Capitolo
1
Un
altro ballo a Forks, il ballo di fine anno. Orrendo, noioso e
chiassoso, tutte le ragazzine si erano vestite in modo osceno,
vestiti che mostravano fin troppo le loro grazie al popolo maschile.
Jessica,
Lauren e altre ragazzine mi erano corse dietro fin dal mio primo
passo dentro la palestra, agghindata per l'evento.
Odiavo
tutto questo, odiavo quelle sciocche.
In
tutta la sala, c'erano solo tre, massimo quattro ragazze vestite in
maniera decente, una era Angela Weber, l'altra era la figlia
dell'ispettore Swan, e altre due del primo anno, di cui,
sinceramente, non ricordavo i nomi.
Emmett
mi prese in disparte, ci sedemmo sulle gradinate, non curandoci della
gente che ci stava attorno, la musica a tutto volume era decisamente
assordante.
<<
Allora, Edward, perché non provi a divertirti per una sera. >>
<<
No, non mi va... >> Risposi annoiato, fortuna che noi vampiri
avevamo un ottimo udito.
<<
Eddy! Per una volta nella tua noiosa esistenza, buttati! Scegli una
dama e balla! >>
Mi
voltai verso mio fratello, scettico in volto. << Non chiamarmi
Eddy, non lo sopporto. E sentiamo, chi dovrei invitare? Proponi. >>
Emmett
si guardò attorno, davanti a noi, a qualche metro di distanza,
stava Isabella Swan, stava parlando tranquillamente con la sua amica
Angela e Ben.
<<
Lei per esempio. >> Indicò proprio la Swan.
Sghignazzai
ironico. << Emmett, stai scherzando vero?! >>
<<
Perché? Io la trovo bella. >>
<<
E' a mala pena passabile, non abbastanza bella da tentarmi. >>
Isabella
alzò lo sguardo sorpreso verso di noi, sembrava ferita, ma
sicuramente era solo una mia impressione.
Qualche
istante dopo, si allontanò dai suoi amici, ogni tanto la
vedevo sbucare qua e la, non era vero quello che avevo detto ad
Emmett, Isabella Swan era graziosa, non sfacciata e sicuramente molto
contenuta, rispetto ai gesti e alle movenze delle altre ragazze. Era
buffo, l'avrei vista bene in un ballo vittoriano.
La
scuola finì... passò l'estate... e ritornò
l'autunno...
Erano
ormai due anni che vivevamo a Forks, piovosa cittadina di circa 3.000
anime, possibile che ogni giorno in cui mettevamo piede a scuola,
cominciavano a fissarci ed a spettegolare su di noi? Possibile che
gli insulsi umani che abitavano qui, non avessero niente di meglio da
fare?
Evidentemente
no...
Sospirai
stanco di tutto questo, osservando le crepe nel muro della mensa.
Alice,
Rosalie, Jasper ed Emmett mi fissarono. Sapevano quanto fossi
insofferente, ma anche per loro, ultimamente, stava diventando una
vera e propria rottura questa città.
Saltai
da una mente all'altra senza preoccuparmi di chi fosse, di solito,
cercavo di stare alla larga da quella della Stanley, era la più
volgare e chiassosa che avessi mai letto.
Eppure,
quel giorno, Alice mi chiese, quasi mi supplicò, di
ascoltarla. Non capii il perché, finché non notai al
suo tavolo la figlia dell'ispettore Swan.
Isabella
Swan, Bella, come le piaceva farsi chiamare, era l'unica ragazza che
non aveva mai avuto nulla da spettegolare su di noi... ultimamente
Alice cercava in tutti i modi di avvicinarsi a lei. Voleva diventare
sua amica...
Che
folle! Come poteva diventare amica di un'umana?!
Entrai
comunque nella mente di Jessica, stava parlando con Isabella.
<<
... sei sicura di stare bene? Sei ancora più pallida del
solito... >>
<<
Si, sono solo stanca, tutto qui. >> Le sorrise mesta.
Stanca?
Ma se è sempre con quella pelle pallida! Potrebbe far
concorrenza ai Cullen! Dio mio! Edward oggi è uno schianto!
Quella maglietta mostra ancora di più...
Basta!
Uscii dalla sua mente! Possibile che passasse dal falso interesse per
la sua amica ai commenti più fastidiosi per me?!
Ad
ogni modo, il suo strano colorito pallido fece scattare un dubbio...
la fissai per un attimo.
<<
Edward Cullen ti sta fissando. >> Le annunciò Jessica, a
questo punto, di solito, le ragazzine arrossivano e cominciavano a
balbettare come tante oche starnazzanti.
<<
Si? Bene, vuol dire che sono più interessante delle crepe nel
muro che fissa di solito. >>
Come
diavolo... come aveva fatto a...
