Don't tell me that I don't have to cry (Non dirmi che non devo piangere)

di ely91
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Il fuoco scoppietta allegro ignaro di tutto quello che il mondo esterno riesce a gelare; Grattastinchi giace sul tappeto, ronf

Don’t tell me that I don’t have to cry.

(Non dirmi che non devo piangere).

 

Il fuoco scoppietta allegro ignaro di tutto quello che il mondo esterno riesce a gelare; Grattastinchi giace sul tappeto, ronfando. Harry si tiene la testa con una mano, mentre, seduto sulla sua poltrona preferita, cerca di ripassare dei contorti concetti di Astronomia. Ron invece è sul divano, mezzo disteso, con in mano lo stesso libro di Astronomia: lui è sicuramente meno concentrato e di tanto in tanto fa saettare lo sguardo in direzione dell’orologio, speranzoso nell’ arrivo dell’ora di cena. Io sono seduta al tavolo più vicino e ho già ripetuto varie volte. Una strana atmosfera di calma e di tranquillità mi pervade; non riesco a credere che solo poche ore fa piangevo come una fontana. Ma naturalmente, c’erano sempre i miei amici ad aiutarmi. I miei genitori mi avevano costretto a passare il Natale da loro, invece che alla Tana: ma non c’era momento più importante in cui sarei voluta essere con i miei amici. Ron mi aveva compreso, abbracciato, ma non era solo per quello che piangevo. Viktor mi aveva appena inviato il suo ultimo rotolo di pergamena: la lontananza aveva corroso troppo il nostro rapporto. E io, eterna illusa, che speravo di poter mantenere un amicizia a distanza, e Harry, che mi ripeteva che era uno stupido e io che dicevo che andava tutto storto e che perfino all’ultima interrogazione di Pozioni avevo preso O invece che E.

Tutto questo non avrei potuto sopportarlo se non ci fossero stati loro a darmi supporto, a tirarmi su. Le mie amiche non sono capaci di potermi aiutare: sotto sotto Lavanda sarebbe contentissima se le confessassi di aver rotto con Viktor.

Harry chiude il libro: - Basta, non ce la faccio, ho la testa che mi scoppia-

Mi tocca incoraggiarlo.

- Non mi sembra che tu abbia lavorato un granché! Hai risolto un solo problema di Astronomia, forse uno e mezzo e la tua aspettativa è copiarli domani mattina! Ripeti, muoviti, e dopo la voglio sentire a tutti e due!-

Harry sembra voler aprire bocca per discutere, ma Ron si gira e fa un gesto che non riesco a vedere, ma che lo mette a tacere.

Si, è vero, litighiamo spesso ma tutti e tre conviviamo da ben 6 anni insieme, e poi condividiamo tanti di quei segreti, di quelle paure, di quelle speranze…per un attimo tutti i miei problemi sembrano scomparire con il fumo prodotto dal fuoco. La sala è stranamente vuota. Neanch’io però ho molta voglia di studiare. Lo so, lo so quanto sia importante l’esame di quest’anno: ma è inutile: più ci penso più non riesco a concentrarmi! Studio ancora come una matta, ma è come se stessi scoprendo che la vita non è solo fatta di libri. Spero che Ron non mi abbia mischiato con le sue perenni insufficienze.

Penso a una vita senza di loro: non ci riesco. Harry forse ha davvero bisogno di una pausa. È davvero pallido, sta sudando e ha gli occhi un po’ vacui… spero stia bene…

-Harry scusami, è meglio che vai un po’ a riposarti, dopo, quando Ron ha finito ti veniamo a chiamare per la cena!- faccio io.

Harry lascia che il libro scivoli dalle sue mani per cadere sul tappeto e fare un grosso tonfo. Butta la testa all’indietro dello schienale. Ron si alza, sta per posare il libro.

-Fermo tu, dove vai?- gli urlo dietro.

Ron si siede e comincia a parlarmi del sistema solare.

Credo che vada bene. Non lo ascolto molto, più che altro osservo Harry che comincia ad ansimare e a colare goccioline di sudore.

