Capitolo
01 – Sogno
-Realtà-
Doveva
trattarsi di un sogno, senza alcun dubbio. Anzi: di un incubo. Sì,
perchè non poteva credere a ciò che stava succedendo.
La ragazza, con gli occhi lucidi dalle lacrime, ma che non voleva
dargli la soddisfazione di vederla piangere, con tutte le ultime
forze che le rimanevano chiese:
«Perchè?»
Ed
il giovane dagli occhi freddi, privi di una qualsiasi emozione, le
rispose semplicemente con un'occhiataccia, per poi finalmente aprir
di nuovo bocca.
«E
me lo chiedi? Stai per andartene, mi hai avvisato solo con tre giorni
di anticipo Sakura. E credevi davvero che io ti avrei aspettata per
vederti quando? Durante le feste?»
Sakura
lo conosceva da quando erano solo due bambini. Ma mai avrebbe
immaginato che persino con lei, con l'unica ragazza che fosse mai
riuscita ad avvinarsi veramente a lui, si sarebbe comportato come se
niente fosse.
L'aveva
usata, e ora la stava gettando via, così come aveva sempre
fatto con tutte le altre.
Che
stupida...
Pensò,
mentre una prima lacrima cadde a rigarle la guancia. Davvero aveva
pensato che quel ragazzo fosse innamorato di lei? O che fosse anche
solo realmente interessato.
«Quindi
per te cosa sono stata? Rispondi!» Chiese con voce appena
udibile, per poi finire con un urlo di disperazione.
Il
ragazzo si voltò verso di lei, le dava ora le spalle, ma il
suo volto, i suoi occhi, guardavano lei.
«Una
buona scopata.»
Niente
di più che una semplice scopata? No, lei non lo poteva
accettare. Non ci poteva credere.
«E
quelle carezze, quei baci, quegli abbracci. Non significavano nulla
per te?»
«Basta,
sei noiosa Sakura. Mi hai stufato.»
E
detto questo se ne andò. Sakura fissò la porta della
terrazza chiudersi alle sue spalle, sentì la campanella di
fine pausa pranzo suonare.
Era
stata solo un'illusione.
E
con questa amara consapevolezza fece un passo, due, tre e ancora un
altro, prese a correre per le scale dopo aver spalancato nuovamente
quella porta.
Su
quella terrazza era cominciato tutto. Possibile che il destino avesse
deciso di porvi anche la parola fine?
«Sakura?»
No,
non lo avrebbe lasciato andare, non sarebbe riuscito a liberarsi di
lei, mai! Perchè...
«Sakura?»
Perchè
lei...
«Sveglia
Sakura!» Urlò inferocita la voce di una donna.
Perchè
lei lo amava alla follia.
«Mmmh,
mamma?»
Guardò
l'orologio, appeso di fronte al letto su cui si trovava ancora
distesa. Ed era terribilmente tardi. Tirò un urlo pazzesco,
che per poco non rese sorda la povera donna che aveva l'ingrato
compito di farla svegliare la mattina.
La
madre di Sakura aveva una quarantina d'anni, di bell'aspetto e
presenza, alta un metro e sessantotto. Fisico atletico capelli sempre
ben curati, insomma, una donna a cui piaceva tenersi.
«Io
vado!»
Urlò
dopo essersi lavata e vestita a tempo record ed aver agguantato una
fetta biscottata. Non aveva alcuna intenzione di arrivare tardi già
dal primo giorno di scuola.
Eppure
quel giorno, sono certa che mi abbia sussurrato qualcosa.
Sakura
non aveva ancora superato la rottura con il suo primo ed unico amore.
Come avrebbe potuto farlo se erano passate solo due settimane? Ma
qualcosa la tormentava, quelle parole sussurrate poco prima che
cadesse dalla scala svenendo, e che lei non aveva sentito.
«Ah,
meno male, sono arrivata in tempo.»
Sakura
Haruno era ragazza di sedici anni, quasi diciassette, dai modi
bruschi, a volte fin troppo violenti. Alta un metro e settanta,
fisico snello, un seno diciamo non molto prosperoso, capelli lunghi e
lisci di uno strano color rosa, e no, non erano tinti, e verdissimi
occhi che ricordavano smeraldi.