<<
Ad ogni modo, non mi interessa. E' arrogante e maleducato. >>
Alt!
Cosa ero?! E da quando sarei maleducato?! Arrogante potevo capirlo,
nessuno a scuola si avvicinava a me, quando lo facevano, li
allontanavo senza tante cerimonie. Ma maleducato no!
Provai
a sondare la sua mente... con mio sommo orrore e stupore, non ci
riuscii.
<<
Abbiamo un piccolo problema... >> Parlai veloce con i miei
fratelli, che subito mi fissarono attenti.
Che
succede? Qualcuno sa qualcosa di noi?
I
pensieri di Rosalie erano fra tutti, quelli più ansiosi.
<<
No, ma non riesco a leggere la mente della Swan. >> Li fissai.
<<
Alice. >> Mi voltai verso di lei. << Cosa vedi? >>
Si
concentrò per un attimo e quello che vidi mi lasciò
stupefatto.
<<
Non è possibile... >> Sussurrai pianissimo, anche per il
nostro udito.
<<
Cosa?! >> Domandò agitato Jasper.
<<
E' una di noi... >> Rivelò Alice stupita quanto me.
<<
E' impossibile. >> Rosalie si volò verso la figlia
dell'ispettore Swan. << Come possiamo non essercene accorti?!
>>
A
turno, la fissammo tutti, la pelle pallida, i denti bianchissimi,
profonde occhiaie quasi viola, gli occhi, ricordavo nei pensieri di
Jessica, erano neri.
Notammo
che il suo vassoio era integro...
Come
era possibile che Isabella Swan fosse una di noi?
In
due anni di permanenza a Forks non ci eravamo mai accorti di lei.
Isabella
sorrideva, parlava e scherzava con gli altri esseri umani, nessuno di
loro pensava che fosse strana come noi. Nessuno.
<<
Ma non vive con l'ispettore? >>
Ottima
domanda Emmett.
<<
Che io sappia si. Ma, lui è umano, sono sicura! Carlisle lo ha
curato parecchie volte. >>
<<
E' possibile che non sappia cosa sia sua figlia? >>
Ottima
osservazione Jasper.
L'ispettore,
sapeva cosa fosse in realtà Isabella? Sapeva anche di noi?
Una
cosa era certa, dovevamo conferire subito con Carlisle ed Esme, anche
loro dovevano essere avvisati.
La
campanella suonò, con lentezza esasperante, forse cercando di
prolungare più del dovuto la pausa, gli esseri umani si
rimisero in moto per andare alle loro ultime lezioni, noi,
continuavamo ad osservare Bella, stava rivolgendo a tutti dei piccoli
accenni di sorrisi, ma non sembrava incline ad alzarsi dal suo posto.
<<
Allora, ci sentiamo oggi? >> Le domandò Jessica con lo
zaino in spalla.
<<
Ma certo. Ti chiamo dopo... >>
Si
salutarono, lasciando finalmente Isabella da sola.
<<
Che cosa volete? >> Si voltò verso noi cinque.
Alice
ci precedette e con la sua camminata quasi danzante, la raggiunse.
<<
Ciao, sono Alice. >> Le porse la mano amichevolmente.
Isabella
si alzò sospirando. << Bella Swan. >> La strinse,
sentii Jasper rilassarsi. Per un attimo aveva temuto per l'incolumità
della sua compagna, si avvicinò cauto e porse anche lui la
mano. << Jasper Hale.>>
<<
Piacere. >> Strinse la mano anche a lui ed a turno anche a
Rosalie ed Emmett.
Io
ero rimasto indietro, non mi ero presentato, stentavo ancora a
credere di non riuscire a leggere la sua mente.
I
miei fratelli mi guardarono allibiti.
<<
Edward? Vieni... >>
<<
Non importa. >> Sibilò Isabella. << Già ci
conosciamo... >>
Davvero?
Quando ci eravamo conosciuti?
<<
Come... >> Cominciò Alice, venendo interrotta proprio da
Bella.
<<
Al ballo di fine anno... Aspetta, com'è che mi avevi
definita... >> Si picchettò il dito sulla tempia,
fingendo uno sforzo di memoria. << Ah si... passabile, non
abbastanza bella da tentarti. E di questo ringrazio Dio ogni giorno.
>> Mi fissò seria, mentre con eleganza afferrava la sua
borsa e usciva dalla caffetteria.
Edward
Cullen, ci devi una spiegazione!
Oddio,
Rosalie in modalità avvocato difensore del gentil sesso era
difficile da digerire.
Se
per colpa tua, non farò amicizia con lei, sei un fratello
morto!
Grazie
Alice eh! Grazie davvero per il tuo supporto...
Ovviamente
non potevo chiedere aiuto ai miei fratelli, mai si sarebbero messi
contro le loro dolci metà... mai, neanche per aiutare me. |