Laughs and Tears
Fandom: Katekyo Hitman Reborn
Titolo: Smile (for me)
Rating: PG
Conto Parole: 310 (W)
Personaggi: Gokudera, Yamamoto, Tsuna.
Pairing: // (E' possibile vedere una
8027, forse)
Avvertimenti: Spoiler per la TYL Arc. Anche
nel riassunto.
Challenge: Special # 3 @ it100
Prompt-regalo
ricevuto:
Laughs and Tears
Note:
Scritta un bel pò di sabato fa durante l'ora di supplenza di
Inglese, con la prof che
ogni tanto girando per la classe veniva a guardare ciò che
stavo
facendo.
Postata qui solo oggi, dopo che è maturata per bene nel mio LJ. Si, dovrei trovarmi qualcos'altro da fare con la
febbre, no?
Summary: Tsuyoshi Yamamoto era una
persona
molto amata, conosciuto sia come grande cuoco che grande spadaccino,
per cui non è sorprendente che ci sia molta gente al suo
funerale. Ma
la sua morte ha segnato sopratutto il figlio.
Davanti
a tutti, c’erano Gokudera, Tsuna e Yamamoto.
Hayato si guardava
nervosamente attorno, non sentendosi a suo agio. Avrebbe voluto
rimanere a casa.
Non è che
la morte di
Tsuyoshi gli fosse indifferente – anzi, capiva benissimo
ciò che stava provando quello stupido del baseball,
essendoci
già passato.
Perciò
sapeva perfettamente
cosa stava pensando Yamamoto, mentre guardava fisso davanti a
sé, nascondendo il volto.
Tsuna lo osservava a
sua volta, incerto. Non aveva la minima idea di cosa dire o fare.
Non aveva mai perso
nessuno di
veramente importante per lui – anzi, aveva vissuto persino
meglio, credendo per molti anni che il padre fosse morto.
Timidamente, cercando
di non farsi notare da Gokudera, sebbene credesse che almeno quella volta
avrebbe capito, strinse la mano di Yamamoto.
« Mi
dispiace. » gli sussurrò Tsuna.
Lui né si
girò, né rispose nulla.
Il funerale
terminò dopo
pochi minuti, ma il ragazzo rimase immobile Le persone gli si
avvicinavano, mormorando piano parole di condoglianza, per poi
andarsene.
«
Yamamoto… »
Takeshi si
girò, e…
vide. Gli occhi color bronzo completamente appannati, da copiose
lacrime che gli scendevano lungo il volto.
Tsuna si
sentì sconcertato. Era la prima volta che, in tutti quelli
anni passati insieme, lo vedeva piangere.
Gli sembrava quasi
impossibile una cosa del genere (Lui
era Yamamoto, quello per cui tutto era divertente, per cui la Mafia era
solo un gioco, quello che aveva sempre un sorriso in volto).
Quello non era il suo Yamamoto.
Lui non doveva
piangere. Non voleva. Non poteva
sopportarlo.
Al confronto, la morte
gli sembrava molto meno devastante.
«
Yamamoto… » sussurrò piano, cercando di
non farsi sentire da Gokudera (questo
sì, che lo avrebbe fatto arrabbiare)
« Quando sarà il mio funerale… io
voglio che tu sorrida. »
Poteva sopportare la
morte. Poteva.
Ma vedere il suo
più caro amico piangere, quello no, che non poteva.
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