The reflex of your light

di dina
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b

L'uomo camminava lentamente, aiutandosi con il suo bastone d'argento e legno massiccio, ultimo regalo di sua moglie, teneva in mano dei fiori, alcune rose rosse e dei fiordalisi bianchi, i suoi preferiti.

Le faceva visita ogni domenica da dieci anni a quella parte, un'abitudine che nonostante la sua veneranda età di sessantatré anni non si era mai voluto levare.

Arrivò alla lapide e guardò la sua foto, sorrideva, con quel suo bellissimo sorriso che partiva dagli occhi e che contagiava chiunque la stesse a guardare.

Era giovane in quella foto, aveva appena avuto Alexander Brad , secondo lui dopo la maternità la sua bellezza era aumentata a dismisura, gliel'aveva detto più volte e lei lo aveva accusato di ruffianezza e la aveva scambiata per una scusa per non cambiare il pannolino al piccolo-spara-popò.

Posò i fiori nel vaso trasparente, togliendo quelli vecchi, e ripensò alla sua vita. Da quando era arrivata lei tutte le tenebre di cui da sempre era stato avvolto erano scomparse, distrutte dal bagliore della sua luce.

Dopo che si erano confessati i reciproci sentimenti quella sera, lui l'aveva messa sulla sua scopa ed erano andati nella chiesa babbana più vicina, lei insisteva di volersi sposare lì, e avevano fatto il giuramento di amore eterno davanti ad un prete babbano.

Alcuni mesi dopo, quando lei aveva preso il diploma, avevano girato il mondo per cinque bellissimi anni e poi erano tornati a casa.

Lei si era trovata un lavoro come giornalista, lavorando per La Gazzetta del Profeta e lui aveva trovato un prestigioso posto al Ministero della Magia.

Un anno dopo era nato Alexander Brad, dopo di lui, a soli due anni di distanza Aaron Marcus, ed infine, altri due anni dopo, le gemelline Audrey Narcissa e Crystal Daphne.

Avevano cresciuto con amore i loro figli, educandoli a ciò che è bene ed a ciò che è male, ma con profondo disappunto di lei, e segreto entusiasmo di lui, erano finiti tutti a Serpeverde, facendone passare di tutti i colori al professor Piton.

Ricordava ancora le sue urla isteriche quando lo aveva saputo, aveva accusato lui, come al solito, di essere la causa di quella disgrazia.

Lui le aveva riso in faccia, cosa che aveva fatto infuriare ancora di più la donna, che lo aveva spedito a dormire nel divano per una settimana intera.

-Mi manchi amore, la vita è così vuota senza di te..- sussurrò e si asciugò una piccola lacrima.

Dopo la sua morte, lui aveva passato uno dei periodi più neri e brutti della sua vita, erano stati i suoi figli ed i suoi nipoti ad aiutarlo a sorridere ancora, soprattutto lo avevano aiutato Adele e Jeff Sauders, con cui aveva stretto una grande amicizia anni dopo il suo matrimonio con Amira.

Amicizia che si era consolidata sempre di più dopo la morte di quest'ultima, e quella della sua migliore amica, avvenuta due anni dopo, Adele Smitt in Sauders.

Non saresti mai potuta stare senza la tua migliore amica vero?

Era piacevole parlare con Jeff, ricordavano aneddoti di gioventù ormai persi, nascosti in chissà quale angolo buio della loro provata mente, oppure giocavano a scacchi magici.

E come ogni cosa questo le ricordava lei, le eterne partite di scacchi che lei puntualmente perdeva, ma si ostinava a ripetere che la prossima volta sarebbe andata meglio.

Avevano avuto una vita ed una felicità delirante, ma la sua morte era stata quanto più silenziosa ci potesse essere.

Se ne era andata nel sonno, addormentata per sempre dall'ombra nera con la falce, morta di una malattia che non perdona, il cancro.

Quell'ultima sera, prima di andarsene, gli aveva detto delle cose che lo avevano fatto sentire inquieto, anche se non aveva capito subito, lei sapeva che era l'ultima volta che l'avrebbe rivisto in quel mondo.

-Draco, non mi pento nemmeno di un secondo passato insieme a te, avessi la possibilità di rinascere rifarei tutto d'accapo..sono contenta di essere riuscita ad invecchiare con te amore mio e ti amo come il primo giorno..-

Toccò la lapide e si portò la mano alla bocca -torno domenica prossima- le sorrise e la foto corrispose.

Vide in lontananza una figura sulla sedia a rotelle che avanzava lenta verso dove era lui, teneva in mano una rosa rossa e conservava tutta la dignità che lo aveva caratterizzato per una vita intera, soltanto l'espressione esprimeva una profonda malinconia e solitudine.

Fece un rigido cenno di saluto al padre, che corrispose educatamente, e si incamminò dalla parte opposta.

Era un uomo completo, aveva vissuto, aveva amato immensamente ed era stato riamato allo stesso modo..adesso non gli restava che aspettare, aspettare per vivere di nuovo, aspettare per essere di nuovo felice, aspettare che lei lo richiamasse a sé, questa volta per sempre.

Ti amo..

FINE

Ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito, anche chi ha solo letto o solo messa tra i preferiti.. grazie ragazzi, spero davvero vi sia piaciuta. Fatemi sapere.;)

lorelei_88: sono contenta ti sia piaciuta, e grazie x i complimenti..^.^  fammi sapere che ne pensi se ti va:) kiss





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