Dedicata
a tutte le mosche verdi per il nostro Green Day
Azzurri
Era quasi sera, la fioca luce del tramonto illuminava a malapena la
stanza, quando bastava a Shiho per leggere, seppur con
difficoltà gli strani segni cui doveva decifrare. Se ne
stava lì, composta sulla sedia con lo sguardo puntato sulla
pergamena, i capelli rossi le ricadevano leggeri sulle spalle.
La luce, stava a poco a poco svanendo, così la giovane
ragazza decise di accendere la piccola lampada posata sulla scrivania.
Premette l'interruttore con le dita e tornò a concentrarsi
sul foglio.
Si afferrò il mento con una mano, in fase di ragionamento,
con l'altra si aggiustò gli occhiali delicatamente.
Più si concentrava e meno le riusciva il suo lavoro quel
giorno, non era del tutto sicura del perché, anche se un
piccolo dubbio lo aveva.
Presto, nella sua mente si focalizzò l'immagine di
Shikamaru, era da un po' di tempo che quel volto le tormentava il
cervello, insinuandosi nei suoi pensieri. Vedeva lui, con quel suo
sguardo perennemente impassibile.
Sospirò, cambiando posizione, appoggiandosi con i gomiti sul
tavolo di legno. Distolse lo sguardo dal foglio, aveva bisogno di una
pausa, decisamente. Si tolse gli occhiali e cominciò a
pulirli con un panno, forse quell'azione avrebbe impiegato per qualche
secondo il suo cervello, eliminando ogni pensiero. Ovviamente quel
gesto non durò a lungo.
Era da un po' di tempo che Shiho aveva capito che la sua non era
semplice attrazione, precisamente da quando lo aveva conosciuto di
persona, da quando lui aveva fatto il suo ingresso nella sala di
decriptazione settimane prima.
Già lo conosceva per fama, perché già
da quando era solo un bambino era conosciuto per la sua intelligenza
smisurata, oltre che per il clan a cui apparteneva, oltre che essere
figlio di uno degli esponenti del team fra i più conosciuti,
formato da suo padre Shikaku, Inoichi Yamanaka e Choza Akimichi: il
team ShikaInoCho. Anche per la sua pigrizia, c'era da dirlo.
Lei, lo aveva sempre ammirato. Le poche volte che le capitava di vivere
cinque minuti di vita sociale, facendo brevi passeggiate per il
villaggio, lo cercava, lo seguiva da lontano con lo sguardo, arrossendo
ogni qual volta succedeva che lui guardasse dalla sua parte. Lo aveva
sempre considerato un ragazzo carino, però era la sua
intelligenza che l'aveva attratta. Per lei in fondo, la bellezza non
contava, c'era ben di più oltre a quella, lo dimostrava il
suo aspetto. Non le serviva un fisico da modella, una pettinatura
sempre perfetta o delle unghie sempre perfette e smaltate, tutto
ciò di cui aveva bisogno era un cervello funzionante e
sveglio.
Dopotutto, ciò che davvero le interessava era svolgere il
suo lavoro, rendersi utile per Konoha. Non le importava la
popolarità, lei se ne stava chiusa anche ventiquattro ore al
giorno pur di aiutare il villaggio e davvero non le importava del resto.
Stessa cosa valeva per Shikamaru, le bastava guardarlo da lontano per
sentirsi bene. Però, c'era un però... da quando
avevano cominciato a lavorare insieme, il suo lavoro era passato in
secondo piano, senza che lei lo volesse.
Era tutto così nuovo per lei, non le era mai capitato di
distrarsi, soprattutto così tanto spesso. Codici che avrebbe
decifrato in neanche un'ora, negli ultimi tempi ci impiegava il doppio.
Sospirò, inclinando la testa di lato per vedere l'ora
riportata nel grande orologio appeso alla parete. Era di un verde
oliva, guarda caso la sua mente vagò, collegandolo al colore
del gilet di Nara. Si premette le mani sulle tempie, stanca.
Il lavoro, sommato alla pesantezza dei pensieri che le riempivano la
mente, le avevano causato un gran mal di testa. Pensò che
forse era il caso di concedersi un breve riposo, ma
accantonò subito l'idea dato che non era riuscita a
concludere ancora niente.
