Termosifoni: Vol.1

di Spiderwick
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Un uomo in camice bianco correva per le sale grigie del bunker sotterraneo. Una pila di fogli bianchi veniva trattenuta sotto la braccio destro mentre l'uomo girava un angolo, sbattendo contro due donne vestite alla stessa maniera. Scusate! disse, senza voltarsi. La sua corsa si interruppe dopo un altro mezzo minuto, davanti ad una porta a vetri automatica. Perdonate il ritardo, signori... disse, con il fiatone. Aspettavamo tutti lei, dottore. mormorò un uomo dalla mascella pronunciata e dall'uniforme verde. E' pronto? Vorremmo sentire qualcosa riguardo il suo progetto. aggiunse l'ufficiale, intrecciando le dita delle mani poggiate sull'ampio tavolo rotondo, circondato da diverse figure silenziose. S-sì... borbottò lo scienziato, lasciando tutti i fogli e i grafici sul tavolo. Dunque...la formula è pronta e sappiamo anche come rilasciarla ma...non sapevamo ancora su chi testarla fino a qualche ora fa. spiegò il dottore, suscitando diversi borbottii sommessi da parte di tutti i partecipanti. Mi pare di capire che avete trovato dei soggetti adatti. Bene. Chi sono? tagliò corto l'ufficiale, fissando negli occhi il dottore che, teso, deglutì. Beh, ecco...si tratterebbe di un gruppo di ragazzi non troppo in vista ma abbastanza famosi nel loro piccolo. Lavorano su YouTube e si fanno chiamare...ehm...i Termosifoni. Possiamo monitorarli facilmente e il primo dal quale vorremmo partire è...

LYEZAR
 
Corri, corri...tanto ti becchiamo! disse un ragazzo alto, sui vent'anni, e con la faccia che ricordava vagamente quella di una scimmia. Ragliò poi qualche insulto che strappò diverse risate ai suoi scagnozzi - tre brutti teppisti - cominciando a correre verso il ragazzo con gli occhiali, noto sul web come 'Lyezar'. Quest'ultimo, in preda al panico, stava scappando dal gruppo di tamarri milanesi che un minuto prima aveva cercato di aggredirlo con l'intenzione di sottrargli portafogli, cellulare e laptop chiuso in uno zaino nero. Porca... mormorò Lyezar con il fiatone, infilandosi in un sottopassaggio poco illuminato. Bravo, Simone...complimenti... si disse, poggiando una mano contro il muro del sottopassaggio mentre rallentava la sua fuga. Anni di horror e survival non ti hanno insegnato che è meglio non infilarsi in un buco come ques- non fece in tempo a finire che un pugno gli colpì la nuca, atterrandolo immediatamente. Lo scimmione lo guardava dall'alto con un sorriso ebete, accompagnato da un calcio che colpì Lyezar allo stomaco. Mi hai fatto sudare. disse il delinquente, piegandosi sulle ginocchia. Ora mi prendo tutto e ti taglio quel naso rosso... minacciò, estraendo un coltello a scatto dalla tasca dei pantaloni. Prima che potesse fare altro, però, una strana nebbia simile ad un gas pervase il sottopassaggio e si infilò nelle narici di Lyezar. Ma che ca- disse il rapinatore, ma la sua frase fu brutalmente interrotta da un colpo alla gola preciso e veloce. Un altro colpo lo raggiunse invece ai testicoli, facendolo accasciare a terra. Lyezar si alzò, tremante, guardandosi le mani che un secondo prima avevano atterrato l'aggressore senza che lui neanche se ne accorgesse. Gli occhi della vittima, diventata carnefice, si abbassarono lentamente sulla figura distesa sotto i suoi piedi e notò, con grande orrore, che lo scimmione stava emettendo un ultimo rantolo disperato alla ricerca di aria che non arrivava. Oh no... mormorò Lyezar, conscio di cosa aveva fatto. La vita dello scimmione si spense subito dopo e Lyezar, in preda al panico, si voltò e corse più veloce che poteva nella speranza di lasciarsi quell'incubo alle spalle.




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