlava e siamo corse fin
qui. Abbiamo trovato lui” fece un cenno della testa verso David
“armato di pistola, che minacciava i nostri due amici. Ha chiamato
te al telefono e noi abbiamo pensato che fosse meglio non contraddire
il tizio con la pistola, quindi...eccoci qui.”
“Solo per essere
chiari” la ragazza dai capelli scuri e ricci parlò con voce
profonda, le parole che uscivano dalle sue labbra erano trascinate
l'una dall'altra come se scorressero legate da una catena che rendeva
a sua voce calma e affascinante. “Siamo rimasti perché né io né
il mio amico ci sentivamo in vena di uccidere un innocente e perché
non volevamo rischiare che provando a fuggire lui avrebbe sparato ad
una delle nostre due amiche mortali. Ma stasera, quando tornerai a
casa, ringrazia la tua buona sorte perché se sei ancora vivo non è
altro che un puro capriccio del fato. Se avessi incrociato la mia
strada anni fa, non saresti stato altro che una facile preda per
lenire la mia sete di sangue” disse, guardando David negli occhi.
“Sta scherzando”
intervenne Laura con una risata nervosa. “Lei scherza, non
ascoltatela. Lancia sempre minacce a destra e sinistra quando è
arrabbiata.”
Emma li guardò,
indecisa su cosa fare.
“Ok, quindi se ho
capito bene, voi siete i buoni e state inseguendo due persone che
cercano una fonte di magia per poterla usare...per fare cosa
esattamente?”
“Riportare in
vita un pesce gigante, fondamentalmente” rispose la rossa.
“Giusto”
rispose Emma, che cominciava ad essere piuttosto sicura che quei
ragazzi si stessero facendo beffa di lei.
Magari erano
soltanto dei ventenni ubriachi che erano per sbaglio incappati in
quella foresta – eccetto che nessuno privo di magia poteva entrare
a Storybrooke – e si erano inventati quella storia così fantasiosa
solo per farsi beffe di loro. In fondo, andava bene qualsiasi cosa,
fatine, draghi, principesse, perfino Pinocchio...ma i vampiri! Quello
era davvero troppo per Emma, anche dopo tutti i suoi anni in quella
città.
“Sentite ragazzi,
non voglio sminuire la vostra situazione, per carità, ma capite che
questa storia è un tantino, come dire” fece una pausa alla ricerca
delle parole giuste. “È davvero difficile da credere.”
Ci fu un lungo
attimo di silenzio.
“Ok, quindi
possiamo andarcene?” chiese la mora. “Avremmo piuttosto fretta,
quindi se non avete altre domande...”
Dei passi alle
spalle di Emma distrassero la ragazza dalla frase che stava
pronunciando.
Una donna si
avvicinò con lentezza al gruppetto di persone radunate in quel
piccolo spiazzo al centro del bosco.
Aveva lunghi
capelli neri ed indossava dei tacchi molto alti, un tailleur nero ed
una sciarpa rossa sotto il pesante cappotto che stava indossando. La
mani erano coperte da degli eleganti guanti, sempre neri, e nella
destra stingeva un caffè.
“Avrei
riconosciuto quella voce trascinata e presuntuosa ovunque. Dopo tutti
questi anni vai ancora in giro a torturare gli umani con vuote
minacce?”
Nonostante il suo
abbigliamento fosse completamente stravolto rispetto a quello in cui
era stata abituata a vedere quella donna, i lineamenti del suo viso
le erano fortemente familiari, ed ogni dubbio residuo che poteva aver
avuto era stato completamente spazzato via al suono inconfondibile
della sua voce.
“Regina.”
Lei sorrise, un
sorriso tutt'altro che felice. La sfidò con lo sguardo, piuttosto,
come se quell'incontro fosse stato da lungo atteso ma allo stesso
tempo poco sperato.
“Mircalla.”
Per diversi momenti
il silenzio tornò a regnare sulla fresca notte.
Poi le due donne,
quasi simultaneamente, come se stessero danzando, si mossero l'una
verso l'altra, fermandosi a meno di due metri di distanza e
fronteggiandosi con aria di sfida.
“Vostra maestà,
dove avete lasciato i vostri abiti succinti, la vostra carrozza ed i
vostri servi? Cosa ci fate qui, in questo mondo, senza guardie, senza
magia, indifesa e sola nel cuore della notte, facile preda di
chiunque in cerca di una vendetta?”
Regina sorrise,
senza distogliere lo sguardo.
“Non farti
ingannare dai vestiti che indosso, Contessa. Non sono né sola, né
indifesa. In effetti, se lo desiderassi potrei incenerirti con un
semplice gesto della mia mano.”
Così dicendo
sollevò la mano destra, accendendo una sfera di fuoco sopra il
proprio palmo senza interrompere il loro contatto visivo.
“Woah!” esclamò
Laura, facendo diversi passi indietro. “Magia! Questa è magia.
Siamo in un posto con la magia, come se ci fosse bisogno di rendere
tutta questa storia ancora più folle, adesso c'è anche la magia.”
Regina spense la
sfera, spostando lo sguardo verso la ragazza che aveva appena
parlato.
“Chi è la
bionda, il tuo nuovo giocattolo?”