Per la prima volta provò rabbia verso quei codici,
solitamente considerati come suoi amici che le tenevano compagnia per
gran parte della giornata, ma quella sera no, avrebbe voluto prendere
il foglio di pergamena e strapparlo con tutte le sue forze.
Non nascose a se stessa, che aveva deciso di restare nello studio per
il semplice fatto che sperava di scorgere Shikamaru sull'uscio, pronto
a darle una mano. Una volta le aveva detto che se aveva bisogno di una
mano, lui l'avrebbe aiutata con la decifrazione.
"Perché due menti come le nostre sono meglio di una." quella
frase riecheggiò nella sua mente, come se lui l'avesse
pronunciata in quel momento. Inconsciamente, forse, le aveva fatto un
grande complimento. Sapere che lui pensava fosse intelligente, era
già una gran cosa per lei. Ogni volta che ci pensava le
veniva da sorridere, ma non quella volta.
Lui non era lì, quella sera non era venuto. Si era illusa,
si era sempre illusa di un po' di compagnia, probabilmente per lui
aiutarla era un passatempo e quella sera aveva altro da fare e lei,
come una sciocca continuava a sperare che lui varcasse quella soglia,
che istintivamente guardava ogni due minuti.
"Rassegnati, non verrà. È ora che tu finisca di
decifrare questi codici." esclamò, sperando che dicendolo ad
alta voce sarebbe riuscita a toglierselo dalla mente. Purtroppo non
funzionò, perché puntualmente i suoi occhi si
spostarono sulla porta. Niente.
Per l'ennesima volta sospirò, più rumorosamente
del solito però. Questa situazione la infastidiva, possibile
che quel ragazzo le impediva di svolgere i suoi compiti? Ovvio, non
aveva nessuna colpa lui, nemmeno sapeva di essere la causa del suo
perenne fastidio allo stomaco, in ogni caso un minimo voleva
incolparlo. Doveva pur prendersela mentalmente con qualcuno.
Decise di rimettersi a lavoro, stava perdendo tempo. Prima di iniziare,
strinse tra le dita il manico della brocca poggiata sulla scrivania e
si versò un po' d'acqua nel bicchiere, risanando la gola
secca fino a pochi istanti prima.
Si aggiustò gli occhiali sul naso e fissò il
foglio, adesso suo nemico per la prima volta. In tutta la giornata era
riuscita a tradurne solamente la metà, perciò si
mise di buona lena e mordicchiandosi le labbra cominciò a
pensare a cosa potessero significare quei segni.
Sembrava aver funzionato, l'acqua l'aveva un po' rinvigorita, era
riuscita a decifrare un'altra riga di quei simboli contorti, ne fu
felice. Finalmente aveva riacquistato la sua solita concentrazione.
Sorridendo, si portò la matita alle labbra e ne
mordicchiò la cima in legno, osservando ancora l'inchiostro.
Non guardava la porta da ormai trenta minuti, era un record.
Proprio mentre pensava a questo, sentì uno scatto seguito da
un lieve cigolio, che la fece scattare dalla sua posizione come una
molla, direzionando lo sguardo sull'uscio che si era appena aperto.
Improvvisamente la sua gola tornò arida. Lui era
lì, in piedi che la fissava incredulo. Sapeva che l'avrebbe
trovata lì, ma erano le occhiaie che si intravedevano da
sotto le lenti degli occhiali che lo sorpresero. Da quanto tempo non
dormiva?
"S-Shikamaru-san! C-Come mai sei qui? M-Mi hai spaventata, non mi
aspettavo visite!" disse tutto d'un fiato, ignorando il calore che
cresceva sulle sue guance. Era vero, non se lo aspettava, era tardi.
"Scusami, avevo da fare un paio di cose, per questo ho fatto tardi."
disse seccato. Non a causa sua certamente, ma per il fatto che era
stato trattenuto a lungo da sua madre.
"N-Non preoccuparti, non sei obbligato a venire... davvero."
esclamò di rimando, abbassando lo sguardo conscia del tono
impacciato che le era uscito. Lui le si avvicinò senza dire
nulla, parlò solo dopo aver afferrato una sedia dall'angolo
della stanza ed essersi seduto al suo fianco.
