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Era un settembre inoltrato
stranamente caldo. Indossavo una maglietta viola semi scolorita e un paio di
jeans. Cath è arrivata con una camicetta di cotone bianca e una gonna nera
lunga fino ai piedi. Tra i capelli corvini corti si intravedevano i cerchi
degli orecchini.
- Ciao, Mel! – mi ha salutato
abbracciandomi, non appena mi raggiunse sulla scalinata di ingresso della
scuola. Poi ha lanciato uno sguardo critico verso l’edificio. – Non hanno
neanche ridipinto la facciata. Siamo alle solite.
- Già… - feci notando il fatto.
- Meel! Caath! – ci chiamò da
lontano Marya agitando il braccio per attirare la nostra attenzione, mentre ci
raggiungeva raggiante.
- Quanta allegria… e dire che è
appena cominciata la scuola… - commentò Cath sottovoce ironica e io ridacchiai
sotto i baffi.
- Ragazze! Ho una notizia
magnifica! – ci disse Marya non appena ci raggiunse.
Gli occhi di Cath brillarono. –
Spara!
- Mi sono messa con Chris! – le
rispose mostrando un sorriso a trentadue denti.
- Davvero?! E quando è successo?
– le domandai curiosa e con un espressione stupita sul volto.
Evidentemente erano le domande
che più si aspettava. Cominciò a parlare raccontando quasi fin nei minimi
particolari quello che era successo. Io la ascoltai per un po’, poi la mia
attenzione venne catturata da qualcos’altro. O meglio da qualcun altro.
Un ragazzo assolutamente identico
a quello che avevo incrociato al cimitero il giorno del mio compleanno stava
salendo le scale in quel momento. Non so perché ma lo rimasi a fissare.
- Ma insomma mi stai ascoltando o
no?? – sentii Marya domandarmi. Mi riscossi dalla visione.
- Ehm scusa, mi sono persa. Cosa
stavi dicendo? – decisi che era impossibile che quel dio fosse venuto in questa
scuola.
Marya, intanto, aveva già ripreso
a parlare come se non l’avessi mai interrotta.
Quarta ora: matematica, una
materia praticamente inutile, almeno per me. Ero arrivata in ritardo a lezione
e quindi ero da sola di banco. Tutto per colpa di uno stupido armadietto che si
era interstadito a non aprirsi. Se non fosse successo magari ora sarei stata
seduta di fianco a Cath, che di sicuro sarebbe riuscita a spiegarmi qualcosa di
più capibile di quello che stava blaterando la professoressa.
Jessie, la classica bionda oca
della classe, tanto per darne una definizione, era seduta davanti a me e
parlottava a bassa voce con il suo tono stridulo a Yennj, la seconda oca in
ordine di classifica.
Da tutt’altra parte rispetto a me
c’era Cath seduta di fianco a Robert. Chiaro: le oche stanno con le oche, i
geni con i geni.
Tutto a un tratto la porta si
spalancò ed entrò il tipo che avevo visto la mattina. Chissà perché quelle
davanti a me ammutolirono di colpo.
- Lei è il nuovo alunno, vero? –
gli chiese la signora Spotting con la sua solita voce monotona e nasale.
- Sì, sono Seth Adams. – le
rispose educato.
- Signor Adams da noi si è soliti
arrivare in orario alle lezioni, alunni nuovi inclusi.
- Mi scusi, mi sono perso e… -
provò a scusarsi, di sicuro la prof non lo stava più ascoltando.
- Si vada a sedere, Adams. – lo
invitò.
Per qualche imprecisato motivo,
dopo questo invito, sentii gli sguardi invidiose delle mie compagne di classe
puntati tutti su di me. Che volevano?
Poi all’improvviso mi resi conto
che l’unico posto libero dell’intera classe era di fianco a me.
Ottimo, Mel, ecco come farsele tutte grandi amiche! Pensai ironica.
Immaginavo la strage di cuori che aveva già fatto.
Non appena si fu seduto, abbassai
lo sguardo sul quaderno e mi coprii il volto con i capelli. Mi faceva sentire a
disagio la sua presenza.
- Ciao. Tu sei? – mi chiese.
Aveva una voce bassa e piacevole.
Mi girai. Notai che aveva gli
occhi grigio verdi, magnetici. – Sono Melanie, chiamami Mel. – risposi veloce.
Ritornai a fissare il quaderno,
mentre scarabocchiavo distrattamente sulla pagina. Lo vidi tirare fuori un
quaderno dalla borsa e seguire la lezione. Fine dei nostri contatti.
Nono mese.
Come mi è stato ordinato, oggi ci siamo
incontrati per la prima volta. Tutto era già stato pianificato.
Per una volta, però, non sono affatto dispiaciuto
di averla vista. Non immaginavo che fosse una ragazza così bella. Si sono
tessute così tante storie sul fatto che Lei fosse diversa da Lui, ma io non
immaginavo che lo fosse così tanto.
Pelle chiara, capelli ramati e occhi castani, il
ritratto di una dea greca. E profumava di umana. Ha avuto scelta! Lei ha avuto
scelta!
Però il suo modo di comportarsi mi è sembrato
strano. Sembrava quasi a disagio in mia presenza. Strano, con le ragazze della
mia Famiglia sono sempre stato in grado di intrecciare buoni rapporti. Chissà,
forse con l’altra Famiglia non è così. Non importa, riuscirò a farmi apprezzare
da Lei, costi quel che costi.
Il problema è che non ne conosco le conseguenze
se lo farò.
S.A.