Questa
storia nasce prende spunto un film che ho adorato "Kamikaze Girls"
di
Testuya Nakashima; ovviamente dato che il film trattava di due ragazze
la storia è stata
rimodificata
quasi completamente...spero che sia uscito qualcosa di buono ^^.
Avverto che in ogno capitolo
sono
presenti citazioni tratte dal film (giusto per non farmi bannare subito
^^)
Ovviamente
è una Sasu/Naru ( Chi mi conosce sa che non avrei potuto
scrivere altro neppure volendo);
al
momento il rating è arancione ma forse verrà
innalzato successivamente (dipende da come mi girerà *ghigno
malefico*)
l'aggiornamento
sarà settimanale o bisettimanale ma spero comunque di
rimanere costante...
é
la prima fanfiction che pubblico su EFP e anche su Naruto quindi siate
clementi con me povera suramiella e se vi va lasciate un commentino
sarà sicuramente gradito!
Disclamer: questi personaggi non sono miei ma appartengono a Nasashi Kishimoto fortunato lui, fosse per me non esisterebbero esseri dai dubbi capelli rosa e lo yaoi vigerebbe sovrano. questa storia non è scritta a scopo di lucro ma per puro diletto di una mente bakata.
Capitolo
1: Indifferente
Indifferente:
aggettivo attribuito a colui che non prova, non sente e non esprime
particolari
interessi o emozioni nei riguardi di qualcosa o qualcuno.
Sotto
questa definizione nel dizionario dovrebbero inserire
una mia foto. Sasuke Uchiha esempio lampante di persona indifferente.
Non
ho passioni da coltivare, tesi da difendere tenacemente,
persone care da proteggere … A mala pena esprimo emozioni,
ammesso e concesso
che ne abbia.
La
mia vita scorre come un fiume: lenta, inesorabile, fine a
se stessa.
Mi
preoccupo solo ed esclusivamente di me stesso e sto bene
così. Non voglio legami né stupide convenzioni
sociali, non saprei che farmene.
Vivo
con mio fratello Itachi in un paesino sperduto nel
nulla a circa 70 km da Tokyo, Konoha.
Il
posto in cui vivo non fa che acuire la mia apatia. La
fauna locale è composta per lo più di gente
sgraziata e rozza che di certo non
mi fa rimpiangere la vita sociale.
Con
chi dovrei parlare? Con l’idiota che vende i cavoli
all’angolo, tale Kiba Inuzuka, che ho il piacere di avere in
classe?
Oppure
con una delle innumerevoli oche che mi tartassano
ogni santo giorno, di cui non voglio neppure provare ad immaginare il
nome?
Detesto
questa cittadina.
Una
volta abitavamo a Tokyo. Ho dei ricordi vaghi di quel
periodo ma credo mi piacesse vivere lì.
L’estate
in cui ho compiuto 6 anni, i miei genitori sono
stati uccisi. Malgrado la giovane età, il fatto non mi ha
colpito molto. Ero
già un bambino indifferente, insensibile e scontroso.
Capivo
più di ciò che gli adulti credevano. Mio padre,
Fugaku Uchiha, era un grosso esponente della yakuza e mia madre era
l’unica
figlia di un capo banda piuttosto influente all’epoca.
Erano
il bersaglio perfetto. Mi stupisco che siano vissuti
tanto da mettere al mondo due figli.
Comunque
io e mio fratello Itachi, che all’epoca aveva 16
anni, siamo stati sballottati qui e là
dall’assistenza sociale, finché non
siamo finiti in questo posto dimenticato da Dio.
Inutile
dire che la polizia ha sequestrato tutti i nostri
beni e che, quindi, siamo senza il becco di un quattrino.
Sembra
che la cosa non importi a mio fratello dato che
continua a scialacquare il denaro come crescesse sugli alberi.
Itachi
vive in un mondo tutto suo. A 8 anni ha deciso che
avrebbe fatto lo stilista invece che il killer come tutti i nostri
parenti. Ha
cominciato usandomi come modello delle sue creazioni, confezionando
abiti uno
più bizzarro dell’altro e sottoponendomi al
supplizio di indossarli.
