And I’m leaving tomorrow, what would you say?

di DelilahAndTheUnderdogs
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Oggi l’hai vista e il tuo cuore ha fatto un tuffo: è bellissima e non lo devi pensare, affatto, non è questo quello che ti hanno insegnato.
Il fiato ti s’impiglia in gola, non riesci ad emettere un suono decente.
“Draco, dimmi cosa ti turba” il tono è leggermente ironico.
“No, io … mi chiedevo … vuoi una cioccolata?” sei a disagio, un Malfoy non è mai a disagio, non devi farti ingannare da lei, una sporca mezzosangue – come quell’altra, quella so-tutto-io insopportabile.
“Con … piacere” ti guarda sospettosa, come se le potessi lanciare una Maledizione Senza Perdono.
“Che sai di me?” ora è lei quella a disagio, si morde il labbro in modo poco aggraziato, avvolgendolo completamente con i denti superiori.
“Nulla” ed è vero, conosci solo pregiudizi – è un mostro, Draco, la bastarda mangia i bravi bambini purosangue e tu non vuoi essere mangiato, vero?
Ci sono cose che non si possono controllare, tipo questo colpo di fulmine non corrisposto.
E lei continua a guardarti con quegli occhi grandi, perché sa che non è tutto. “Conosco solo il tuo nome” e lei chiude di colpo le palpebre.
“Prova a chiamarmi così e ti ritroverai le palle nel culo” e fa cadere il menù, è così sbadata, di una sbadataggine che dà ai nervi.
“Allora è vero che ti fai chiamare con quel cognome unto” il tuo tono vorrebbe essere casuale ma risulta in qualche modo offensivo.
“Ehi, non provare a insultare mio padre, ragazzino”
“È che hai un nome così bello” ti sorprendi del complimento che le rivolgi, non hai mai lusingato nessuno … eccetto coloro che consideri tuoi pari e lei non lo è, affatto.
“Sei il primo che me lo dice, sai?”
“Un nome Purosangue - ” non finisci la frase, la lasci sospesa con uno sbuffo.
“Che ci vuoi fare, mia madre è quella che tu chiami traditrice del suo sangue. Dopotutto, ha ricevuto un’educazione Purosangue. Toujours pur. Come a te”
Ninfadora” il suo nome ti fa pensare alle ninfee, che galleggiano fra le fronde dei salici piangenti – dono della Ninfa, magari trasportata da un cesto di vimini.
“Odio il mio nome”
“E perché io non odio il mio, sai?” il tono è leggermente ironico.
“Madri”
“Madri dal cognome Black” ridacchiate e le vostre cioccolate arrivano.
 “Grazie” e lei sorride al cameriere – strappale il sorriso, mordile le labbra fino a farle sanguinare.
Sei agitato al suo cospetto, quasi in soggezione: forse saranno le borchie sui guanti, forse i capelli rosa shocking che, mio Dio, sembrano naturali per via delle sopracciglia in tinta fatto sta che ti piace.
Solo ora realizzi una piccola cotta che ti cresce come edera nel tuo petto scarno – pensa te, l’albino che s’innamora della Metamorphmagus: due fenomeni da baraccone, degli alienati, emarginati da tutto e tutti.
Mescoli la bevanda di fronte a te, ne respiri il dolce calore su per le narici – da questo momento in poi, assocerai la cioccolata a lei.
E di colpo ti alzi, la prendi per il colletto e i vostri visi sono a un millimetro di distanza.
Ha le labbra carnose, invitanti – mangiami, mangiami, mangiami tutta. Perché io mangio i bravi bambini Purosangue, è questo che credi … giusto?
Ti stacchi e tua cugina si massaggia il collo, le hai fatto fare uno scatto improvviso, Draco, non dovevi.
“Che ti prende, ragazzino?” ti scruta nell’anima e di colpo ti senti nudo – solo un’altra persona lo fa, con più disprezzo e forse odio.
“I-io n-nulla solo che … i-io” e ti vai a chiudere nel bagno degli uomini, il tuo corpo urla.
Non riesci a trattenere il desiderio del proibito, vuoi entrare in lande desolate, in caverne umide di vergogna e sesso.
E lei ti si siede vicino, seduta sulle mattonelle fredde: ti passa un braccio sulle spalle e un fuoco divampa immediatamente.
La baci rudemente, senza tante cerimonie – senti il sapore dolciastro della bevanda bevuta poco prima nella sua bocca, ovunque, e il sangue sgorgare a ogni tuo morso.
Quando vi separate avete il fiatone e subito dopo uno schiaffo vola dritto sulla guancia destra.
Poi ti abbraccia e dice: “Andrà tutto bene, te lo prometto” fa una pausa “è che io amo troppo Remus, non posso tradirlo”
E rimani lì, fra il calore rassicurante di Tonks e il pavimento ghiacciato.



















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