Eternità.

di Lady Atena
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Tony tese la mano sul petto di Thor, sentendo il petto caldo sotto il suo palmo alzarsi e abbassarsi lentamente. Si sollevò seduto sul letto, lasciando scivolare le coperte dal corpo nudo, e si sporse verso il comodino. Vi passò la mano aprendo uno schermo olografico, lanciò un'occhiata a Thor. Thor lo guardò, strinse le labbra e si sollevò seduto.
“Il tuo sonno era stato turbato?” chiese
Tony sospirò, si passò la mano tra i capelli scarmigliati deglutendo e annuì.
“Ne approfittavo per rimettermi in pari con il lavoro. Torna a dormire”.
Thor gli mise una mano sulla spalla chinando il capo, le ciocche bionde arricciate gli coprirono le guance e socchiuse gli occhi azzurro scuro.
“Il mio compito è tutelarti. Perfino da ciò che non posso combattere”.
Tony roteò gli occhi, gli diede qualche pacca sul braccio muscoloso e si tirò su poggiando le spalle contro lo schienale del letto.
“So che prendi molto sul serio la storia di essere il mio compagno, ma sono in grado di difendermi”.
Thor sospirò, lo lasciò andare e incrociò le braccia al petto muscoloso e abbronzato corrucciando le labbra.
“Non voglio insultare la tua forza, perché invero sei uno dei più validi guerrieri che conosca”, disse, “ma vi sono cose da cui i muscoli non possono proteggerci”.
Tony assottigliò le labbra, piegò il capo di lato socchiudendo gli occhi; il riflesso dello schermo olografico li faceva brillare di azzurro e verde.
“Tipo tuo fratello, insomma”.
Thor lo guardò, indurì lo sguardo sciogliendo le braccia e le poggiò sul letto facendo affondare il materasso.
“O gli incubi di cui non mi parli”.
Tony sospirò, gli poggiò il capo sulla spalla e chiuse gli occhi espirando ed inspirando profondamente.
“Lo so. Sono una frana, come compagno da tutelare”.
Thor gli cinse le spalle avvicinandolo a sé, gli poggiò le labbra sul capo baciandogli i capelli castani ed espirò.
“Farsi proteggere ed essere deboli sono differenti, uomo di metallo”.
Tony annuì, gli strinse il braccio deglutendo.
“Lo so”, mormorò, “dammi tempo”.
Thor lo strinse maggiormente, annuì tenendogli il mento sul capo.
“Ho tutta l'eternità”.




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