“Se solo potessi, farei un patto con Dio, e farei in modo
che lui invertisse i nostri ruoli”
Ad ogni passo sentiva quel rumore metallico a cui ormai era
da troppo tempo abituato.
Si sedette a terra appoggiandosi ad un albero, rimanendo a pensare a tutto
quello che lui e il suo fratellone avevano passato… nonostante tutto sia lui
che Ed non avevano ancora trovato il modo di riavere indietro i loro vecchi
corpi.
Fissò il cielo, nero, macchiato di stelle.
Sentì un fruscìo dietro di lui, e al voltarsi scorse una
figura esile sdraiata proprio dietro all’albero a cui stava appoggiato.
Si alzò per constatare di chi si trattasse.
Una ragazza dormiva sdraiata sull’ erba, i lunghi capelli
neri, eccetto per una ciocca bianca che le incorniciava il viso al lato destro,
contrastavano molto con la pelle diafana.
Il respiro era lento, quasi impercettibile. Sopra di lei una coperta di plaid
rossa la riparava alla benemeglio dalla fredda brezza notturna.
Ad Alphonse si sarebbe bloccato il respiro, se solo avesse
potuto respirare. Una sensazione di nostalgica malinconia lo pervase, come se
quella perfetta estranea avesse da sempre avuto qualcosa a che fare con lui.
Una smorfia si dipinse sul volto di lei, al che aprì gli
occhi rivelandoli azzurro ghiaccio, quasi bianchi.
Alla vista della grande armatura sgranò questi ultimi, fece
per alzarsi e scappare ma, nemmeno lei seppe perché, non riuscì a muovere nemmeno un muscolo.
-Ah!! Scusa!! Non volevo spaventarti…- si scusò Al con un
leggero inchino -…è solo che passeggiavo e… ti ho vista..-
-Fa.. fa niente…-
rispose lei con un sospiro, per poi accantonare la coperta e sedersi.
Il silenzio serpeggiò imbarazzante fra i due, nessuno sapeva
cosa dire, e nessuno accennava ad andarsene.
-Co..come ti chiami..?- azzardò Alphonse. Se avesse potuto
arrossire, lo avrebbe fatto.
-Rie- rispose
innocentemente voltandosi a guardarlo –
e tu..?-
-Alphonse-
E il silenzio calò di nuovo.
Erano passati tre anni da quel giorno. Meglio, da quella notte.
Nonostante Al cercasse di sciogliere le corde che lo
legavano e le sue proteste, lei continuava a tracciare sul pavimento un cerchio
alchemico intorno a lui.
-Rie!! Rie no! Non farlo!!-
Come se non lo stesse alscoltando, completò il cerchio.
Poggiò le mani a terra e mentre piangeva una luce si
sprigionò attorno a loro.
-Voglio che tu riabbia il tuo vecchio corpo…-
La luce li avvolse del tutto.
…
Sentì il freddo di stare su un pavimento. E fu la prima
sensazione fisica dopo tanto tempo. Era confuso, ma poco a poco si fecero
strada un pensiero nella sua mente e una lacrima sulla sua guancia. Rie.
Aveva sacrificato il suo corpo per ridargli indietro il suo.
***
Questo era il primo capitolo.. spero vi sia piaciuto e scusate se sono.. troppo sintetica é__è *inchino*
Spero di ricevere tante recensioni ^^ ciaoo!!