He'e nalu

di flightfree
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-Sicuro che possa andare a mare?-, domandò Kono a voce bassa. -Il medico ha detto che può bagnare la mano, solo che le brucerà-, rispose Adam infilando delle bottiglie di succo di ananas nella borsa termica. -E la gamba? Non penso sia il caso-. -L’ha progettata lei, Kono. Sa cosa può farci e cosa no-. Adam andò verso lo sgabuzzino. -E poi pensa al surf. Da quanto è che non surfi? Potresti insegnare anche a lei. Che tavola le prendo?-. Kono si avvicinò a suo marito. -Faccio io con le tavole-, disse facendosi avanti. -Tu vuoi una Channel Island?-.

Mentre salivano in macchina Akemi guardò il suo padre adottivo nello specchietto. -Cosa c’è? Qualcosa non va?-, le chiese lui sorridendo. -Non ti avevo mai visto senza camicia-, rispose lei. -Ah si?-. -Si-. -Allora oggi sarà uno choc: ora la t-shirt e i pantaloncini, dopo solo il costume-. Akemi annuì. -Ci sarà tanta gente alla spiaggia?-. -No, non tantissima almeno. È un posto poco conosciuto-. -Se è poco conosciuto tu come lo conosci?-. La ragazza entrò nella Ferrari e chiuse la porta, mentre lui aspettava sua moglie che stava portando le tavole una ad una. -Me l’ha fatto conoscere Kono-, rispose alla figlia. -E Kono come fa a conoscerlo?-. Adam ridacchiò fra sé. -Non te lo ha mai detto?-. -Cosa?-. -Kono era una surfista professionista, ha dovuto smettere per un incidente durante una gara-. Akemi guardò Kono destreggiarsi con delle enormi tavole di legno. -Quindi oggi surfate?-, chiese seguendo la donna con lo sguardo mentre entrava anche lei in macchina. -Oggi surfiamo. Insegnerò anche a te-, rispose lei.





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