REMEMBER ME
REMEMBER ME
*
Nuova generazione
*
Bulma rivolse
istintivamente lo sguardo verso la nube di fumo che si era creata al suo fianco.
L’esplosione aveva disintegrato parte della parete e le macerie seppellivano il
corpo di un bambino. “Goku!” urlò senza troppo pensare, avvicinandosi ai
detriti.
Dalla coltre di fumo, però,
non comparve il suo nuovo amichetto dai capelli spinosi e dalla coda scimmiesca,
bensì si materializzò un ragazzino di un paio d’anni più piccolo dagli occhi
azzurri.
Trunks si alzò in piedi,
spolverandosi i vestiti come se nulla fosse accaduto. Alla madre rivolse uno
sguardo fugace, quel che bastava per accorgersi dello stupore nei suoi occhi
quando si trovò di fronte ad una persona differente da quella che credeva.
Successivamente le sue pupille color del cielo si posarono sul padre, che ancora
reggeva il braccio davanti a sé. Restò a scrutarlo più a lungo, osservando il
palmo della sua mano con un’espressione pensierosa in volto.
Vegeta, infine, osservò
quello che, inconsapevolmente, era suo figlio. Mentre sul suo volto si dipinse
una strana espressione dovuta, senz’ombra di dubbio, al trovarsi spaesato in
quel luogo che vedeva per la prima volta. Almeno così credeva.
Il piccolo Saiyan si
massaggiò una spalla, decisamente in ottima forma per essere appena stato
colpito in pieno dalla sfera di ki lanciatagli dal padre. “Sai fare di meglio”
mormorò a bassa voce, in quello che parve più un farfuglio sconnesso ed
insensato a chi lo stava ascoltando.
“Mi dispiace per il muro”
si scusò in seguito, volgendo la sua attenzione alla madre che, dopo aver
incrociato gli occhi con quello che le era parso un piccolo sconosciuto, restò
immobile. “Parli con me?” si additò la donna senza comprendere le parole del
bambino. Trunks si limitò ad annuire, senza scostare gli occhi dal padre.
Solo in quel momento,
Bulma, pensò di seguire lo sguardo del bambino fino ad incrociare gli occhi
tenebrosi di un secondo sconosciuto. “Wow! Chi è quel fusto!” esclamò
improvvisamente, suscitando nel figlio uno sguardo sgomento.
Il piccolo Trunks la guardò
stupefatto dall’atteggiamento superficiale di sua madre. Aveva già intuito che
il tempo era ulteriormente regredito, l’aura del padre ne era la prova, ma non
pensava che fosse arrivato a questo punto.
Bulma si avvicinò all’uomo,
assumendo un comportamento fin troppo frivolo. Con le mani appoggiate alle gotte
leggermente arrossate osservò il Saiyan con occhi svenevoli. “Ciao bel fusto,
come ti chiami?” gli domandò intrepida.
Trunks non poté fare a meno
di coprirsi il volto con una mano, colto da un momento di chiaro imbarazzo.
“C… che diavolo vuoi tu?
Stammi alla larga!” sbottò Vegeta, cercando di allontanarsi in un gesto
istintivo. Tuttavia la giovane non sembrò demordere, avvicinandosi
ulteriormente a lui nel tentativo di guardarlo negli occhi, “Suuu, non essere
timido. Io mi chiamo Bulma, e tu?” continuò, mettendo chiaramente a disagio un
impreparato Principe dei Saiyan.
Vegeta compì un passo
indietro cercando di distanziarsi il più possibile, senza riuscirci, data
l’insistenza della donna. La simpatica, o sconcertante, messinscena continuò
per qualche secondo ancora, prima che il guerriero decidesse di mettere fine
alle sue sofferenze. Estese un braccio in direzione della sua attuale tortura
generando l’ennesima ki blast, “Stai lontana se non vuoi morire” la minacciò.
Nella mente di Bulma non
era passato molto tempo da quando aveva visto, per la prima volta, una
Kamehameha. Comprendendo immediatamente di trovarsi in pericolo, fu lei a fare
allarmata un passo in dietro. Alzò le mani in segno di resa, “E… eh, stai calmo”
cercò di tranquillizzarlo.
Il tentativo si rilevò un
insuccesso, poiché Vegeta lanciò ugualmente la sfera di energia. Fortuna che la
prontezza di riflessi del bimbo servì a salvare la situazione.
Con un balzò, il piccolo
Trunks, saltò in direzione della madre, impegnandosi successivamente a fermare
col proprio corpo il ki appena scagliato.
Bulma perse l’equilibrio,
spintonata in avanti, cadendo in direzione di Vegeta. Quel che accadde in quel
breve istante divenne confusionario a causa dell’ennesimo polverone che si
sollevò. I secondi di silenzio che seguirono parvero quasi infiniti.
