Disclaimers: i personaggi citati non appartengono a me, ma ai legittimi
proprietari.
Note: è un po’ una piccola scemenza. Nient’altro da dichiarare.
A Roberta,
mia
dolcissima sensei
con tanto di fascia biscottosa.
Un piccolo regalino del
genere era d’obbligo, perché sei sempre tanto gentile e dolce.
E perché che compleanno
sarebbe senza un po’ di nero? (ogni scusa è buona, lo ammetto).
Tantissimi auguri.
(Don’t) look at me, but kiss me!
Fuori la giornata era calda e
silenziosa. Statica, quasi, ma tutto invogliava ad uscire da quel piccolo
ufficio e gustarsi appieno l’aria primaverile.
Ormai i giorni si erano allungati
e il clima era piacevole, l’ideale era starsene sdraiato sulla sua panchina
preferita, lontano da sguardi indiscreti e obblighi noiosi, a respirare il
leggero venticello frizzante di quella stagione, mentre veniva scaldato dai
tenui raggi solari.
La primavera era ormai alle
porte, starsene chiusi in ufficio era oltremodo frustrante.
“Che hai da guardarmi così?”
Shikamaru
torno in sé, rendendosi conto di aver fissato lo sguardo per troppo tempo su Temari, mentre rifletteva su altro.
“Non ti stavo guardando.”
“No, infatti, mi stai solo
fissando da dieci minuti buoni” gli rispose, spostando con la gamba la sedia
vicino a lei, invitandolo a sedersi.
Il ragazzo posò sul tavolo i
documenti che aveva appena cercato nella libreria. “Non ti stavo guardando”
ripeté, spostando con la mano lo schienale, intenzionato a sedersi.
Lei lo guardò, riflettendo per un
secondo. Poi sorrise.
“Mi vuoi baciare?”
Per poco Shikamaru
non cadde a terra, inciampando su se stesso e lasciando scivolare la presa
sulla sedia. Fece in tempo ad appoggiarsi al tavolo e a mettersi seduto,
salvando il salvabile delle apparenze, sotto un ghigno divertito di Temari.
“Penso che questi bastino per la
ricerca che ci ha affidato l’Hokage” affermò lui, facendo
finta di niente, pensando alla loro noiosa missione burocratica.
“Ti ho chiesto” e lo guardò
intensamente, posando il mento su una mano, “se vuoi baciarmi” insistette.
Lui la guardò, provando a non
arrossire. “E perché dovrei?”
“Perché mi stai fissando.”
“Non è che voglio baciare tutto
quello che fisso, altrimenti, che so, dovrei voler baciare anche il cielo, e io
non voglio farlo, io non voglio baciare proprio nessuno, tantomeno te” provò a
difendersi evitando di guardarla, con quello che sembrava tanto un tono calmo e
distaccato, se non fosse stato un discorso decisamente senza senso.
Patetico.
“Quindi ammetti che mi stavi
fissando” evidenziò lei, soddisfatta.
Shikamaru
arrossì, stavolta non riuscì a trattenersi. “E’ normale guardare per caso l’unico altro essere umano che
si trovi in questa stanza. Ma non ti
stavo fissando. E comunque siamo qui
per lavorare, non mi seccare.”
Temari
sorrise, con un sorrisino di vittoria abbastanza inquietante, e mentre lui
iniziava a blaterare sul loro incarico, stranamente celere e interessato, lei
continuava ad osservarlo, con la testa leggermente reclinata, appoggiata alla mano.
Poi a un certo punto, proprio
mentre il ragazzo aveva ritrovato la sua concentrazione, ghignò ancora di più.
“Tu mi vuoi proprio baciare.”
Shikamaru
arrossì ancora. “Ma la pianti? Ho cose più importanti da
fare!”
“Tipo?”
“Finire il lavoro noioso con te e
andarmene a casa.”
“Oh, molto importante, vero” lo
prese in giro.
“Lasciami in pace.”
“D’accordo” concesse. Shikamaru sospirò di sollievo, riprendendo a leggere il
documento. “D’accordo, puoi baciarmi” spiegò meglio lei.
Lui sgranò gli occhi, tornando a
fissarla. “C-cosa?”
“Se ti levi il pensiero possiamo
finalmente lavorare in pace” chiarì, scuotendo le spalle.
Ah, ma che faccia tosta! Faceva
tutto da sola e poi voleva pure affibbiargli la colpa!
Il problema era che non riusciva
davvero più a staccarle gli occhi di dosso dopo quell’affermazione. Cioè,
possibile che lui… e che lei… e che… No. Non era possibile.
“E’ proprio questo il punto”
ricominciò lei. “Mi dà fastidio se mi guardi in quel modo, quindi, per favore,
baciami.”