La sua vicinanza le provocò un irritante battito accelerato,
sperò con tutta se stessa che quel rumore non si sentisse,
perché il cuore le batteva furiosamente nel petto. Si morse
le labbra, cercando di ritrovare la calma interiore, con scarsi
risultati purtroppo.
"Beh, te l'avevo promesso no?" lei stette in silenzio, non sapeva cosa
dire e preferì così, probabilmente avrebbe
balbettato cose senza senso. Non ce ne fu comunque bisogno,
perché fu lui a interrompere nuovamente quel silenzio
"Sarò anche svogliato, lo ammetto. In ogni caso, la pigrizia
non funziona sulle promesse." quella frase rese Shiho improvvisamente
serena, per un attimo aveva dimenticato l'immensa agitazione che si era
stagliata dentro di sé. Non percepiva più
né il mal di testa, né il fastidio allo stomaco.
Alzò con decisione lo sguardo e annuì, poi gli
porse la pergamena in modo che lui la esaminasse, con la speranza che
almeno lui riuscisse a decifrare qualcosa, dato che lei era ormai k.o.
da quando lui era entrato. Ormai non sarebbe più riuscita a
rendersi utile.
Shikamaru afferrò il foglio, sfiorandole le dita, senza
accorgersi del sussulto della ragazza, né delle sue guance
che si erano pericolosamente imporporate. Shiho si voltò
verso la finestra, improvvisamente interessata a ciò che
c'era fuori nonostante non si vedesse niente per via
dell'oscurità.
"Mmm... è strano..." disse pensieroso il ninja osservando i
simboli e la rossa si voltò verso di lui.
"S-Sei riuscito a decifrarli?" lui annui, sempre mantenendo
l'espressione assorta, continuando imperterrito a esaminare il foglio
che teneva fra le mani, poi, si voltò verso di lei perplesso.
"Sì, ma non mi riferivo ai codici. Tu sei strana." Shiho
avvampò improvvisamente, che stesse sospettando qualcosa?
Prese un profondo respiro e si fece coraggio.
"P-Perché?" non era riuscita a mantenere il tono distaccato
che sperava di ottenere.
"Di solito questi codici sono uno scherzo per te, dico bene?" non
poté far altro che annuire, cercando di nascondere
l'imbarazzo che quello strano discorso aveva generato. Non
trovò nulla con cui ribattere, stette solamente in silenzio,
facendo finta di concentrarsi sul foglio che lui aveva appoggiato sulla
scrivania. Non stava guardando i simboli, in realtà non
stava guardando nulla, davanti a sé aveva il vuoto.
"Secondo me sei solo molto stanca. Da quanto tempo non dormi?" il tono
di lui era fermo, ma celava una lieve preoccupazione. Si era reso conto
che quella ragazza si stava ammazzando di lavoro. Va bene fare del bene
al villaggio, ma non riducendosi ad uno straccio, anche lei meritava di
riposare.
"B-Beh... ieri ho fatto molto tardi, dovevo finire una decriptazione e
oggi ho cominciato questa, ma non sono affatto stanca." si lo era, ma
non era quello a renderla così. Si sentì
sollevata però lui non si era minimamente accorto di nulla.
"Secondo me dovresti dormire un po', le tue occhiaie si commentano da
sole." carino da parte sua preoccuparsi, ma ogni tanto un po' di tatto
non guastava. L'aveva ferita inconsapevolmente. Quelle occhiaie le
aveva perché da tempo la sua mente era sovraccaricata ed era
lui il principio di quella stanchezza, perché anche se
avesse dormito quel tanto che bastava, non riusciva a riposarsi per via
dei pensieri.
"F-Forse, sì." nell'atto di abbassare il capo per
nascondersi dalla sua vista, gli occhiali le scivolarono sul naso
togliendo quella barriera che c'era tra le lenti e i suoi occhi.
"Azzurri." disse lui in un sussurro, lei lo guardò confusa.
Cosa era azzurro? "Avrei giurato fossero verdi..." aggiunse
contemplando le iridi della ragazza, che non aveva ancora compreso a
cosa si riferisse.
"T-Ti stai riferendo al codice? Azzurri... ha a che fare con l'acqua?
P-Potrebbe essere un codice del villaggio della pioggia o..." venne
interrotta dalle parole di Shikamaru.
