La paura di Charlie Lucky Luciano

di lapoetastra
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Di cosa ha paura, Charlie, mentre viene picchiato a sangue da tre sconosciuti?
Di morire? No di certo.
La morte è soltanto un’altra via, come gli ha continuamente ripetuto il padre, ed è una strada che ha sempre messo in conto di percorrere, prima o poi, soprattutto da quando è entrato a far parte delle cosche mafiose.
Del dolore? Neanche.
Certo, quei pugni e quei calci senza fine che trovano sempre con estrema precisione le zone più delicate del suo corpo non gli fanno bene, e nello sputo che ha appena rigurgitato non c’è solo saliva.
La saliva non è rossa, no?
Eppure resiste, senza un lamento e senza una lacrima, perché è un duro, perché con il tempo ha imparato che se vuoi essere un uomo devi sopportare tutto ciò che ti accade, ed affrontarlo a testa alta.
Di rimanere sfigurato? No.
Tanto lo è già, ormai.
Charlie sa che quel colpo devastante che ha ricevuto sull’occhio destro non si manifesterà solo con un po’ di passeggero gonfiore.
Forse perderà la vista, o magari non riuscirà più a sollevare la palpebra.
Ma non gli importa. Non più di tanto, almeno.
In fondo ha sempre l’altro, per guardare, e per quanto riguarda l’aspetto estetico… beh, sa di essere un gran bel pezzo d’uomo - le donne con cui è stato glielo hanno continuamente ripetuto -, e quell’occhio semichiuso sicuramente non farà altro che accentuare la sua innata sensualità, donandogli un tocco di fascino ombroso, da cattivo ragazzo qual è.
Ma allora di cosa ha paura Salvatore Lucania, Charlie Luciano, mentre viene preso a botte senza sosta?
Di non riuscire a sopravvivere per poter rivedere almeno ancora una volta il suo migliore amico, Mayer Lansky?
Bingo.
 




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