“Ah, è
divertente, sai, perché ti stavo per chiedere la stessa identica
cosa” rispose Carmilla, senza battere ciglio.
“Ma guardati
Karnstein, secoli di vecchiaia e vai ancora in giro con delle
ragazzine.”
“Sai, Regina,
stavo per aggiungere anche questo. Dovresti smetterla di anticipare
le mie frecciatine, è imbarazzante.”
“E dov'è
l'adorabile Madre? Non la vedo in giro.”
“Morta. E
reincarnata in una loro coetanea” indicò i ragazzi alle sue
spalle. “Storia lunga. Per farla breve, dobbiamo scappare. Ci
vediamo tra altri quarant'anni, strega.”
“Che per te sono
praticamente una pausa caffè, vecchia” replicò Regina, portandosi
le mani sui fianchi.
Emma iniziò a
sentirsi gelosa del loro lanciarsi frecciatine, quello era sempre
stato il suo modo di comunicare con Regina prima che entrassero in
confidenza e non le piaceva affatto il tono che stavano usando.
“Allora, volete
il nostro aiuto o no?” chiese alla fine, sospirando ed alzando gli
occhi al cielo, portandosi le mani sui fianchi.
“Finalmente ti
sei decisa ad offrirti di fare qualcosa.”
“Solo perché tu sei
troppo orgogliosa per chiedere aiuto.”
Carmilla non
rispose, ma sollevò una mano tra loro, aspettando che Regina la
afferrasse per poi tirarla contro se stessa ed abbracciarla
velocemente.
“È bello
rivederti, maestà.”
“Anche per me,
contessa.”
E poi, come se
quello scambio non fosse mai avvenuto, si allontanarono di nuovo,
ricominciando a rivolgersi anche agli altri.
“Allora, cosa ci
fate qui?”
“Come abbiamo
detto alla tua amica, mia madre ed una vampira appena convertita sono
fuggite attraverso un portale fin qui, noi le abbiamo seguite.
Sappiamo solo che sono alla ricerca di una qualche magia.”
“Beh, ha senso.
Questa è l'unica città al mondo dove possono trovarla, quindi era
destino che finissero qui” mormorò Regina, sospirando.
“Dove siamo,
esattamente?” domandò Laura. “Qualcosa mi dice che non ci
troviamo più in Austria, ho ragione?”
Emma rise,
scuotendo la testa.
“No, ragazzina.
Siete molto, molto lontano da casa. Siamo a Storybrooke, nel Maine.
Stati Uniti d'America.”
La ragazza bionda arricciò il naso,
alzando gli occhi al cielo.
“Fantastico. Chi
lo sente mio padre dopo questa.”
“Andiamo. Se tua
madre è in questo bosco non è sicuro per nessuno di noi rimanere
qui. Possiamo tornare a casa mia per stanotte e decidere domani sul
da farsi.”
Tutti compresero
cosa stava dicendo, ma nessuno si mosse.
“Cosa avete, sto
parlando un'altra lingua? David, abbassa la pistola, ragazzini, voi
iniziate a camminare verso le nostre auto, non c'è tempo da
perdere.”
David, dopo quasi
un'ora con il braccio teso nella stessa direzione, si decise
finalmente ad abbassare la pistola, anche se ancora dubbioso.
“Due di voi
verranno con me nella volante della polizia, altri due con Regina ed
Emma.”
La rossa ed il
ragazzo guardarono verso Carmilla, che annuì con un gesto deciso.
Senza esitare oltre si mossero al seguito dell'uomo che fino a poco
prima li stava minacciando.
Carmilla e Laura si
incamminarono nella stessa direzione subito dopo, lasciando Emma e
Regina qualche passo indietro.
La bionda si voltò,
appoggiando delicatamente una mano sul braccio della donna al suo
fianco e sollecitandola a guardarla negli occhi.
“Pensi che sia
una buona idea, portare due vampiri in casa nostra, insieme a nostro
figlio?” mormorò, insicura.
Regina le sorrise.
“Per prima cosa,
stai tranquilla. Conosco Mircalla e possiamo fidarci di lei. Sua
madre era alleata di mia madre, quindi è in automatico una minaccia
per questa città. Non possiamo permetterle di rimanere qui, quindi
le aiuteremo a sbarazzarsi di lei.”
Emma sembrò
convinta da quella spiegazione.
“E per seconda
cosa?”
Regina sorrise di
nuovo, ancora più della prima volta.
“Casa nostra.
Nostro figlio.”
Emma ricambiò il
sorriso radioso.
“Non è la prima
volta che li chiamo così.”
“No, hai ragione.
Ma ogni volta che lo dici io mi sento così irragionevolmente felice.
Chi lo sa, saranno ancora i residui dell'incantesimo del Cuore
Redento.”
Emma le sfiorò una
guancia con le dita in cui non stava stringendo il suo caffè.
“Non credo che
sia quello. Penso che sia semplicemente quello che si prova quando si
ha accanto il Vero Amore.”
Si scambiarono un
ultimo sorriso, baciandosi velocemente sulle labbra, prima di seguire
gli altri nella direzione delle macchine.
Fatemi sapere cosa ne pensate, domenica prossima arriverà (a meno di
imprevisti) il secondo capitolo.
A presto, un abbraccio!
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