"I tuoi occhi... sono azzurri." esclamò infine, senza
togliere lo sguardo dal suo. Lei restò per un attimo
immobile, come per realizzare ciò che lo shinobi aveva
appena detto. Si portò velocemente una mano sul volto,
cercando di rimettere le lenti al loro posto per nasconderle gli occhi,
ma lui la fermò, ponendo una mano sopra la sua. La
sentì tremare leggermente a quel contatto, poi
abbassò lo sguardo e notò che anche le labbra
erano scosse da un tremito.
Allontanò la mano dalla sua, portandola successivamente
sulla stanghetta di ferro della montatura, sfilandoli delicatamente,
senza che la mano di Shiho opponesse resistenza. Per la prima volta
Shikamaru poté vedere i suoi occhi, senza la barriera che da
quando l'aveva incontrata le copriva il volto.
"Perché non li togli mai?" chiese, forse più a se
stesso che a lei. La rossa, si affrettò a volgere lo sguardo
da un' altra parte, si sentiva scoperta senza le sue lenti, adesso
sarebbe stato facile per lui capire le sue emozione e lei non voleva.
Non voleva una delusione, sarebbe stato troppo.
Shikamaru la fece voltare nuovamente verso di lui, con l'aiuto della
mano poggiata sulla calda guancia di lei, incantato dalla bellezza
nascosta della giovane kunoichi. Era davvero bella, ammise che non
aveva mai pensato potesse essere così affascinante.
Ci fu un lungo silenzio tra i due, accompagnato solo dal ticchettio
fastidioso dell'orologio verde a muro. Nessuno dei due osava parlare,
lei perché troppo imbarazzata, lui perché rapito
da quella visione.
Era la prima volta che una donna gli faceva quell'effetto, forse
perché lei era diversa da tutte le altre, non curava
l'aspetto ma quella era una delle sue caratteristiche più
belle, la rendeva unica e non frivola come tutte le altre ragazze del
villaggio. Non le importava nient'altro che del suo lavoro e questo la
rendeva uno scalino sopra tutte. Si rese conto in quel momento, che
desiderava testare la morbidezza della sue labbra, che aveva osservato
poco prima.
E lo fece. Shikamaru la baciò. Un bacio caldo, veloce ma
allo stesso tempo significativo.
Shiho non riusciva a credere a quello che era appena accaduto, com'era
possibile che lei -semplice ragazza per niente attraente a suo parere-
fosse riuscita ad ottenere ciò che da un po' di tempo
desiderava? Com'era possibile che lui l'avesse le avesse accarezzato le
labbra con le sue?
Si sentiva impotente sotto il suo sguardo, la faceva impazzire,
credette di non respirare da qualche minuto dopo che lui l'aveva colta
del tutto alla sprovvista. Ripensava al bacio, alla sensazione di
calore che aveva provato, allo stomaco che aveva cominciato a
contorcersi e infine, senza rendersene contò
appoggiò la testa contro la sua spalla. Stava
così bene che le sembrava quasi un sogno, voleva restare
così per sempre.
Shikamaru le circondò la vita con un braccio, lasciando che
la ragazza si abbandonasse del tutto a quel contatto, lasciando che si
addormentasse sulla sua spalla. Infatti, la stanchezza la colse
all'improvviso e per una volta Shiho dormì senza alcun
pensiero.
Il ninja stette a sorvegliarla tutta la notte, incapace di spostarsi o
di svegliarla per avvertirla che forse avrebbe dormito meglio nel suo
letto. Non lo fece, perché anche lui stava bene
così, con la consapevolezza di avere un dolce angelo
assopito accanto a sé.
Note
dell'autrice:
Ebbene, l'ho scritta. Sono molto contenta di questo lavoro,
perchè scritto appositamente per il "Green Day"
il nostro giorno verde, dedicato completamente allo ShikaShiho.
Come scritto all'inizio è dediacata a tutte le Mosche Verdi,
ma soprattutto a quelle che conosco, quelle dello "ShikaShiho Fan
Forum" alla quale mi sono affezionata. Perciò lo dedico
soprattutto a questo piccolo gruppo di Mosche Verdi, confidando che in
futuro (ma anche ora se volete) vi iscriviate numerose care Mosche
Verdi, augurandomi che questo gruppo si allarghi sempre più!
Il titolo è provvisorio, non mi piace molto, troppo banale!
XD
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