*ciao a tutti. Allora, questa fic io non la considero tale,
non saprei dove inserirla. Non pensate che sia una cosa bella o chissachè, non
ha assolutamente pretese di sembrare un racconto o di far commuovere, tanto
meno non penso abbia significato e senso, anzi proprio non ce l’ha…ve lo dico
così sapete che leggerete qualcosa che non ha ne capo ne coda e se qualcuno lo
trova mi avvisa così capisco anche io! L’ho fatta così in un momento di pausa
da lavoro, ero particolarmente ispirata, ho come sentito queste parole formarsi
nella mia testa e ho subito capito che erano da scrivere, ho preso un foglio e
l penna e l’ho fatto, ma non so ancora che senso avessero e chi me le abbia
dettate, chi lo sa…il fatto che sia molto simile a me, lei, è puramente
casuale, me ne sono resa conto dopo aver scritto. Sono convinta di non averla
scritta io. È cortissima, anche per questo non credo sia una fic…mah…insomma,
detto queste cose vi auguro buona lettura a chi avrà il coraggio di
leggere…baci Akane*
/Dettata direttamente nella mia mente da qualcuno che non
conosco e dedicata a questo qualcuno/
SHE WAS
Lei andava in giro in autobus, sedeva in modo scomposto,
aveva un lungo cappotto scuro e un grande cappello nero in velluto a costine
sul capo che tenevano un po’ domati quei capelli machati di rosso, biondo e
nero…ciocche lunghe spettinate che dovevano essere lisce.
Gli occhi dallo sguardo sostenuto erano verde chiaro ma li
nascondeva con degli occhialoni enormi dello stesso colore di quelle iridi,
anche se erano così grndi a lei stavano ugualmente bene, forse per il volto
tondo e le guance piene che aveva.
La bocca era forse l’unica cosa del viso oltre la pelle
bianca che si vedeva. La teneva solo verso il basso, non l’ho mai vista
sorridere ma sono sicuro avesse un sorriso splendido e che non lo mostrasse
perché la gente non le piaceva!
Agli orecchi oltre a molti orecchini teneva sempre degli
auricolari coi quali ascoltava cd rumorosi di musica rock.
A tracolla indossava la sua solita borsa rossa grande,
pareva starci dentro tutto il mondo.
Le mani. Le sue bellissime mani erano curate e avevano
lunghe unghie su dita altrettanto lunghe. Erano proprio d’artista come anche
lei. Fra quelle dita teneva sempre una penna con la quale scriveva su un block
notes; a volte disegnava, e lo faceva benissimo, altre scriveva, non so cosa ma
non finiva mai, aveva sempre parole da annotare.
Era un tipo notevole non perché bella, in fin dei conti non
lo era, non lo si poteva ben capire coperta come stava, ma era interessante.
Non guardava mai nessuno e so che non mi ha mai notato.
Avrei voluto far parte del suo mondo, è assurdo, non ci
parlai mai, non sapevo il suo nome, come lei fosse veramente, eppure sento che
me ne sarei innamorato.
Non ho idea di come e quando di preciso raggiunse la luce ma
la notizia mi arrivò e da allora non presi più l’autobus, d’istinto, non ci
pensai mai veramente, non lo presi e basta.
Spero solo che ora sorrida…
FINE