Avidità

di baudelairesucks
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Avidità (o Gabriele d'Annunzio) 
 


Guarda: intorno a te
milioni di vuote stuoie -
usate, rattrappite dagli anni,
non esci da mesi, chiuso in te stesso,
ma non è forse pentimento
ciò che i miei occhi raggiungono,
quieta desolazione: distruttivo fallimento
 
Odi: i canti degli uccelli
che scolpiscono la tua pelle -
coperta di sangue ed ossa
non restano più vittime da mietere,
hai già rapito emozioni morenti
pressoché inutili aprendo i loro cervelli
profonda desolazione: non credevi
 
Tocca: la stanza buia
è vuota di finestre -
aperte, la luce è irraggiungibile,
non v'è modo di liberarsi dai loro affanni,
volevi sfiorare la leggerezza dell'altrui mente
per far pompare al tuo cuore sangue raffermo
triste desolazione: uomo inumano
 
Assapora: i cadaveri
delle loro vite malferme -
strappate, mangi sbiadita carne
non è abbastanza grande
la forza delle loro mani giunte
non abbastanza lucidi gli occhi tuoi
perenne desolazione: pronunciata condanna
 
Aspira: l'acre profumo
dell'umana condizione -
rotta, sancisci un nuovo tempo
non più giovane sei, l'aura svanisce
il restante non è abbastanza
per stringere caldi e nuovi pensieri
infinita desolazione: nessun perdono








due parole: fa parte della mia raccolta sui vizi capitali; sì, lo so, sarebbe avarizia, ma avarizia intesa come avidità. tra l'altro di quella raccolta ho scritto solo questa e la poesia sull'invidia, perché sono pigro, magari un giorno pubblicherò un'unica raccolta.

 




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