DISCLAMER: il personaggio principale della storia (ossia il
narratore) non è una mia creatura, bensì di Axia, la
mitica Den, che mi ha permesso di usufruirne per
questa piccola parentesi. La storia è uno spinn off
su L’alchimia del sangue, quinto libro de La Saga (quella con sia la L sia la S maiuscole! ) creazione di
quella mente geniale che è Kysa. [Ricordiamo
che trattandosi di fanfiction del fandom di Harry Potter, alcuni personaggi,
anche qua citati, sono di proprietà di J.K.Rowling e
di chi ne detiene i diritti e queste storie non sono a scopo di lucro.]
Per come l’ho pensata io, questa shot
andrebbe collocata temporalmente prima del cap 32 intitolato Another Day in Paradise, da qui il titolo
della mia:
ONE DAY IN PARADISE
Il mio nome è Ares D.H. Malfoy.
Ma dovrebbe essere Potter il cognome.
Sono un Phyro... strano caso.
Ma i miei occhi sono grigio ghiaccio.
Io sono ciò che non dovrebbe
essere. Che non dovrebbe esistere.
E presto sarà così.
Fra poco meno di un mese, io
non nascerò.
Lo impedirò con tutte le mie forze.
Probabilmente questi vi
sembrano i deliri di un pazzo, ma credetemi, tutto ciò ha un senso.
Ha un senso se stanotte mi
ritrovo qui, in questa casa, ad osservare dalla
finestra una Londra mai vista, o almeno non così.
Sono lontano da tutto ciò che
conosco, eppure per la prima volta mi sento a casa.
È stato strano conoscere tutta
quella gente, quando nella mia vita credevo che non sarei scampato al destino
di solitudine che mi si prospettava davanti.
Ma ho scelto un’altra strada.
Ho scelto il suicidio.
A qualcuno potrebbe non
sembrare la scelta migliore, ma io so che è la più giusta.
E poi ho ricevuto già diverse
sorprese da questo viaggio, dovrei ritenermi più che soddisfatto.
Lo sguardo mi cade sulla serra
coperta di neve nel giardino.
La serra di mia “madre”.
Lei è stata il più grande
sconvolgimento.
Ma è una gran bugiarda, almeno per come la conosco io, so di
non dovermi far ingannare.
Mia “madre”... bah, non ha mai
provato amore per me e, da che mi ricordo, neanche io per lei.
Ma vederla adesso, in questa sua natura così diversa da
quella tanto odiata... odio, sì, è questo che ho sempre provato per lei, la
donna che mi ha portato via mio padre. Un padre che stasera mi ha guardato
quasi con quello stesso sentimento... odio, quello di cui è impregnato il mondo
da cui io vengo, quello che ha quasi distrutto quel mondo, a
cui non farò mai vedere la luce.
Questo mondo, quello in cui mi
trovo ora... è il regalo più bello che potessi farmi; vale la pena aver vissuto
questo poco tempo in questo mondo, che rimanere ancora chissà per quanto, nel
mio.
Qui, oggi, ho potuto conoscere
i miei nonni. È stata una sensazione indescrivibile. Se ripenso poi
all’espressione di Draco, mio nonno materno, non può non salirmi un sorriso
spontaneo. Nonostante fisicamente somigli molto a mia madre, c’è qualcosa di
profondamente diverso in lui rispetto alla donna che mi ha messo al mondo. La
differenza risiede negli occhi, quegli occhi così
simili ai miei, occhi vivi ed espressivi, come quelli della vipera non sono mai
stati.
E invece mio nonno paterno.
Harry Potter, proprio lui. Sono riuscito a intravedere la cicatrice, anche se
ero troppo imbarazzato per soffermarmici troppo. Lui
aveva uno sguardo gentile, anche se stanco. Sembra già malato... chissà se ciò
che sto facendo riuscirà a salvarlo.
Delle campane lontane suonano
le cinque e il manto scuro del cielo inizia a schiarirsi all’orizzonte.
Il tempo passa e a me ne
rimane veramente poco per bearmi della presenza di queste persone.
Non potrò più vederle.
Ma il ricordo di tutti loro me
lo porterò con me, per colmare la solitudine e la desolazione che sono state e saranno il mio futuro...