-vado un po’ a letto. Sono… sono stanco.-

se capitasse qualcosa a uno di loro non so cosa potrei fare. Probabilmente mi ucciderei; in effetti loro sono la mia vita, la mia vera e odierna vita.

Ron sembra un po’ preoccupato: - vado sopra a controllare?- mi fa. Io gli faccio segno di no. Di nuovo la tristezza si rimpossessa di me e i problemi ricominciano ad assillarmi. Non riesco nenach’io a concentrarmi. La stanza è buia, nonostante la costante presenza di candele: anche io comincio a sentire un lieve disagio dovuto al caldo.

- Hermione…- fa all’improvviso Ron.

Quando mi chiama per nome c’è sempre qualcosa che deve chiedermi.

-Si?- lo incito io.

-Tu… tu credi che V…Voldemort lo stia indebolendo? Cioè, che stia indebolendo Harry?-

non so perché nel bel mezzo della discussione sulla posizione della Luna Ron esordisca con questa domanda.

La cosa più strabiliante è che dopo sei anni solo ora, così, all’improvviso, si è ricordato di pronunciare il nome di colui che minaccia morte e distruzione.

Per un attimo rimango incerta sulla risposta, stupita dall’improvvisa loquacità di Ron.

-io…bè, probabilmente si Ron. Ma perchè mi fai una domanda del genere così, all’improvviso?-

mi sembra abbastanza lecito chiederglielo.

Lui mi guarda enigmatico: -Perché… tu non hai paura?-

La domanda è così scontata, così come lo è la risposta, che mi viene quasi da ridere.

Certo che ho paura. Ho paura per Harry, per Ron, per me stessa, il cui mondo mi sta crollando addosso!

-certo che ho paura! Ma che domande sono?-

tu sorridi per confermare la mia ipotesi sulla stupidità della domanda.

Rimaniamo in silenzio per una manciata di secondi, poi tu mi dici: - è che ultimante cominciano a mancarmi delle certezze… noi resteremo sempre amici, vero?

Ma che cos’è, il quiz dei rincitrulliti? Beato te Ron, che le certezze ti vengono a mancare: io non le ho mai avute! Ho dovuto imparare a non preoccuparmi di cosa accadrà domani, perché la vita è tutta un mistero.

Neanche la risposta alla tua domanda sembra essere una certezza. Chi ci dice che non sarà Voldemort a dividerci? Non mi sento in grado di regalare illusioni.

-non lo so. Però l’unica cosa che potrebbe dividerci, sarebbe la morte. Suona drammatico, ma è così.- la mia voce forse arriva alle orecchie di Ron come troppo cruda e realistica. Ma bisogna affrontare la realtà.

Ron non dice una parola. Si alza, posa il libro e sale su per il dormitorio. Sono rimasta sola con Grattastinchi. Non ho voglia di raggiungere Ron, ma solo di dormire e di svegliarmi piena di sicurezze. Non ho neanche fame: forse l’unica cosa che farò sarà andare davvero a letto.

Metto a posto i libri: è una serata senza nuvole. Ron torna giù.

-Harry ha detto di non sentirsi molto bene…sai…con la cicatrice… Dice che è meglio se resta su a riposare-

Annuisco, incapace di aggiungere altro.

Auguro una veloce buonanotte a Ron e corro di sopra, le lacrime che scendono a fiotti sulle mie guance, dai miei occhi. Non so perché piango, ma non riesco a smettere. Nessuno potrà confortarmi, nessuno potrà darmi certezze perché sarà inutile: per stasera, continuerò a piangere.

 

Dark was the hour, but day shall come again.

 

FINE.

 

 

 

NDA: volevo puntualizzare ke qst è una ONE SHOT che rappresenta un po’ il momento di sconforto ke un po’ tutti gli under18 vivono: anche se Hermione sa che probabilmente tutto andrà per il meglio, vede le lacrime uscirle dagli occhi senza un motivo preciso.

Commenti, please.

Ely91.





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