La gente che camminava su o giù per le scale sembrava tutta uguale, ugualmente impegnata a parlare del più e del meno camminando a destra e a manca non curandosi di nulla.

E fu proprio lì che lo incontrai. Lo avrei riconosciuto fra mille, con quel suo viso sereno e quel sorriso stampato sulle labbra.

Incrociai il suo sguardo anche cercando di scampargli in ogni modo. Occhi profondi color cristallo, sempre più luminosi e lucidi. Ed eccolo là, il suo solito occhiolino a significare non so cosa ma era il suo modo per salutarmi, anche se avrei certamente desiderato qualcos’altro, ma erano solo illusioni …

Mi venne proprio spontaneo un ‘ciao’ contraccambiato dal suo più frettoloso per riprendere la frase lasciata a metà con una sua compagna di classe.

E continuai a scendere le scale sempre di più con un sorriso che si dipingeva sul mio volto candido semicoperto dai miei ciuffi di capelli cobalto.

E così la mia felicità restò quell’attimo nel mio cuore.