Shikamaru
la fissò incredulo. “Tu sei matta.”
“E tu un fifone” lo prese in
giro. “Non dirmi che non hai mai baciato una ragazza!”
“Questi non sono affari tuoi” le
rispose atono, sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
“Lo prendo come un no” accettò
lei, notando quei suoi gesti che tanto indicavano un imbarazzo imminente.
Mettersi sulla difensiva e fare il distaccato. Un classico.
“Non mi interessa…”
“C’è gente che ucciderebbe per
essere nella tua posizione, sai?” lo informò saccente.
“E dove sarebbe
tutta questa gente? Io non vedo proprio nessuno…” la
contraddisse, tornando a fissarla negli occhi, ora più sicuro.
Temari
sbuffò appena, punta sul vivo, per poi avvicinarglisi
con la sedia. “Hai paura di un bacio?” lo derise,
insistendo.
“No, non mi interessa baciarti”
commentò, allontanandosi di un centimetro da quel viso ora troppo vicino.
“Ti prometto che non faccio
commenti” lo canzonò ridendo.
Lui arrossì ancora. “Non c’è
proprio nessun commento da fare…”
“Ti credi così bravo?” lo
provocò, passandogli l’indice su una guancia, con un gesto un po’ incerto.
“Non ci sarà nessun bacio” la
corresse.
“E allora perché ti stai
avvicinando?” gli fece notare, arrossendo appena.
E Shikamaru
notò con orrore che il suo amato cervello non aveva più potere sul suo corpo. E
che, effettivamente, si era
avvicinato. “Io credo che sia tu che voglia baciare me” provò a difendersi.
Lei scoppiò a ridere, tra la
sincerità e l’isteria, sotto lo sguardo infastidito e stupito di lui. Perché
doveva rendere le cose sempre così difficili? Un qualsiasi altro ragazzo
avrebbe accettato senza fare storie e lei si sarebbe tolta il pensiero! E non
avrebbe dovuto spiegare proprio nulla a un ragazzino più piccolo e paurosamente
interessante. (Fin troppo interessante).
“Sei divertente, lo ammetto” gli
concesse, riprendendosi.
“Però non hai risposto.”
“Per me, hai solo paura.”
“E di cosa,
scusa? Di morire di noia?” la prese in giro.
Paura… Che non si sarebbe
accontentato di un semplice bacio dato per gioco? Che avrebbe voluto di più da
una ragazza che non faceva che giocare con lui?
Lei gli
sorrise, avvicinandosi ancora. “Vogliamo scommettere?” chiese, fintamente sicura.
“Chi perde fa anche il lavoro
dell’altro?”
“Ci sto.”
E Shikamaru
si avvicinò ancora, fino a sfiorarle le labbra dolcemente, mentre lei rimaneva
immobile, indecisa e agitata. Era quello che voleva, no? Doveva solo calmarsi e
aspettare che lui si muovesse. Quindi perché adesso si sentiva pure nervosa?
Un bacio,
non era niente di serio, lei era solo… curiosa, ecco. Era un puro caso che
volesse sperimentare proprio ora quell’esperienza e nella stanza ci fosse
soltanto Shikamaru. Si era messa da sola in quella
situazione, ne era conscia, ma era frutto di una elaborata
riflessione durata diverso tempo, che l’aveva vista ponderare tutti i possibili
pretendenti e tutte le possibili richieste, quindi perché agitarsi?
Shikamaru
era capitato per caso, e a ben pensarci era l’unico che non le avrebbe chiesto
nulla sulla sua pretesa, aveva scelto lui non per altro, ovviamente!
Eppure, così… Chiuse gli occhi
per non pensarci, evitando di vedere quel viso così vicino al suo, e che,
esattamente come il suo, era imbarazzato e incerto.
Lui attese ancora un secondo,
spostandosi poi di un centimetro indietro, guardandola profondamente. Cosa che
lei però non gradì, visto il suo sguardo improvvisamente scontroso.
“Ah, prima, quando ti fissavo…”
sussurrò lui.
“Vedi che avevo ragione?”
evidenziò piano, soddisfatta e agitata al tempo stesso, ritrovando un po’ di calma.
“Non volevo
baciarti. Hai una macchia d’inchiostro sulla guancia,
sei buffa” spiegò.
E prima che lei potesse fulminarlo,
lui le impedì di controbattere, perdendo almeno un bel po’ di tempo ad
accontentare quella inspiegabile, strana, ed interessante richiesta.
Fine
Note: il colore nero del titolo è una puuuuura
casualità XD Sara mi ha detto che il viola ti piace, quindi ho pastrocchiato anche con quel colore.
No, devo davvero scrivere delle
note finali su ‘sta cosa? Dico solo che era nata come hot, e questo è il
massimo che ho tirato fuori. Addio *scappa*