A
10 anni si è iscritto ad un corso di ricamo. Mio padre ha
quasi avuto un infarto. Probabilmente, se non l’avessero
ucciso con 4 colpi di
pistola, ci avrebbe pensato il mio fratellone con una tovaglia ricamata
a punto
croce. A quello sono seguiti corsi di taglio e cucito, lavoro a maglia,
uncinetto e disegno sartoriale. In uno di questi ha incontrato Shisui.
Com’è
finita? Hanno aperto insieme un negozio a Daikanyama:
Baby the stars shine bright!
Il
titolo dice tutto. Piccolo negozio d’elitè che
fatica a
sbancare il lunario ed è perennemente sull’orlo
del fallimento.
Nonostante
tutto, Itachi vive la vita con gli ideali di un nobile
del 700. Vediamo solo nuvolette rosa, arcobaleni e unicorni.
Lui
e Shisui passano il tempo a scopare (ho accennato al
fatto che mio fratello è gay?), confezionare inutili vestiti
che nessuno
comprerà mai, spendendo tra l’altro tutti i miseri
guadagni che riportano, e
passeggiare mano nella mano per il parco ( facendosi arrestare 2 volte
per atti
osceni in luogo pubblico).
Se
non tenessi io la contabilità di casa saremmo già
morti
di fame.
“
Otouto!!!”
Itachi
si fionda in camera mia senza bussare come al solito.
Indossa una camicia che sembra di seta. Lo guardo sospettoso.
“
Itachi è seta quella camicia?” chiedo, il tono
della mia
voce è piatto come al solito ma il mio fratellino sembra
piuttosto agitato.
“
Questa vecchia cosa?” chiede con aria innocente “
ma cosa
dici…è raso.”
Shisui
entra allegro e pimpante reggendo alcune buste “
Sasu-chan! Guarda che tessuti splendidi abbiamo trovato!”
dice mostrandomi una
serie di stoffe dagli improbabili colori e motivi.
“
E la camicia di Itachi non è stupenda? Pensa che
l’abbiamo
pagata solo 70.000 yen! È seta indiana!”
Itachi
suda freddo mentre Shisui snocciola tutta questa
serie di informazioni. Quanto a me, sto già meditando come
far quadrare il
bilancio irrimediabilmente compromesso di questo mese, quando Shisui
stoppa il
suo flusso di parole.
“Sasuke”
chiede serio fissando intensamente la mia felpa
nera. “ Dove hai preso quella felpa?”
Alzo
le spalle noncurante “ Da Jusco … era in offerta
per 780
yen”
“
J-Jusco?!” balbetta Itachi che ha quasi una sincope.
“
Quell’orrendo centro commerciale che vende abiti dozzinali a
peso come le
bistecche?”
“E’
vicino ed è economico” commento piatto.
Tutto
ciò che mi interessa dei vestiti è che siano
comodi e
abbiano colori neutri, l’esatto contrario di ciò
che crea Itachi.
A
quanto pare però, mio fratello ne fa una questione di
stato, una specie di alto tradimento.
“
Come puoi vestirti in quel luogo di perdizione quando due
stilisti emergenti disegnano per te fior fiori di
collezioni?!” esclama esasperato.
La
mia testa comincia a pulsare. Credo sia ora di andare a
fare un giro. Mi alzo e me ne vado in cucina con l’intento di
preparare la
cena. Itachi non sembra capire l’antifona e mi segue
continuando a deprecare il
mio comportamento assassino nei confronti della moda, mentre Shisui
tenta di
calmarlo.
Fin
da bambino, quando una conversazione prendeva una piega
poco gradevole, estraniavo la mia mente pensando ad un motivo
rilassante. In
questo momento il valzer di Delibes risuona nel mio cervello.
La
voce di Itachi è solo un eco lontano. Penso che mi
preparerò
un’insalata di pomodori.
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