9. Verso
X-City
Erano
due giorni che Kyoichi e Makoto pedalavano verso X-City, fermandosi raramente e
per pochi minuti: un ritmo incalzante che stava distruggendo le gambe dei loro
inseguitori.
-Ma
non si stancano mai?- si lamentò Sho, arrancando.
-E
che ne so?!- ribatté Gabu al suo fianco. I pedali della Bloody Fang erano
diventati pesantissimi durante gli ultimi chilometri. –Sono amici tuoi, non
miei!
-Se
può consolarvi, ho capito qual è la loro meta: X-City- disse Arthur, sfinito
quanto i compagni.
-E
cosa aspettavi a dirlo?!- esclamarono i biker più giovani, infuriati. –Avremmo
potuto andare con gli altri!
-Scusatemi…me
ne sono accorto solo quando abbiamo superato quell'arco di pietra…- si
giustificò il guerriero, passandosi una mano sulla nuca.
-È
stato ieri pomeriggio! Non hai trovato il tempo prima di
adesso?!
-Su,
calmatevi- si intromise Koei, tranquillo. –Adesso che sappiamo dove sono
diretti, dobbiamo trovare il modo di anticiparli. Arthur, conosci una
scorciatoia per la città?
-Possibilmente
che sia per oggi…- mugugnò il ragazzo dagli occhi topazio, appoggiato al
manubrio della sua MB.
-Sì…
Se stanno seguendo la via principale, noi dovremmo riuscire a stargli
davanti.
-Ehi,
Sho! Ragazzi!- li raggiunse la vice di Kakeru. Tutti si voltarono, vedendolo
arrivare di corsa con Osuke e Taiga. In cielo volava il dirigibile della polizia
di X-Zone.
-Kakeru!
Ma come hai fatto a…
-Non
sono riuscito a dirvi che ho applicato un rilevatore sull'Imperial Dragon, in
modo che potessimo inseguire Ayumu.
-Perché
sulla mia MB?
-Perché
potessimo ritrovarti quando parti a razzo come un pericolo
pubblico.
-E
tu, Taiga? Come mai non sei ad X-City? È successo
qualcosa?
-Purtroppo
sì. X-Zone è devastata da voragini sempre più profonde e dove non ci sono
quelle, il mare la allaga. Non sappiamo come arginare le
intemperie…
-Yuki
e la sua squadra stanno bene?
-Sì, sono al sicuro. E voi? Avete scoperto
qualcosa?
-Makoto e Kyoichi stanno andando ad X-City con l'emblema di
platino.
-Ehm…io…io
devo confessare!- li interruppe improvvisamente Osuke. –Ad Imperial Highland ho
parlato con Makoto…prima e dopo la gara con Sho…
-Che
cosa?! Osuke, questo da te non me lo sarei mai aspettato!
-E
poi mi domandi perché non voglio amici- commentò Gabu. –Guarda come ti ritrovi
con i tuoi…
-Cosa
hai saputo?- domandò Arthur, ignorandoli completamente. Non facevano che
punzecchiarsi da quando erano partiti: e pensare che, se invece di litigare,
avessero collaborato, sarebbero stati una squadra
imbattibile…
-Che
l'emblema di platino serviva a lei e a Kyoichi per riportare X-Zone alla pace e
governarla con giustizia. E che qualunque cosa avesse detto o fatto, ci voleva
bene.
-Se
pensano di potermi soffiare il posto, si sbagliano di grosso! Sono arrivato
prima io su quel trono, mi spetta di diritto!
-Tu
devi levarti dalla testa quel posto, Gabu: non tornerai a fare il bello e il
cattivo tempo su questo mondo- lo gelò il guerriero. –Quindi chiudi la bocca.
Osuke, hai visto Kyoichi?
-Sì,
e non era affatto ottenebrato. Era il solito Kyoichi.
-Sho,
va tutto bene?- chiese Kakeru all'amico.
