1- Incontri
Felicity stava per salire sul treno
che l’avrebbe portata
lontano da quella che poteva rivelarsi una vita simile a quella della
madre
Non che sua mamma facesse qualcosa di
disdicevole, ma lei
intelligentissima e super laureata non voleva rimanere a fare la
cameriera nel
fast-food dove lavoravano entrambe negli ultimi tempi.
Dopo tutta la fatica che aveva fatto
per laurearsi in
ingegneria informatica, doveva fare di tutto per seguire la passione
che
l’aveva accompagnata fin da piccola.
Così con una valigia piena
di sogni e pochi vestiti Felicity
partiva alla volta di Star City alla ricerca del futuro meraviglioso
che aveva
sempre sognato per se stessa.
Aveva trovato un piccolo appartamento
in una zona tranquilla
della città e tra due giorni avrebbe avuto un colloquio in
una grossa azienda,
la Palmer Tecnology, aveva giusto il tempo per sistemare le poche cose
che
possedeva e fare un giro nella nuova città per ambientarsi,
e perché no magari
uscire e trovare dei nuovi amici.
Mancavano ancora tre ore
all’arrivo e Felicity passava il
tempo ascoltando musica mentre sfogliava una rivista di gossip, era
totalmente
persa nei suoi pensieri da non accorgersi che un ragazzo si era seduto
proprio
di fronte a lei.
«Sono venuto proprio bene
in quella foto che dici?»
Felicity aveva visto il ragazzo che
si sporgeva verso di lei
e parlava ma non aveva capito niente.
«Come scusa? Hai detto
qualcosa?»
«Ti stavo chiedendo se ti
piaceva la mia foto? »
Felicity ancora non capiva e guardava
perplessa il ragazzo
di fronte a lei.
«Scusa ma non ti
seguo.»
«Lì, sopra
quella rivista. Vedi quel ragazzo che sta suonando,
sono io.»
«Ah adesso capisco.
Suonando, mah. Continuo a non capire,
cosa staresti suonando? Io ti vedo solo circondato da ragazze mentre
hai in
testa delle cuffie.»
«Scherzi? Sei stata in
discoteca, vero?»
«Si. Una volta un paio
d’anni fa. Ma che te né frega scusa?»
«Adesso capisco finalmente.
Una volta sola ma da dove sei
uscita?»
«Ehi ma come ti permetti?
Non ti conosco nemmeno, chi ti da
il permesso di prendermi in giro!»
«Scusa, scusa e che io non
faccio altro che andare in
discoteca da quando ho sedici anni e mi sembra che tu possa avere
più o meno la
mia età.»
«Ci risiamo. Adesso vuoi
anche sapere quanti anni ho. Non ti
ha mai detto nessuno che non si chiede mai l’età a
una donna?»
«Ma quanto sei rigida,
dovresti scioglierti un po’. Io
conosco un sacco di metodi per far rilassare una donna, dovresti
approfittarne.»
«Vediamo, prima mi hai
offeso per il mio modo di divertirmi
…»
«Perché non ti
diverti …»
«Poi volevi sapere la mia
età …»
«Solo perché non
mi sembri vecchia, anche se ti comporti
come tale …»
«Vuoi finirla! Riesco a
sentirti, non sono sorda. Mi hai
fatto scordare il terzo punto, ah si ecco, poi ci provi senza neppure
sapere
come mi chiamo e dopo mi prendi in giro. Ma chi ti credi di
essere?»
«Io sono Oliver Queen il
più famoso dj del Verdant di Star
City. Capisci ora?»
«Sinceramente no. Non ho
idea di cosa sia questo Verdant.»
«Il Verdant è la
più famosa discoteca della città. Devi
venirci una volta ti divertirai un sacco. Aspetta dovrei avere una
specie di
promemoria con me, almeno saprai quando ci sarò io a
suonare. Devi sentirmi,
sono davvero bravo.»
«Ok verrò,
grazie. Devo iniziare a farmi nuovi amici in
città.»
«Di dove sei? Che lavoro
fai?»
«Vengo da Central City e
sono un ingegnere informatico,
appena laureata. Mi sto trasferendo a Star City perché
voglio lavorare alla
Palmer Tecnology, ho un colloquio tra qualche giorno e spero vada bene.
Sai
voglio lavorare lì a tutti i costi, è il mio
sogno sin da quando ero piccola.
Lavorare per una grande società, magari inventando qualcosa
che possa essere
d’aiuto all’umanità.»
«Però, hai dei
progetti davvero importanti! E sai anche
quello che vuoi dalla vita. T’invidio un
po’.»