«Oh,
tu devi essere Sakura Haruno, la nuova studentessa.»
Si
era subito recata dalla preside della Senju High School dove si era
ritrovata davanti ad una donna bionda e decisamente molto, ma molto,
più generosa di lei, parlando di seno.
«Sì,
esatto, piacere di conoscerla.»
Una
volta sbrigate le pratiche e le presentazioni con il professore che
l'avrebbe accompagnata in classe e presentata ai suoi nuovi compagni,
Sakura tirò un sospiro di sollievo, era riuscita ad arrivare
in perfetto orario, anche se aveva mangiato poco niente e ora non ci
vedeva dalla fame.
«Mi
dispiace Sakura, ma sei capitata in una classe che... beh, lo
vedrai.»
Kakashi
Hatake, uomo sulla trentina, con una strana benda nera a coprirgli un
occhio e una mascherina sulla bocca, che fosse malato?
Non
trovò le parole per descrivere quello strano soggetto dai
capelli argentei, l'unica parte non coperta a dire il vero.
«Aspetta
qui fuori un minuto, entra appena ti chiamo. So che sarà
difficile inserirsi ad anno iniziato, ma almeno in questa classe sono
quasi tutti fin troppo amichevoli.»
Dall'aula,
dentro la quale scomparve il professor Hatake, proveniva un baccano
assurdo, baccano che non cessò nemmeno con l'entrata in classe
dell'insegnante.
Un
cenno con la mano da parte sua e Sakura capì che era il
momento di fare il suo ingresso.
«Cercate
di non spaventare la nuova arrivata, sono stato chiaro?»
Uno
sguardo omicida fulminò uno ad uno i ragazzi e le ragazze
presenti in quell'aula. E finalmente tornò a regnare la pace e
la serenità, almeno per ora.
«Salve,
mi chiamo Sakura Haruno e-»
«Cazzo
che male!» Si udì un tonfo.
Qualcosa,
o meglio, qualcuno si era appena schiantato contro la porta chiusa
della classe, imprecando con noncuranza, come se nel silenzio
generale nessuno avrebbe potuto sentirlo.
«Naruto!»
Kakashi
si alzò dalla cattedra ed andò a spalancare la porta.
In piedi dietro di lui si trovava un ragazzo. Sakura lo guardò
per un istante svogliatamente, a dire la verità era arrabbiata
non poco per essere stata interrotta.
«Mi
scusi Kakashi-sensei, non arriverò mai più in ritardo.»
Il
professore sospirò pesantemente, sapendo benissimo che il
giorno dopo, come quello dopo ancora e così via, il giovane
sarebbe sempre arrivato tardi alla prima ora, che sfortunatamente per
ben 4 giorni toccava a lui.
«Ehi,
hai sbagliato aula?»
Chiese
poi, accorgendosi finalmente della presenza di Sakura. La ragazza
stava per rispondergli a tono quando all'improvviso si perse a
guardare quello che le parve l'oceano più meraviglioso che
avesse mai ammirato.
Naruto
era un ragazzo biondo, dai capelli ribelli, occhi azzurri come
lapislazzuli che ti catturavano ed erano in grado di farti sognare.
Carnagione bruna, sembrava perennemente abbronzato, alto più o
meno un metro e ottanta, ma ciò che la stupì di più
oltre ai suoi meravigliosi occhi, fu il suo splendido sorriso.
«Sono
Sakura Haruno, la nuova studentessa.»
«Ah,
Sakura, piacere di conoscerti, professore per favore questa volta non
mi sbatta fuori dall'aula.» Fece con tono supplichevole il
biondino.
L'aveva
appena liquidata? L'aveva davvero fatto in un nano secondo, giusto?
«Naruto
finalmente sei arrivato. Ero preoccupata, tua cugina Karin è
sempre così scontrosa, non mi ha voluto dire se stavi bene.»
«Si
scusa Ino, sto bene.»