“Argh! Bulma, levati! Non
sei una piuma!” brontolò la voce del Saiyan provenire da dietro il divano. “Come
sarebbe! Stai dicendo che sono grassa?!” si lamentò invece la voce di lei. Bulma
sollevò il busto, riscoprendosi a cavalcioni sul compagno, attualmente sdraiato
al suolo. Le sue mani si poggiarono impietosamente ai fianchi, in maniera
decisamente scocciata ed offesa.
Vegeta ringhiò infastidito.
“Spostati ho detto!” ribadì l’ordine incrociando le braccia, scrutando la
consorte con il suo immancabile broncio. Un colpo di tosse distrasse i coniugi
dal buffo litigio. I due voltarono la loro attenzione verso il giovane Trunks,
che un po’ impacciato sembrò voler ricordare ai genitori la sua umile presenza.
Bulma scrutò con attenzione
il bambino per qualche secondo, rendendosi conto pochi istanti più tardi di
essere in una posizione piuttosto scomoda e ambigua. Con uno scatto si sollevò
dal suolo, nel tentativo di darsi un contegno. “Oh, ehm… ciao tesoro” farfugliò
guardandosi attorno, riscoprendo lentamente la situazione del salotto. Pochi
istanti più tardi anche Vegeta tornò a rialzarsi. Si spolverò i vestiti con una
mano, prima di intersecare rigorosamente le braccia.
“AH! Ma che diavolo è
successo qui!” sbraitò la donna. Trunks aprì la bocca nel tentativo di spiegare
la situazione, ma l’anziano Dottor Brief fece il suo ingresso. “Ehi, Trunks, ci
sono riuscito!” annunciò, sventolando il pezzo appena sottratto alla camera
gravitazionale.
*
Il Dottor Brief restò a
fissare affascinato le mani della figlia, che con estrema velocità e precisione
scostavano fili e sistemavano meccanismi con una maestria che era da pochi. Per
meglio dire era di una persona sola, e quella era Bulma Brief. Per quanto lui
stesso fosse ritenuto un genio si doveva sempre prostrare di fronte alle abilità
innate della sua erede.
Aveva impiegato diversi
minuti prima di riuscire a comprendere il guasto e a riparare i danni. Bulma, al
contrario, stava eseguendo la medesima operazione in pochi minuti e con una
facilità impressionante.
“Ecco fatto” annunciò la
donna, asciugandosi il sudore della fronte con la manica della sua tunica da
lavoro. Bulma osservò la centralina con soddisfazione, conscia di aver operato
in maniera pressoché perfetta. “Ora non dovrebbe più aver problemi” concluse
alzandosi, senza distogliere lo sguardo dal meccanismo. “Le mie congratulazioni
cara, sei stata davvero in gamba” si complimentò l’anziano scienziato.
Di norma, a queste
affermazioni, Bulma rispondeva con qualche elogio egocentrico alla sua persona,
in questo caso non disse nulla, si limitò ad incrociare le braccia con aria
pensierosa. L’anormale comportamento non poté far altro che incuriosire il
vecchietto, che reclinò il capo da un lato in cerca di una spiegazione. “Tutto
bene?” le domandò successivamente, non ritenendosi in grado di leggere i
pensieri dalla sola espressione della donna. La scienziata mugugnò qualcosa
sommessamente, infine sbuffò. “Non capisco come sia potuta accadere una cosa del
genere” si rimproverò, in un comportamento che generalmente non le apparteneva.
L’anziano alzò le spalle con noncuranza, “Sono cose che capitano figliola”
minimizzò come suo solito. Il silenzio di Bulma risultò una risposta negativa,
per nulla convinta della spiegazione. Queste cose a lei non accadevano.
“C’è una cosa che non
capisco” s’intromise il piccolo Saiyan, costringendo i due scienziati a
voltarsi, allo scopo di incontrare i suoi occhi color del cielo. Il bambino
incrociò le braccia con aria pensierosa, “Perché solo tu e papà siete tornati in
dietro nel tempo?” domandò curioso il genietto di casa. La madre si appoggiò una
mano al mento, i suoi occhi si fissarono sul soffitto in uno stato di strano
trance, assumendo l’espressione che indicava l’uso a pieno regime del suo
cervello.
“Credo…” esordì dopo
qualche secondo, “… che quando il meccanismo della macchina del tempo è entrato
in funzione ha avuto effetto solo alle persone che erano a casa in quel momento.
Ovvero solo io e tuo padre” spiegò, volgendo lo sguardo al pezzo di metallo che
aveva creato tanti problemi.
“Trunks!” lo richiamò la
voce paterna, che sopraggiunse in quel momento. Vegeta apparve agli occhi di
tutti con indosso la sua giacca e con un abbigliamento che indicava il chiaro
intento di uscire. Mise le mani in tasca e fissò il figlio senza troppa
severità, “Se non ti muovi me ne vado senza di te” brontolò. Trunks lo scrutò
con aria disorientata per alcuni secondi, poi l’illuminazione. “Ah! Le giostre!”
esclamò all’improvviso. Senza dare il tempo agli altri di ricordargli il suo
improrogabile impegno, il piccolo Saiyan, si precipitò verso la propria stanza.