«Ma come tu non eri quello
che si stava vantando poco fa di
essere il più grande e famoso dj della
città?»
«Si, adesso lo sono. Ma
dopo? Che cosa farò tra qualche anno
quando sarò troppo grande o vecchio per fare
questo?»
«Secondo me la tua
preoccupazione più grande è che non avrai
più tutte quelle ragazze intorno.»
«Simpatica, davvero
divertente.»
«Senti da che pulpito e da
quando ti sei seduto qui che non
fai altro che prendermi in giro.»
«Ok finiamola qui.
Amici?»
Oliver sorrise porgendo la mano alla
ragazza che aveva di
fronte e con il suo sorriso riuscì a illuminare tutto il
vagone del treno.
Felicity
né rimase
folgorata e sentì uno strano sfarfallio alla bocca dello
stomaco.
«Ok, amici. Sei il primo
…»
«Primo? Primo cosa? Non mi
dirai che non sei mai stata con
un uomo!»
«Te non sei normale! Ma
cosa diavolo dici? Il mio primo
amico nella nuova città.»
«Ah, ho frainteso. Mi
sembrava strano. Alla tua età è
impossibile, impensabile direi.»
Felicity
cercando di
fare finta di niente rispose.
«Davvero …
Comunque non ci trovo niente di strano alcune
persone aspettano la persona giusta non si concedono al primo che
capita aspettano
quello giusto l’amore della vita le ragazze di oggi si
concedono con troppa
facilità a chiunque gli capiti a tiro e solo per placare
quel desiderio che …»
«Ehi calmati, riprendi
fiato, ho capito sei ancora vergine.
Nessuno ti ha mai detto che straparli?»
«In effetti si.»
I due ragazzi iniziarono a ridere
mentre gli altri
passeggeri del vagone lì guardavano storti.
Velocemente
passò il
resto del tempo che separava i due da Star City, arrivati in stazione
Oliver da
gentiluomo, aiutò la ragazza con le valigie e poi
s’incamminarono insieme verso
l’uscita.
Dopo
ore di
chiacchiere e risate tra i due era sceso uno strano silenzio.
Fu
Felicity a
romperlo.
«Direi che è
arrivato il momento di salutarci.»
«Si, direi proprio di
si.»
«È stato un
piacere conoscerti Oliver, strano ma piacevole.»
«Uno strano piacere
davvero. Verrai a trovarmi … Ehi non mi
hai detto come ti chiami?»
«Felicity, Felicity Smoak.
»
«Felicity un bellissimo
nome, ti si addice.»
Fel divenne tutta rossa in viso dopo
il bellissimo complimento
che Oliver gli aveva fatto e sentì nuovamente quella strana
cosa nello stomaco.
«Grazie Oliver. Appena mi
sarò sistemata verrò una sera a
sentirti suonare, te lo prometto.»
«Ci conto mi raccomando.
Lascerò il tuo nome al buttafuori
così ti farà entrare senza problemi. Adesso devo
andare, ti aspetto ok?»
«Si, a presto.»
Felicity sorrise e tutto il volto gli
s’illuminò, Oliver
sentì i battiti del cuore che acceleravano mentre come un
idiota la guardava
allontanarsi sorridendo mentre con una mano lo salutava.
Fu un attimo, non capì
bene il perché, ma le sue gambe si
mossero decise verso di lei, doveva e voleva raggiungerla, non poteva
farla
andare via così.
In pochi attimi arrivò
davanti a lei che stupita lo
osservava per capire cosa stesse succedendo.
Oliver prese con tutte e due le mani
l’esile viso di
Felicity e la baciò. Un bacio dolce,casto.
Lei spiazzata spalancò gli
occhi, ma quando incontrò quelli
di lui si abbandonò completamente alla situazione e
ricambiò il bacio.
Dopo un minuto si staccarono e
rimasero a osservarsi occhi
negli occhi.
Fu nuovamente Felicity a rompere quel
silenzio.
«Perché?
»
«Scusa non so cosa mi sia
preso …»
Qualcosa si spezzò in
Felicity a quelle parole.
«E sé non ci
vedessimo più? Non potevo lasciarti andare via
così. Volevo baciarti da quando ti ho visto seduta
lì, assorta tra i tuoi
pensieri. Forse ho sbagliato, scusami ancora.»
Sé né
andò così, senza dire altro, girando le spalle
iniziò
a correre lasciando la ragazza sola e confusa più che mai.
Fel si riprese dal bacio e da quei
discorsi e urlò a un
Oliver oramai lontano.
«Verrò presto a
trovarti, aspettami.»
Oliver sorrise a quelle parole mentre
continuava a correre
lontano da quello strano incontro.
CONTINUA…..
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