Ino
Yamanaka era la ragazza più popolare dell'istituto, bionda e
occhi azzurri, ma niente di paragonabile al biondo e all'azzurro di
Naruto. Poteva sembrare stupida, ma in realtà era solo una
ragazza che pensava di aver trovato l'amore in Naruto, anche se non
corrisposto ovviamente, e che si rendeva ridicola nello stargli
perennemente appiccicata.
«Si?
Ah, Hinata, ciao.»
Sakura
lo guardò allibita, senza parole. Aveva appena risposto al
cellulare in aula, cellulare che aveva squillato tra l'altro. Ed il
professore che faceva in tutto questo trambusto creato dal biondo?
Niente, assolutamente nulla.
«Ok,
ci penso io tranquilla. Riposati.»
Il
professor Kakashi era rassegnato ormai, Naruto in fondo aveva ottimi
voti, era il migliore sia nello studio che nello sport, eccelleva in
ogni cosa che faceva da un paio d'anni a questa parte.
Certo,
a continuare a sgridare un tipo che non ascolta minimamente alla fine
chi non si stuferebbe, finendo col rassegnarsi? O almeno così
la vedeva Kakashi in quel momento.
Il
giovane stava per andare a sedersi, quando all'improvviso gli arrivo
un
pugno
in testa, scagliato a piena potenza da una Sakura imbestialita.
«Razza
di testa quadra, hai rovinato la mia presentazione, per di più
mi hai ignorata liquidandomi con un “piacere” e ora mi
pesti un piede?»
Solo
in quel momento si rese conto di aver calpestato davvero un piede
alla ragazza dai capelli rosa.
«Hey,
fronte spaziosa, non ti permettere di parlare così a Naruto!»
Intervenne la bionda dai capelli legati in una coda di cavallo alta.
Ti
prego Ino, non ti ci mettere anche tu.
«C-come
mi hai-» fece per ribattere ma venne prontamente interrotta.
«Ora
basta, davvero non c'è bisogno di litigare.»
Le
ragazze della classe stavano tutte guardando male Sakura, e quindi
come poteva lei non accorgersene?
Che
Naruto fosse il playboy di quella scuola? Quello per cui tutte
andavano matte?
Beh,
d'accordo, doveva essere oggettiva e ammettere che era decisamente un
bel ragazzo. Ma quel carattere che si ritrovava lo faceva precipitare
nella sua scala di gradimento, decisamente.
«Testa
quadra?» Si chiese Naruto inclinando leggermente il capo e
squadrando Sakura da capo a piedi.
«Tavoletta.»
E
detto questo il biondo si mise a sedere, infilò le cuffiette
del cellulare nelle orecchie e si mise calmo e tranquillo ad
ascoltare musica.
Sakura
ora ne era certa, quel cretino del biondo non avrebbe raggiunto la
maggiore età: lo avrebbe sicuramente ucciso prima della fine
dell'anno scolastico.
Naruto
Uzumaki Namikaze non sapeva ancora che quella ragazza avrebbe
sconvolto la sua vita, così come Sakura Haruno non poteva
ancora sapere che quel tipo, che non sopportava a pelle, avrebbe
portato la sua ad una svolta decisiva.
Hey,
sono Layla Serizawa, nella sua prima (ed unica / ultima
probabilmente) fanfiction NON yaoi. Stavolta niente Naruto e
Sasuke invischiati in rapporti commplicati lol.
Ora,
una mia amica voleva una storia Het, ed eccomi qui, ma non
sopportando Sakura e le NaruSaku mi serviva aiuto, e ho chiesto ad un
amico, primo capitolo scritto da me, alle 4 di notte, perchè
sì, scrivo sempre di notte fonda.
Ne
approfitto per avvisare che i capitoli verranno scritti anche, per
l'appunto che è un account condiviso, da Yato e che
quindi sicuramente avranno uno stile diverso.
Approfitto
anche per avvisare o annunciare, sisi meglio dire annunciare, che
finalmente ho quasi finito un capitolo di una mia fanfiiction
personale, e che pesto, salvo imprevisti, aggiornerò.
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