No,
niente andava per il verso giusto: Makoto avrebbe dovuto parlarne con
lui…insieme era certo che avrebbero trovato una soluzione… Invece aveva
preferito schierarsi subito con Kyoichi, tradirli e fuggire senza dare
spiegazioni. Le interessava così tanto il dominio di X-Zone? I fratelli Shido
non erano diversi dai Samejima?
Si
rifiutava di crederlo: non era da loro. Da lei.
°*°*°
-Abbiamo
un buon vantaggio. Stasera possiamo dormire un po' di più: queste rovine sono
perfette.
Makoto
non aveva fatto un solo fiato durante il viaggio, ma era stanchissima: non
avrebbe retto un altro giorno senza una sosta. Aveva le gambe a pezzi e vedendo
il fratello zoppicare leggermente, intuì che per lui non era molto
diverso.
-Forse
hai esagerato, Kyoichi: sei ancora convalescente.
-Sto
bene. E poi X-City è a due giorni da qui: non c'è tempo per pensare alla mia
ferita…- rispose, accendendo un falò e sedendosi.
Makoto
lo osservò in silenzio, accomodandosi accanto al fuoco e sentendo tutta la
stanchezza accumulata travolgerla come un tornado: il ragazzo aveva un'aria cupa
come se pensieri neri gravassero sulla sua mente. E la realtà non era così
distante: Kyoichi aveva notato Arthur tra i presenti ad Imperial Highland e il
ricordo del recente passato non gli dava tregua.
-Cosa
faremo una volta arrivati ad X-City?
-Dovremo
raggiungere la cima della X-Tower. Oltre le porte sigillate, nella stanza
dell'Imperial-X, c'è un'altra porta che conduce in una sala. Lì troveremo una
colonna in cui incastrare l'emblema di platino: il resto verrà da solo- rispose
il biondo. –Makoto, ascolta…
-Dimmi.
-Mi
dispiace per quello che è successo…per la tua sfida con Sho… Non volevo che
accadesse.
-Non
hai scelto tu di ammalarti…e ormai è acqua passata: non c'è motivo di parlarne
ancora.
-E…un'altra
cosa…una cosa che riguarda me e che non ti ho confessato- aggiunse lui. –Volevo
solo…che non ti preoccupassi per me…
-Kyoichi…
-Per
un breve periodo, mentre vi trovavate sulla Terra…io ho fatto parte della
Squadra-X…sono stato ottenebrato dal potere oscuro…
-Vuoi
dire…che ti hanno battuto?
-Arrivai
ad Imperial Highland con Arthur e i guerrieri della X-Tower…i biker della
Squadra-X ci costrinsero a dividerci… Tre di loro si avventarono su di me:
credimi, a loro confronto, Gabu è un avversario onesto- raccontò. –Solo Arthur
riuscì a scappare senza rimetterci il proprio emblema… Tornò di nuovo sull'isola
a fui io ad ordinare agli altri di attaccarlo… Non so ancora come ha fatto a
uscirne vivo…
-E…come
ti sei liberato?
-Ho
incontrato Takeshi, il padre di Sho e Ayumu, che mi ha sconfitto, togliendo
l'emblema oscuro alla Thunder Emperor.
Makoto
restò in silenzio: per Kyoichi doveva essere stato terribile, ma per lei era
peggio. Doveva mandar giù l'ennesimo segreto, il fatto che lui non si fidasse
ancora del tutto di sua sorella. Quando le avrebbe detto solo la
verità?
-Immagino
di averti deluso…
-Non
sono delusa perché hai perso, Kyoichi… Sono delusa perché non me l'hai detto
subito.
-Ci
sono cose che una sorella non dovrebbe mai sapere, cose da cui preferivo tenerti
lontana…ma, per come è cambiato tutto, non è più necessario tenerti all'oscuro.
Non volevo farti soffrire ancora…
-Invece
ci riesci regolarmente- pensò la giovinetta.