“Arrivo subito papà!” urlò prima di sparire.
Bulma sorrise, volgendo lo
sguardo verso il compagno, che tuttavia si premurò di non incrociare i suoi
occhi. Vegeta si produsse in un impercettibile “Tsk”, volgendo altrove la sua
attenzione e cominciando ad avviarsi verso l’ingresso.
“Yawn! Sono stanchissimo,
credo che andrò a riposare” proclamò l’anziano Dottor Brief, stiracchiandosi. La
figlia lo guardò per un solo istante, poggiandosi pericolosamente le mani ai
fianchi, “Dove pensi di andare tu?” lo richiamò rigorosa. L’uomo le rivolse uno
sguardo confuso, farfugliando un’innocente, “Cosa c’è?”.
Bulma incrociò le braccia
in un atteggiamento austero, “Te lo sei dimenticato? Io e te abbiamo un lavoro
importante da finire” gli ricordò inflessibile. Il genitore chinò mestamente il
capo in avanti, producendo uno strano lamento. Tuttavia, dentro di sé, pensò che
il futuro della sua azienda era in buone mani, almeno per un paio di
generazioni.
*
Vegeta si allontanò
dall’uscio della posta d’ingresso appena vide il figlio corrergli incontro. Un
piccolo sorriso sul volto del giovane Saiyan lasciò chiaramente intendere
l’evidente felicità nel trascorrere un paio d’ore con il padre anche fuori dalla
camera gravitazionale.
“Eccomi, sono pronto” si
presentò fermandosi ad un passo dal severo genitore, che si limitò a fissarlo in
silenzio per pochi secondi. Il Principe, infine, si allontanò dalla parete,
seguito a pochi passi dal bambino. Trunks osservò le spalle del padre per pochi
istanti e sorrise tra sé. Aveva buone probabilità di diventare in gamba come il
suo eroe, un giorno.
*
FINE
*
*
Come qualcuno di voi ha già
capito o intuito, la storia si basa quasi unicamente sulle date di determinati
eventi prelevati dalla Timeline di Dragon Ball.
Per chiunque non fosse
riuscito a seguire gli eventi della mia storia vi riporto una piccola tabella
che, spero, vi aiuterà:
*
776: Dal 16 al 18
aprile. Data di svolgimento di questa storia.
774: Dal 9 aprile al 7
maggio i guerrieri si allenano in vista del Torneo Tenkaichi (Saga di Majin-Bu)
765: E’ l’anno
successivo alla prima comparsa di Mirai Trunks.
762: Il 3 novembre
Vegeta e Nappa arrivano sulla Terra.
750: Pochi giorni prima
del 21° Torneo Tenkaichi (il primo a cui partecipano).
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giusiemo291: Spero che
qualunque dubbio sia stato dissipato con questo capitolo conclusivo. Incluso il
motivo per la quale solo loro due subivano la regressione.
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ka93: Come puoi vedere alla
fine sono riusciti ad arginare il problema, nonostante tutto.
*
tety: Per rispondere alla
tua curiosità, nell’ultimo capitolo Bulma e Vegeta avevano, mentalmente, sedici
anni lei e diciassette lui. Spero di averti risparmiato un sacco di calcoli.
*
lilac: Come al solito
riesci a leggere tra le righe, andando oltre ^_*. Il fatto che Trunks fosse più
preoccupato della follia generale che della pericolosità del padre non era
casuale. Il pianeta Terra intanto, è scampato al pericolo senza nemmeno saperlo.
*
kamy: Vegeta qualche danno
doveva pur farlo, ma alla fine è andata bene.
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scImMIA: Meglio non
eliminare il Dottor Brief, ci serve quell’uomo XD. A Trunks invece è andata
bene, non ha avuto bisogno di prendere a randellate nessuno per risolvere la
situazione. Parlando della spavalderia di Bulma direi che ha i suoi “livelli”,
anche se alla fine prevale sempre il suo caratterino ^_*. I coniugi Brief invece
hanno un modo tutto loro di affrontare le cose. Chiunque si trovano davanti la
reazione è sempre e comunque molto placida. Insomma, da genitori a figlia il
carattere cambia radicalmente, c’è da pensare che non esista una via di mezzo XD.
Detto questo, sono contenta che i personaggi siano in linea con quelli di
Toriyama, questa è una cosa che mi fa immensamente piacere. Riguardo alla tua
perplessità, ti rimando a qualche riga più su. Tutte le date non sono una mia
invenzione, a parte ovviamente quelle che riguardano la storia stessa. Comunque
sono dati facilmente reperibili su qualunque sito dedicato a Dragon Ball. Grazie
per i complimenti e grazie a te per la tua recensione, anche se mi costringi a
fare gli straordinari XD.
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