COME UN GELATO
Robin guardava il cono al cioccolato che aveva fra le mani come se fosse un mostro a tre teste. Regina si trattenne a stento dal ridergli in faccia.
“Come funziona questa…cosa, dunque?”
Regina sorrise bonariamente e leccò il suo gelato.
“Devi solo mangiarlo Robin, come sta facendo Roland.”
Regina si girò ad indicare il bambino seduto accanto a sé. Il piccolo aveva le mani quasi totalmente ricoperte di cioccolato ed il viso sporco ed appiccicoso fino al mento.
“Beh, forse non proprio come Roland.”
Robin annuì con convinzione, regalandole un piccolo sorriso, e (non senza un pizzico di diffidenza) assaggiò il suo primo gelato. Quando sentì il gusto pastoso del cioccolato scioglierglisi sulla lingua, gli occhi gli si illuminarono per la sorpresa.
Non era affatto come si era aspettato, anzi.
Regina sorrise felice nel vedere l’espressione di Robin.
“Allora? Cosa ne pensi?”
Robin si leccò un dito e morse un pezzo di cono. Era impressionante quanto fosse veloce a mangiare quell’uomo.
“Sai Regina, questo…Come hai detto che si chiama?”
“Gelato”
“Giusto, beh, questo…gelato è come te: a prima vista è spaventoso ed ero un po’ preoccupato che volessi avvelenarmi, però una volta che si superano le prime impressioni è dolce e da dipendenza.”
A Regina per poco non cadde il cono di mano.
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